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 GUERRA IN AFGHANISTAN  /1

la faccia triste dei Talebani a Kabul

di Antonio Camuso

 

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Afghanistan: la guerra perduta dagli USA e dalla NATO.

Ovvero quando la demografia sconfisse droni e bombe intelligenti…

di antonio Camuso

11 agosto 2021

talebani_a.jpg (82266 byte)

 

23 settembre 2011Morti tre militari italiani in un Lince ribaltato in Afghanistan (Messaggero)

Secondo i primi accertamenti, il soldato che stava in ralla, la torretta del Lince, avrebbe segnalato un ostacolo lungo la strada; l'autista avrebbe sterzato bruscamente e il blindato si è ribaltato. I soldati facevano parte di un Omlt (Operational mentoring and liaison team), nuclei che addestrano e seguono i soldati afgani in ogni loro attività, anche quelle più pericolose sul campo.

I militari morti sono il tenente Riccardo Bucci, nato a Milano il 1° settembre del 1977, in servizio al Reggimento lagunari Serenissima di Venezia; il caporal maggiore scelto Mario Frasca, nato a Foggia il 22 gennaio 1979, in servizio al Quartier Generale del Comando delle Forze operative terrestri di Verona; il caporal maggiore Massimo Di Legge, nato ad Aprilia (LT) il 22 luglio 1983, in servizio al Raggruppamento Logistico Centrale di Roma.Con la morte dei tre militari nell'incidente stradale nella zona di Herat, sale a 44 il bilancio delle vittime italiane nella missione Isaf, che impegna 4.200 militari italiani. Le ultime tre vittime risalivano al 25 luglio scorso, quando era deceduto il primo caporal maggiore David Tobini, in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco nel villaggio di Khame Mullawi, nella valle di Bala Murghab, al 12 luglio, quando a perdere la vita era stato il primo caporal maggiore Roberto Marchini, dell'ottavo reggimento genio guastatori della Folgore, e al 2 luglio, quando era rimasto ucciso in un attentato a Caghaz, il caporal maggiore Gaetano Tuccillo, originario di Pomigliano d'Arco (Napoli), del battaglione logistico Ariete di Maniago (Pordenone).Afghanistan: bomba uccide un italiano. Quattro i militari rimasti feriti


12 LUGLIO 2011MORTO ARTIFICIERE DELLA FOLGORE IN AFGHANISTAN

31 dicembre2010 : ucciso alpino Matteo Miotto in Afghanistan

Il punto di vista di Andrea Chetoni

la lettera testamento dell'alpino Matteo Miotto

 

6 gennaio 2011

LaRussa travestito da Befana porta il carbone in Afghanistan ai generali che  gli hanno mentito?

…la svolta afgana tra cecchini e Terminator volanti.


 

5novembre 2010 feriti due alpini in Afghanistan



LaRussa al Parlamento: mai militari torsero un capello a civili!Dateci le bombe!

di A Camuso

13 -10-10


Svolta italiana: le bombe aeree rassicuranti

parte prima

il commento ad un dibattito surreale tv con la Maggioni e LARUSSA

di A Camuso

11-10-10


 

Quattro alpini morti, fatalità? La domanda vietata ai giornalisti dai nostri generali

di Antonio Camuso

9 ottobre 2010


 

 

Mini Global Hawk italiani per la guerra in Pakistan

di Antonio Mazzeo


28 settembre 2010

ASSASSINI IN DIVISA 

IL CASO DEL KILL TEAM

MA I NOSTRI SOLDATI SONO IMMUNI DA QUESTO PERICOLO?

IL MITO DEL BUONO ITALIANO SI SCONTRA CON LE ESIGENZE  DELLA GUERRA URBANA  IN NOME DELLA LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE E DELLA DIFESA DELL'OCCIDENTE.

