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L'ALTRARESISTENZA AL NAZIFASCISMO/1

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L'ALTRA RESISTENZA
1)CARLO BUSCAGLIA
2) Arrigo Boldrini " Bulow"
3)Nicola Bellomo
4)il giudizio sui caduti della RSI e 'aeronautica repubblichina
5)  Brindisi 8 settembre 43: la Fenice e l'ultima missione
6) 8 settembre 43 nasce la guerra di liberazione

7)12 settembre 43 Barletta con Il colonnello Grasso resiste ai tedeschi

 
8) la resistenza della div. Acqui a Cefalonia, settembre 1943
                         9) 7 ottobre 1943 la deportazione dei carabinieri romani in Germania
 
 
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RESISTENZA...ma non solo ....L'ALTRA RESISTENZA: I MILITARI ITALIANI CONTRO IL NAZIFASCISMO.PER NON DIMENTICARE CEFALONIA

 

1/Carlo Buscaglia un eroe morto due volte e conteso per sessant'anni.

Casualmente  in edicola scorrendo le riviste specializzate di “cose militari” il mio occhio è caduto su quel nome –Carlo Buscaglia- che  spiccava su  una pubblicazione  dal nome “Aerei nella Storia” di questo mese di marzo 2008.

Un nome, quello di Buscaglia,  inconfondibile e impossibile a dimenticare per gli appassionati di aeronautica ma anche di studiosi  di quella parte di storia del nostro paese che fu piena di tragedie,lutti, silenzi, colpevolezze ma anche di eroismo d’altri tempi.

Quella di Buscaglia  fu  la storia di un uomo che vestendo i panni di pilota di aerosiluranti della Regia Aeronautica italiana , durante la seconda guerra mondiale, divenne l’eroe per antonomasia  , sprezzante del pericolo e incurante della sua vita, che si lanciava attraverso una tempesta di piombo e tra nugoli di caccia avversari per cercare di silurare le navi inglesi nel Mediterraneo ed una volta a terra ritornare ad essere uno studente di giurisprudenza.

Quattro medaglie d’argento guadagnate  ritornando con l’aereo crivellato di colpi, in fiamme e con l’equipaggio  composto da morti e feriti e spesso con tanti altri compagni lasciati morire abbattuti in quello che per il regime fascista doveva essere il “Mare Nostrum”.

Divenne così una leggenda ed un simbolo dell’Italia guerriera e quando si seppe, il  12 novembre 1942,  che era stato abbattuto, in fiamme,   in Tunisia,  con lui caddero le ultime illusioni che  con un pugno uomini /eroi/kamikaze si potesse fermare il baratro in cui il fascismo aveva gettato l’Italia. Quasi un’anno dopo si giunse all’armistizio e poi alla cobelligeranza dell’Italia con gli Alleati contro la Germania.

A questa scelta  aderì gran parte dei nostri militari che alla lotta di Liberazione  diedero un contributo importante e spesso  poco valorizzata da noi antifascisti della “nuova sinistra”. Eppure da quelle vicende  molto avremmo da imparare  per non rimanere stupiti come un’arma  come l’Aeronautica che era stata il fiore all’occhiello dell’apparato militare fascista e testa di punta delle imprese  più aberranti come la guerra di Abissinia e quella di Spagna , Guernica compresa,  ricostituitasi in Puglia, ritornasse ben presto a combattere  questa volta i tedeschi con lo stesso o ancora più forte spirito di sacrificio che l’aveva contraddistinta.

Gli Alleati angloamericani riarmarono con molta riluttanza i nuovi alleati italiani , ripetendo un rituale nei confronti degli italiani che già avevamo visto fare dai” nostri “excamerati tedeschi.

Così ci rifilarono armi , aerei compresi, usurati da anni di conflitto o tanto pieni di difetti che  i piloti inglesi e americani si rifiutavano di portare in volo .

Eppure i nostri piloti ed i loro meccanici fecero i soliti miracoli rattoppando e stringendo i denti con tanta voglia di riscattare il proprio paese e il proprio onore macchiato dall’esser stati alleati con i nazisti.

La maggior parte delle missioni furono condotte sull’area Balcanica dove decine di migliaia di soldati italiani rimasti intrappolati dopo l’armistizio, avevano continuato a combattere insieme ai partigiani yugoslavi, albanesi, greci formando le mitiche divisioni Garibaldi .

 Partivano così dalla Puglia   i caccia Airacobra P39 che andavano a spezzonare i tedeschi tra le montagne della Yugoslavia. Aerei pilotati da uomini con alle spalle cinque e più anni di guerre , con i nervi a pezzi e il tremore nelle gambe quando si ritornava, se fortunati,  a casa nell’aeroporto di Galatina o di Brindisi.

Molti non rientrarono e spesso non fu per colpa del piombo dell’antiaerea tedesca, bensì di quelle macchine complicate e difettose che  gli Alleati ci avevano prestato.

