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CLICCANDO SU IL FUTURO MILITARIZZATO  SULLA PAGINA DELL'OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI DOCUMENTI E SEGNALAZIONI RELATIVI AI FATTI DI GENOVA.

 

 

iNTENDIAMO INOLTRE COSTITUIRE UN ARCHIVIO  DEI MOVIMENTI PUGLIESI CHE SI  IMPEGNARONO AD INVIARE MIGLIAIA DI MANIFESTANTI DALLA PUGLIA

 

sito consigliato :http://www.piazzacarlogiuliani.org/

LA REDAZIONE DELL'ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE


 

FASANO  DICEMBRE 2007

 

Cari compagni, care compagne, cari amici, care amiche,

come molti di voi avranno certamente colto dal martellamento mediatico, pari solo a quello relativo al delitto di Cogne, ieri era il 12 dicembre, ossia il 37° anniversario della strage di Piazza Fontana.

 

Credo che il modo migliore per ricordare quella, per molti ormai insignificante, data sia ricordare le parole, straordinarie per coraggio e lucidità, di Gherardo Colombo sull’appendice istituzionale di quella come di tutte le altre stragi che hanno insanguinato il conflitto politico, più precisamente la lotta di classe, in Italia: quell’istituzione intimamente ed esclusivamente italiana che era la “Commissione stragi”.

 

Ovviamente, le note di Colombo (magistrato e consulente della commissione), pur mirabili per acutezza analitica e tensione ideale, rivestono una valenza meramente storiografica, senza che le stesse, in alcun modo, possano esser surrettiziamente, da qualche dietrologo cronico, trasposte nell’attualità politica del Paese.

 

L’Italia, infatti, è ormai retta da un Governo che sta effettuando una radicale ed altrettanto temeraria operazione di rottura con gli antichi metodi ed i vecchi arnesi dell’ordine pubblico scelbian-berlusconiano e di totale bonifica degli apparati della sicurezza, interna ed estera, statale da tutti i soggetti appena sospetti di infedeltà democratica e costituzionale.

 

In tal senso, ed in via meramente esemplificativa, il liberticida e losco governo Berlusconi:

1)      aveva promosso a dirigente del Dipartimento Sicurezza del Ministero dell’interno quel tal Roberto Sgalla (recentemente definito dal senatore Cossiga “scagnozzo del capo della polizia De Gennaro”) che, in qualità di capo dell’ufficio stampa nazionale della polizia di stato, presidiava, la notte tra il 21 e 22 luglio 2001, la Scuola Diaz di Genova, spiegando ai giornalisti, in un’improvvisata conferenza stampa, che i ragazzi che uscivano esanimi, in quelle sorte di body bags da guerra interna, dall’edificio nel quale avevano appena fatto irruzione i mazzieri della P.S., quei ragazzi, per l’appunto, presentavano “ferite pregresse”;

2)      aveva mantenuto al suo posto di capo della polizia quell’ineffabile e immortale creatura per tutte le stagioni, per tutti i padroni politici e per tutte le repressioni che risponde al nome di Gianni De Gennaro, anche dopo che la forza dell’ordine da lui diretta si era fregiata della collana di perle genovesi, col diamante, per l’appunto, del massacro della scuola Diaz;

3)      annoverava un ministro dell’interno, Scajola, che, in parlamento, aveva apertamente rivendicato la mattanza di Genova, assassinio di Carlo Giuliani compreso;

4)      aveva nominato direttore del Sismi (il servizio segreto militare) Nicolò Pollari, il quale, tra le tante gemme di limpidezza, democrazia e fedeltà costituzionale del suo operato, poteva vantare il concorso con (ma, forse, sarebbe il caso di dire il grazioso servizio reso a) gli agenti Cia nel rapimento dell’imam Abu Omar a Milano, ossia in territorio italiano, reato per il quale la Procura di Milano ha chiesto qualche giorno fa il rinvio a giudizio del prestigioso servitore dello stato.

 

Con riferimento alle stesse questioni, lo si ripete estratte solo a titolo di riduttivo esempio, a fronte di questi comportamenti torbidi del passato governo di centro - destra, dunque antidemocratico, il nuovo esecutivo e la nuova maggioranza di centro – sinistra, dunque democratici:

1)      hanno prontamente sostituito il vecchio e compromesso capo della polizia, Gianni De Gennaro, con un nuovo funzionario di provata fede costituzionale e democratica che solo per un tiro del destino baro e comunista porta lo stesso nome e cognome del suo predecessore;

2)      idem;

3)      hanno coraggiosamente relegato il reazionario Scajola ad un ruolo di infimo rango, quale la presidenza del COPACO, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, con il voto unanime di tutti i commissari, anche quelli dei partiti che, coerentemente, invocano una commissione d’inchiesta su Genova, in particolare sulla tonnara della Diaz, o meglio “sulla linea di comando che ha deciso quei comportamenti nelle piazze, alla scuola Diaz e nella caserma Bolzaneto” (G. Russo Spena). In tal modo, uno dei responsabili della stessa linea di comando viene eletto alla presidenza di una commissione che dovrebbe vigilare, per l’appunto, sui servizi segreti, sulla sicurezza e sui segreti di Stato. Quando si dice un paese fondato sui conflitti d’interesse;

4)      hanno immediatamente (dopo soli sette mesi da quando sono andati al governo, dopo un avviso di garanzia per concorso in sequestro di persona del diretto interessato e qualche giorno prima della prevedibile richiesta di rinvio a giudizio) rimosso il capo del Sismi, Pollari, nominandolo, però, astutamente, in contemporanea, Consigliere di stato alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio.

 

L’Italia riparte!

 

Stefano Palmisano

 

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