SOLDATI ITALIANI NELLE AZIONI DI GUERA ALL'ESTERO? IMPUNITA' ASSOLUTA! PAROLA DI ESPERTO DI LEGGI MILITARI QUELLO CHE NON SI DICE IN NOME DELLA DIFESA BYPARTISAN DEI "TERMINATORI" DELLE FORZE SPECIALI TASK FORCE

L'ARTICOLO DI ANTONIO CAMUSO 

PER L'OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI


le notizie dal web sul Kill Team

Soldiers face charges over secret 'kill team' which allegedly murdered at random and collected fingers as trophies of war

SOLDATI USA CHE AMMAZZAVANO PER DIVERTIMENTO ( GUARDIAN)

LE CONFESSIONI IN UN VIDEO ANDATO IN ONDA OGGI 28 SETTEMBRE 2010 ( ABC)


 

 

17 set 2010 incidente di caccia: un incursore italiano ucciso mentre andava a caccia di talebani

 

 

 Dalla ANSA: 9 agosto 2010

L'esercito italiano le pensa tutte e mette il velo alle soldatesse per conquistare il cuore degli afgani

HERAT (Afghanistan) - Un velo per abbattere un muro, quel muro apparentemente insormontabile che separa la cultura islamica da quella occidentale. Nessuna imposizione, nessuna regola solo il buon senso di una donna. Quel buon senso che porta a capire che un copricapo in certi casi non rappresenta una 'mutilazione' della femminilità ma un mezzo per essere parte di una comunità.

E' quello che ha scelto a Herat, nella zona di controllo dell'esercito italiano, il tenente Silvia Guberti, 28 anni, di Muggiò (Mi), quando ha deciso di usare il velo per facilitare il suo lavoro con la popolazione femminile. "Ho preso questa decisione appena arrivata qui ad aprile e dopo le prime uscite tra la gente. In molti casi mi sono accorta che erano le stesse donne ad avere difficoltà ad approcciarsi a me. Usando il velo le cose sono cambiate. Paradossalmente abbiamo minori difficoltà sia con le donne che con gli uomini che ci vedono con meno sospetto quando parliamo con le loro donne", spiega.

Il tenente Guberti fa parte di un team che porta avanti dinamiche relative alle donne afghane. Con lei ci sono anche il caporal maggiore Laura Fortunato, 23 anni, di Nettuno (Roma), e un'interprete afghana, Suraya Hashemi, 24 anni, di Herat. Questa 'task force rosa' è stata costituita lo scorso aprile ed è stata voluta dal colonnello Emmanuele Aresu, 45 anni di Roma, comandante del Prt Provincial Reconstruction Team) di Herat su base del 1mo Reggimento Artiglieria da Montagna della Brigata Alpina Taurinense.

Un team che ha precorso di diversi mesi una recente direttiva Isaf, "Engagement with afghan females", che pone l'accento su come rapportarsi con le donne afghane. "Abbiamo deciso di costituire questa squadra perché ricevevamo continue richieste da parte di donne che ci sottoponevano i loro progetti. Le richieste erano disparate. C'erano artigiane che chiedevano materiali per confezionare manufatti, altre che volevano realizzare centri culturali, anche giornaliste che chiedevano materiale per svolgere la loro professione. Avevo a disposizione delle risorse umane, come ad esempio un ufficiale donna, cosa non del tutto scontata nell'esercito, ed è stato deciso di costitutire questo team al femminile", spiega il colonnello Aresu riferendosi al tenente Silvia Guberti.

La squadra si è dimostrata vincente e in pochi mesi ha portato avanti diverse iniziative all'avanguardia per la società afghana. Un risultato importante è stato quello di consentire alle donne di entrare nel mercatino settimanale all'interno della sede del Prt Italiano. Fino a poco tempo fa appannaggio esclusivo degli uomini.

"Ci abbiamo messo circa due mesi - continua la Guberti - per far sì che le donne del distretto di Obe potessero portare i loro banchetti all'interno del mercatino. Si sono riunite due Shure, le riunioni tra capivillaggio, per concedere loro gli spazi. E anche dopo aver avuto il via libera è stato difficile far accettare l'idea agli uomini che inizialmente volevano che i banchetti fossero separati da un muro. Ora però il mercatino costituisce per queste donne una fonte di guadagno".

