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Saverio Saltarelli
Saverio Saltarelli era nato a Pescasseroli nel 1947 ed era venuto a Milano 
per laurearsi in legge; nel 1970 era iscritto al terzo anno del suo corso di 
laurea e come tantissimi giovani di quegli anni era impegnato nelle lotte per la 
democrazia e il diritto allo studio; il 12 dicembre alle 17 era nella biblioteca 
dell'università a studiare con un amico; alle 18.30 era morto, stroncato da un 
candelotto lacrimogeno sparatogli in pieno petto da un carabiniere. 
Quel 
pomeriggio di dicembre del 1970 nel centro di Milano erano in programma quattro 
manifestazioni. 
La prima, da via Conservatorio a piazza del Duomo, indetta 
dall'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) per protestare contro le 
condanne a morte inflitte ad alcuni militanti baschi dal regime franchista al 
termine di un processo svoltosi a Butgos in Spagna. 
La seconda, un presidio 
antifascista promosso dal Movimento studentesco nella zona circostante all'università Statale di 
via Festa del Perdono. 
La terza, un corteo da piazza del Duomo organizzato 
dai circoli anarchici in occasione del primo anniversario della strage di piazza 
Fontana e della morte di Giuseppe Pinelli, ucciso innocente nei locali della 
questura di Milano. 
La quarta, un'adunata in piazza San Carlo dei gruppi del 
neofascismo cittadino legati al Msi. 
Di queste quattro iniziative le ultime 
due erano state vietate dal questore per "motivi d'ordine pubblico". 
Gli 
incidenti cominciarono alle 17, al termine del corteo antifranchista dell'Anpi. 
Più o meno contemporaneamente, mentre in via Torino i reparti della "celere" 
caricavano gli anarchici sospingendoli prima verso piazza Missori e poi verso 
l'università presidiata dal Movimento studentesco, in piazza Oberdan alcuni 
squadristi lanciavano bottiglie incendiarie contro la sede dell'associazione 
Italia-Cina e da piazza San Babila un folto gruppo di fascisti, seguito da 
carabinieri e polizia, si muoveva in direzione di via Larga con l'intenzione di 
assaltare l'università di via Festa del Perdono. 
Con i fascisti dispersi 
solo in via Laghetto, a poche decine di metri dalla Statale, e gli anarchici 
braccati fino all'imbocco di via Bergamini, che conduce in via Festa del 
Perdono, l'obiettivo successivo di carabinieri e polizia non poteva che essere 
il presidio del Movimento studentesco. 
Gli scontri furono, aspri e nel 
crocevia via Larga - via Bergamini - via Sant'Antonio un reparto composto da un 
centinaio di militi dell'Arma agli ordini del capitano Antonio Chirivì (oggi 
comandante dei Vigili Urbani di Milano) aprì il fuoco contro gli studenti. 
Rivoltellate e candelotti lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo. Risultato: un 
giornalista e uno studente feriti dai proiettili e Saverio Saltarelli ucciso, 
colpito in pieno petto da un micidiale candelotto lacrimogeno ricoperto di 
metallo.