Fu probabilmente per lo stesso motivo che per  la seconda volta morì il nostro eroe, Carlo Buscaglia.  sul campo di San Giuseppe Vesuviano il 22 agosto 1944.

Sì,  perché lo strano destino che spesso si beffa degli eroi,  volle giocare sino all’ultimo con la vita di Buscaglia. Dall’abbattimento in Tunisia, lui ,unico sopravvissuto dell’S79 Sparviero che guidava  fu curato dagli americani e  dopo un lungo periodo di prigionia,   nel giugno 44,  decise di passare nell’Aeronautica cobelligerante.

 Le ustioni riportate avevano sfigurato il suo corpo ma non il  coraggio  che lo spinse ad accelerare i tempi per il suo rientro in servizio e la pratica sul bombardiere Martin A30 Baltimore. Il 22 agosto 1944 al suo primo decollo da solo, nonostante il disaccordo dei suoi superiori, ebbe un incidente al decollo e perì per la seconda volta in uno spaventoso incendio.

La sua leggenda lo portò al diventare un’icona,  beffa del fato ulteriore,  per due schieramenti contrapposti ed addirittura una squadriglia  di aerosiluranti dell’Aeronautica repubblichina di Salò  portò il suo nome  e per molto tempo  su quella sua morte misteriosa si sparse la leggenda che  quel maledetto giorno volesse fuggire, da solo, verso l’Italia occupata dai nazifascisti per indossare la camicia nera.

 Questo fatto ha pesato per decenni sul suo nome  e solo ultimamente grazie alle testimonianze dei suoi collaboratori smentiscono ciò , mentre l’anno scorso , nel 2007 è circolata un’altra “verità” scomoda, ovvero che la guerra e le ferite lo avevano spinto al bere e quel 22 agosto a causa di ciò non fosse in condizioni ideali per guidare un aereo difficile come il Baltimore.

Anche se fosse così la sua figura a mio avviso si riempirebbe ancora di più di quell’umanità che spesso gli “eroi” non sembrano  godere e darebbe ancora più senso a cosa fu per tutti gli italianila tragedia del fascismo, della scelleratezza delle sue scelte guerrafondaie , ma ancora più generalmente a quanto la GUERRA TOTALE, come lo sono le guerre moderne,  sconvolgano l’animo umano nel più profondo.

Da questa convinzione dobbiamo dare forza al nostro antimilitarismo e al nostro dire no alle nuove guerre del capitale globalizzatore e al suo apparato piovresco di basi logistiche su tutto il pianeta, ma contemporaneamente ricordare come l’Italia antifascista ha sacrificato migliaia di suoi giovani, costretti loro malgrado a divenire eroi, per cancellare la barbarie del fascismo.

                                        ANTONIO CAMUSO

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

17 marzo 2008

2/QUANDO BUSCAGLIA DISSE AL SEGRETARIO FASCISTA:- VENGA CON NOI SOTTO IL PIOMBO NEMICO...-

VI INVITIAMO A LEGGERE QUANTO RIPORTATO SUL BLOG DI BETASOM SULLA SUA ANTIPATIA AL FASCISMO

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=7949

Martino Aichner che fu al suo fianco in battaglia , e a cui ha dedicato un libro di memorie,ricorda: “-Era un giovane alto e robusto con viso regolare e una leggera fossa sul mento , e uno sguardo tagliente che aggrediva l’interlocutore … Fu il migliore tra gli aerosiluranti Italiani e probabilmente anche tra tutti i belligeranti con 26 azioni di siluramento tra il fuoco di sbarramento nemico con una condotta che poteva risalire solo a un fanatismo estremo o a un senso del dovere senza limiti. E io posso testimoniare che Buscaglia non era un fanatico.
Aichner poi ci confida anche una testimonianza sulla sua spregiudicatezza nei confronti dell’autorità ; ricorda infatti come un segretario del
partito fascista appellò Buscaglia dicendo: “-Io vi seguo con il cuore e con l’anima mentre voi spingete le vostre fragili ali tra il micidiale fuoco nemico”-

 e come Buscaglia  gli rispose :

”-Se con il cuore e con l’anima LEI volesse seguirci anche con il corpo, noi saremmo orgogliosi di riservarle un posto alla prima occasione, su uno dei nostri aerei-“

 E non c’è da stupirsi che la stoccata la tirò usando il Vietatissimo LEI , anziché il voi di prammatica, in quando , ricorda ancora Aichner:

 “-…non fece mai segreto delle sue scarse simpatie per il partito fascista.
Fu decorato di medaglia d'oro e di cinque medaglie d'argento al valor militare; ha avuto due promozioni per merito di guerra
.

ed ancora su Buscaglia

http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Emanuele_Buscaglia

http://it.wikipedia.org/wiki/Martin_187_Baltimore

 

 

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