Tra i banchetti in rosa si trovano soprattutto spezie, abiti e stole in seta. Ma la sintesi di tutte le iniziative che il team sta portando avanti sarà la realizzazione di un centro sociale per le donne. Una struttura polifunzionale in fase di completamento pensata esclusivamente per le donne. Il centro, di tre piani con palestra e sala conferenze, prevede 36 spazi da destinare sia ad attività commerciali che personali.

"Abbiamo deciso di chiamarlo centro sociale per le donne - dice il colonnello Aresu - perché non sarà solo un business center ma anche un luogo di ascolto per le donne che darà loro supporto a 360 gradi, compresa la presenza di avvocati e piscologi". Il centro, che sarà completato a fine mese, è stato finanziato dal ministero della Difesa e da quello degli Esteri. Si tratta di un progetto tutto italiano che sarà gestito dalla Cooperazione italiana per una parte mentre la Difesa si occuperà di supportare il centro di ascolto per le donne.

"Il progetto - conclude Aresu - segue la linea che abbiamo adottato per tutte le iniziative che stiamo realizzando su territorio afghano, ossia quello di portare avanti idee non imposte da noi ma concordate con la popolazione locale, ascoltando le loro esigenze".

 

28 luglio 2010Mentre  due soldati italiani morivano  in Afghanistan a Gallipoli, sulle spiagge  i reclutatori dell'Esercito erano all'opera. 


 27 luglio 2010L'editoriale dell'Osservatorio. 

WIKILEAKS  e i dossier non troppo segreti sull’Afghanistan:…ma il re non cavalca nudo?…

 

26 luglio 2010 Le rivelazioni di Wikileaks coinvolgono anche gli italiani

ANSA) - ROMA, 26 LUG - Spuntano anche dossier sull'Italia dopo una prima lettura di parte dei resoconti di intelligence pubblicati sul sito internet di Wikileaks. Buona parte della documentazione sinora esaminata riferisce di incidenti e notizie vari sulle attivita' di routine dei militari italiani nella provincia di Herat. Alcuni si riferiscono invece al sequestro di Daniele Mastrogiacomo e al ruolo di Emergency nella sua liberazione; altri alla distruzione di mine italiane per impedire che finissero ai talebani

LA STAMPA A Kabul morti civili insabbiati
e doppio gioco dell'intelligence
"Ma i taleban ora sono più forti"
La Casa Bianca: "Irresponsabili


 

17 maggio 2010: Due morti sulla strada di Giarabub, ovvero la guerra logistica persa dalla NATO   di Antonio Camuso

 Aggiornamento del 22 maggio A cinque giorni dalla morte di Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio, i due alpini uccisi da una bomba che ha fatto saltare in aria il Lince su cui viaggiavano, a Bala Murghab si è sfiorata un'altra strage: due ordigni improvvisati caricati con 50 kg di esplosivo sono stati scoperti e disinnescati poco prima del passaggio di un convoglio dell'Isaf diretto alla «Fob Columbus», l'avamposto a pochi chilometri dal confine con il Turkmenistan dove militari italiani, spagnoli e americani quasi ogni giorno si scontrano con talebani e trafficanti di droga. «La minaccia Ied (Improvised explosive devices) è costante» mi....

http://www.corriere.it/esteri/10_maggio_21/alpini-bomba-disinnesco_

69467466-64fd-11df-ab62-00144f02aabe.shtml

DALLA RETE WEB :17 maggio 2010 Afghanistan: uccisi due soldati italiani e feriti altri due in un attacco ad un megaconvoglio ISAF-NATO  Afghanistan 17 maggio precipita aereo di linea. 43 morti, alcuni britanniciAfghanistan: in arrivo presto altri mille soldati italiani l

Comunicato stampa della rete Disarmiamoli.org

ALTRI DUE SOLDATI ITALIANI MORTI IN AFGHANISTAN
BERLUSCONI , FRATTINI E LARUSSA CONTINUANO A DIRE CHE LA MISSIONE MILITARE E’ FONDAMENTALE,

MA IL 90% DEGLI ITALIANI NON CI CREDE.

BOSSI SI E’ ALLINEATO ALLA NATO, MENTRE IL PD E IDV CHIEDONO SOLO UNA “RIFLESSIONE SULLE FINALITA’ DELLA MISSIONE BELLICA”. IL MOVIMENTO NO WAR LOTTA INVECE DA TEMPO PER L’UNICA  COSA GIUSTA DA FARE: IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN

L’escalation dell’impegno militare della Nato in Afghanistan iniziato con l’offensiva di Marjah lo scorso febbraio si è rivelato un fallimento totale.

I distretti che dovevano essere liberati dai talebani ritornano sotto il loro controllo subito dopo ogni attacco militare e tra gli afghani cresce l’opposizione all’occupazione militare. L’opposizione alla guerra continua a crescere negli Stati Uniti ed anche nel nostro paese.

E’ ormai netta l’impressione che l’enfasi alimentata intorno agli “eroi caduti  per Kabul” non abbia più ascolto nell’opinione pubblica italiana.

E’ necessario continuare la mobilitazione contro la militarizzazione del paese e per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan.

IL 2 GIUGNO A ROMA A PONTE SANT'ANGELO MANIFESTAZIONE CONTRO LA PARATA MILITARE, PER IL RITIRO DEI SOLDATI ITALIANI DALL’AFGHANISTAN,  CONTRO LA MENZOGNA DELLE “MISSIONI DI PACE”, IL CONTINUO AUMENTO DELLE SPESE BELLICHE.

Coincidenza ha voluto che questo nuovo episodio di guerra che ha  coinvolto i soldati italiani sia accaduto il giorno dopo il rito annuale della  marcia Perugia-Assisi. I “camminatori per la pace” hanno trovato il modo di non pronunciare la parola "guerra" per coprire così le responsabilità del PD e del centrosinistra che votano sistematicamente con la  maggioranza di governo il finanziamento delle missioni militari, così come ha fatto a suo tempo il governo Prodi  e i partiti che lo hanno sostenuto. La Tavola per la Pace e il suo coordinatore Flavio Lotti non possono essere presi sul serio perché occultano e non rappresentano, nella sua dimensione reale, i movimenti per la pace  e il mondo in cui viviamo.

La Rete Nazionale Disarmiamoli

www.disarmiamoli.org
3381028120 - 3384014989



26 febbraio '10 Attentato a Kabul, ucciso un italiano

In Afghanistan, un attacco suicida organizzato dai talebani nel centro della capitale ha causato 12 morti, tra i quali l’italiano Pietro Antonio Colazzo, che sarebbe stato freddato da colpi d’arma da fuoco http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201002articoli/52629girata.asp

 

                                                                                                                           

L'agenzia ha preso il posto del Sismi nella ricerca di informazioni utili
alla difesa della Repubblica
L’agente segreto italiano ucciso oggi nell’attentato di Kabul faceva parte dell’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna), agenzia che ha preso il posto del Sismi con la riforma dei servizi segreti varata nel 2007.

L’Agenzia ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero.

In particolare, sono di competenza dell’Aise le attività di informazione per la sicurezza - che si svolgono al di fuori del territorio nazionale - a protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali dell’Italia; l’individuazione e il contrasto al di fuori del territorio nazionale delle attività di spionaggio dirette contro l’Italia e le attività volte a danneggiare gli interessi nazionali e le attività di controproliferazione di materiali strategici.

Dallo scorso 4 febbraio il direttore dell’Aise è il generale Adriano Santini, che ha preso il posto dell’ammiraglio Bruno Branciforte.
 

25 febbraio 2010 il parlamento continua a dire sì al finanziamento delle truppe in Afghanistan : le accuse di gino Strada ma anche di militari dissidenti ( articolo ripreso da Bellaciao dopo pubblicazione su Radiocittàaperta)

Afghanistan 2 gennaio 2010 Italiani sotto tiro 72 ore di combattimenti

Afghanistan 31-12-2009

botti di capodanno con strage di agenti Cia: un incidente di fuochi pirotecnici?

 

KABUL: ACCUSE AGLI ITALIANI IRRESPONSABILI

TIMES: GLI ITALIANI? PAGAVANO , ECCOME! AGGIORNAMENTI IN INGLESE E NOTIZIE CORRELATE

 TIMES: TALEBAN TAX: COME AVVENGONO I PAGAMENTI PER NON FAR ATTACCARE I CONVOGLI


 

Le verita’ nascoste dietro la notizia del ferimento di un alpino in Afghanistan il 10/10/08  

Farah, agguato a pattuglia italiana ferito un alpino paracadutista     Analisi di Antonio Camuso (Osservatorio sui Balcani di Brindisi)

 


9-20 SETTEMBRE 08 ,AFGHANISTAN: DUE ATTACCHI  AI SOLDATI ITALIANI IN DUE GIORNI : il ministro La Russa ordina di indagare sul perchè di questa recrudescenza contro noi ..."buoni taliani!"  La sindrome di Giarabub avanza...un libro da consigliare al ministro...

di

ANTONIO CAMUSO

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

osservatoriobrindisi@libero.it

http://www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm

 


 

GLI AFGANI CHE MATTACCHIONI!

...solo noi italiani li possiamo capire.

una cronaca semiseria di Antonio Camuso dell'Osservatorio sui Balcani di Brindisi

Afghanistan, Herat, 7 settembre 2008 :un kamikaze si fa saltare in aria al passaggio di un convoglio militare italiano la notizia rivelata dalla polizia afgana e da un reporter di France press  il Comando militare italiano dopo qualche ora è stato costretto a confermarlo.                                                                    I nostri CC indagano per scoprire se è stato  un attentato...  o invece una delle  espressioni di festeggiamento afgano.

Molto strani questi afgani per dimostrare la loro gioia! Quello sbadato di Gino Strada che da più di un decennio è lì con gli ospedali di Emergency  nei suoi interminabili interventi in TV ci aveva nascoste molte cose sugli afgani...

Non ci aveva detto che quando si sposano organizzano grandi feste nel deserto, dove confluiscono in carovane di animali e auto e torpedoni e  che montano lì dei caravan serraglio che sembrano accampamenti militari. Nel bel mezzo della festa,a notte fonda incominciano a sparare in aria con tutto l'armamentario che si portano addosso che sembrano l'antiaerea di Saddam.

Poi quando qualche aereo  o qualche elicottero della NATO gli risponde,lanciando come omaggio nuziale per la sposa un paio di bombe a grappolo e un po' di fosforo per tenerli caldi tutta la notte,...eccoli lì che si lamentano e incominciano a rompere le balle a quel povero Karzai tanto che non gli fanno mai ultimare la sua enciclopedia che distribuirà ai generali della NATO su usi e costumi del popolo afgano!

Ultimamente,  soddisfatti della presenza dei militari USA e NATO nel loro paese,  hanno incominciato a disporre fuochi pirotecnici ai margini delle strade e li fanno scoppiare quando passano carri armati , autoblindo e camion pieni dei soldati della Coalizione occidentale. Questi ultimi non gradiscono molto queste espressioni di fratellanza e gli rispondono male a colpi di mitragliatrice.

Gli afgani sono riandati da Karzai per protestare:-"Ma perchè ci sparano? Sì è vero, qualche volta esageriamo nella potenza dei fuochi d'artificio ma che ci vogliamo fare?

Russi, pachistani, Cia e Iran ci hanno lasciato un mucchio di roba che a dargli un calcio fa un bel botto e così abbiamo messo su l'Azienda Artigiana Afgana dei palloni di Maradona.  I cooperanti, che son venuti insieme alla coalizione,  ci hanno detto che dovevamo ingegnarci a costruire imprese artigianali con quello che abbiamo sul posto e con le nostre capacità tecniche. Noi lo abbiamo fatto e ci sparano addosso?

Quelli della NATO,  con la fissazione delle sigle invece li chiamano IED ( ordigni improvvisati) che noi collochiamo secondo la tecnica degli scugnizzi napoletani che da tempo immemore piazzano i tric_trac in mezzo alle rotaie dei tram di Piazza Garibaldi per vederli esplodere quando le ruote di acciaio ci passano sopra. Caro Karzhai se a Napoli questo si può fare perchè qui no?"-

Karzhai , scocciato per l'ennesima interruzione  gli disse:"-Gli occidentali son gente seria. Mica son mattacchioni come noi afgani. Non lo capiscono che non ce n'è uno tra noi che a causa di bombardamenti, invasioni ecc, non sia diventato scemo di guerra!"-

(Il povero Gino Strada all'inizio non capiva come mai il venerdì,  giorno di festa arriva negli ospedali di Emergency tutta quella gente con un piede amputato: lo ha scoperto quando è stato invitato ad una partita di calcio.  Vide così che all'uscita fuori campo della palla ,  dal pubblico dei tifosi della squadra che aveva fatto il fallo,  ritornava indietro la palla modificata con  una piccola mina antiuomo così il calciatore avversario appena la calciava... BUM! tra lo sganasciarsi del ridere di tutta la curva! Poichè questo scherzo è diffusissimo in Afganistan nessuno si sogna mai di colpire di testa una palla  recuperata dalla linea al di fuori del campo. E'' uno scherzo che glielo facevamo spesso ai russi quando ci obbligarono ad assistere alle loro partite che per noi erano una noia...lo sapevano bene che noi andiamo matti per i giochi duri come contenderci la carcassa di qualche montone correndo a cavallo.

Gino Strada  quando scoprì l'inghippo rimase così choccato che  è rimasto muto...qualcun altro dice che preferisce non divulgare la notizia  altrimenti i soldi per protesi e stampelle  non gli arrivano,  poichè le assicurazioni non pagano quelli che si fanno male apposta!)

Insomma Karzai disse  seccamente ai sempliciotti afgani:

"-Dovete far vedere agli americani, agli italiani e a tutti quelli che sono qui per il bene nostro che voi li amate tanto che sareste pronti a morire piuttosto che far del male ad uno di loro!"-

Gli afgani ritornarono a casa e consultandosi con i loro saggi più anziani  cercarono di capire cosa volesse dire Karzhai , ma poi  svelti come fulmini afferrarono pienamente il senso delle parole di Karzhai.

Da qualche tempo hanno organizzato una specie di gioco che è quello  di  riempirsi di fuochi d'artificio e farli scoppiare  quando passa qualche convoglio militare.  Certo qualche volta esagerano nel quantitativo,  ma normalmente a farsi male è solo lo scugnizzo afgano che ha deciso di immolarsi gridando:"-Viva la Nato! viva gli Americani! "- Al massimo  sono i suoi compagni di gioco che gli sono vicini risultano feriti dalle schegge e poi per paura di buscarle dalla mamma corrono dalla polizia e dicono che sono stati feriti durante un attacco Kamikaze.

Ultimamente,  poichè gli americani appena vedono il gruppo di scugnizzi che si mette a gridare"- USA! USA!"-  gli sparano addosso,  gli afgani , tutti studenti che hanno saltato la scuola che da loro si chiama "Madras"- ( altro posto noiosissimo dove devi impararti a memoria centinaia di versetti del Corano ) si sono inventati di lanciarsi dalle finestre dando fuoco alla miccia dei  petardi così finalmente gli americani capiscono che quelli sono fuochi d'artificio organizzati per loro e non attentati!

Gli italiani,  che sino a questo momento se la sono quasi cavata bene grazie a delle nuove autoblindo  corazzate,  ci conoscono meglio e  fino a quando non ci scappa il morto o il ferito non lo fanno sapere in giro quando scherziamo con loro e ci ricambiano di tanto affetto regalandoci penne , quaderni, giocattoli, pannolini e ci fanno pure le vaccinazioni. Poi si fanno fotografare tutti sorridenti con gli  scugnizzi quando li trovano a scuola  invitandoli a non saltarla troppo spesso perchè poi a chi porteranno tutto quel ben di Dio?

Antonio Camuso

osservatoriobrindisi@libero.it

Osservatorio Sui Balcani di Brindisi

http://www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm


 

Due bersaglieri feriti accidentalmente in Afghanistan.

 

UN aggiornamento del 2/9/08 al precedente articolo dell'Osservatorio sui Balcani di Brindisi sui due bersaglieri feriti accidentalmente in Afghanistan.

 

Con  le precisazioni  sulla  località( Bala Morghab , distretto Bagdis) dove è avvenuto questo " banale incidente" confrontando con quanto appare descritto nell'articolo di Biloslavo apparso su Panorama  questa settimana possiamo dire di avere azzeccato in pieno le brevi considerazioni e ipotesi del contesto in cui poteva essere accaduto il fatto in questione e che riportavamo nel nostro articolo del 31 agosto 2008 e che conferma come in quel luogo vi sia attualmente una situazione simile a quella raccontata nel  reportage di Panorama, ovvero un ritorno della presenza italiana, ma anche una minacciosa presenza talebana.

La località di Bala Morghab è proprio quella specie di Alamo  che le forze NATO stanno mantenendo in una parte di territorio che sta divenendo il sentiero di Ho chi minh che permette l'infiltrazione talebana nei territori alle spalle dello schieramento statunitense a Sud del paese. Quel fortino va a divenire  il luogo che i nostri militari, in Afghanistan, si  ricorderanno come la loro Giarabub: un pugno di case in una zona desolata, un campo trincerato dove l'importante è far presenza e di tanto in tanto se coperti dall'aviazione fare una puntata per evitare che  i principali nodi di comunicazione viaria diventino preda della guerriglia talebana.

Un luogo che a volte diventa esso stesso un obbiettivo privilegiato  di attacchi con razzi e mortai e che in caso di assedio o di difficoltà di controllo della rete viaria  deve essere rifornito con il lancio con il paracadute di tutto ciò che è necessario. Quanto questa operazione  ( l'aviolancio) sia anch'essa delicata è evidente anche per chi non è un esperto  di cose militari. Se fatto a quota elevata e con il nemico che controlla il territorio circostante rischia di essere un boomerang; il materiale spinto dal vento può andare a rifornire i nemici! a questo punto si ricorre a quello che è un lancio quasi a volo radente con il paracadute che si apre giusto per attutire l'impatto del " pacco" con il terreno , la sicurezza di centrare l'obbiettivo ma il rischio come è successo l'altro giorno che il materiale lanciato divenga quasi una bomba gettata in testa ai propri soldati specialmente se questi ultimi non hanno una preparazione specifica a simili situazioni.

Nel racconto di Biloslavo si parla di personale dei corpi speciali impiegato presso quel fortino durante la battaglia dei primi di  agosto,  ma l'altro ierii i militari feriti non appartenevano a corpi d'elites,  segno evidente che l'impegno sempre più gravoso del nostro contingente costringe ad impiegare i " soldati normali" in luoghi pericolosi dove prima si cercava di metterci solo i nostri "supermen" , onde evitare un prezzo di sangue politicamente pesante di fronte all'opinione pubblica.E'  a questo punto obbligatorio  per il governo italiano e per i generali  che si dica chiaramente  al Parlamento e a tutto il popolo italiano come la missione in Afghanistan sarà d'ora in poi lacrime, sangue e tanti soldi dei contribuenti italiani...

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

osservatoriobrindisi@libero.it

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PUBBLICATO SU :  http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o12647


la notizia di agenzia

Durante un avio-rifornimento, il vento ha spostato dalla traiettoria un fusto di carburante lanciato con un paracadute. I militari non sono gravi. L’incidente è avvenuto verso le 7,30 locali a Bala Morghab, una località nella provincia di Badghis (nel settore occidentale dell’Afghanistan), dove gli italiani da poco gestiscono una ”Fob”, cioè una base operativa avanzata. Un fusto di carburante lanciato da un C-130 con un paracadute, ha colpito infatti “due caporalmaggiori del 1° Reggimento bersaglieri di Cosenza. Hanno riportato forti contusioni, ma niente di grave. Hanno già avvertito personalmente le famiglie”, ha detto da Herat il colonnello Carmelo Abisso, portavoce del contingente italiano nella Regione Ovest, precisando che quattro ore dopo l’incidente i due erano già nell’ospedale da campo di Herat.

http://www.ultimenotizie.tv/notizie-dal-mondo/fusto-di-carburante-

ferisce-2-soldati-italiani-in-afghanistan.html


il primo commento dell'Osservatorio sui Balcani di Brindisi

La  notizia  è stata lanciata  quest’oggi,  31 agosto 2008,  dalle agenzie e confermata dal portavoce dello Stato Maggiore Esercito  che comunque  ha assicurato che i soldati non erano gravi, che il fatto era stato un incidente dovuto ad un fusto di carburante lanciato con il paracadute da un C130  che aveva investito, forse a causa del vento, i nostri due soldati.

Si faceva sapere che il tutto era avvenuto in una FOB nel distretto di Bagdis ad occidente di Kabul.

Per chi non è esperto in cose militari quanto avvenuto può sembrare una cosa banale  in un contesto quale quello dell’Afghanistan, dove attentati ed attacchi in quest’ultimo anno si sono moltiplicati facendo cadere la Nato nel terrore di essersi invischiata in un conflitto infinito e sempre più costoso.

Eppure il piccolo incidente di oggi ha nelle poche striminzite dichiarazioni dell’esercito elementi molto interessanti e che confermano quanto la situazione sia grave e sempre più gravosa anche per le tasche dei contribuenti italiani.

Esaminiamo il primo punto: la presenza di nostri bersaglieri in una FOB in una parte del territorio abbastanza lontano dalle zone un tempo ritenute infestate da talebani e che invece ora ,  a quanto pare,  necessita di avere distaccamenti  sul territorio,  presidiati anche da piccole unità, pur col  rischio di rimanere isolati a causa del l’aumento della presenza della guerriglia.

L’urgenza di un aviolancio di qualche fusto di carburante è sinonimo di una situazione  di emergenza  in cui l’alto costo dell’invio di un C130 per rifornire di qualche centinaio di litri di carburante  una Base Avanzata è stato messo in conto ( nelle nostre tasche di contribuenti) pur di rifornire uomini e mezzi che altrimenti avrebbero dovuto attendere tempi lunghi e altro pericolo per la colonna rifornitrice.

E’ quindi evidente che anche in quella zona un tempo sicura sta divenendo sempre più zona di guerra a tutti gli effetti e l’immagine dei nostri soldati e soldatesse che distribuiscono pannolini e fanno vaccinazioni dovrà a chiare lettere essere cancellata per essere sostituita a quella di una lunga e usurante guerra in un territorio in cui l’Armata Rossa  negli anni 80 perse un numero impressionante di uomini e mezzi e la reputazione di essere un esercito invincibile.

Questo lo sa la NATO e per questo motivo le richieste di rinforzi  a tutti i Paesi e nuove regole d’ingaggio che vedano una maggiore libertà nell’uso di artiglierie e mezzi aerei su zone  anche abitate da civili: lo sa anche il governo italiano  che dovrà trovare giustificazione per i futuri costi in uomini, mezzi e denaro se vorrà mantenere gli impegni presi.

Cos’è una FOB?

Ce lo dicono i manuali dell’esercito italiano: la Forward Operating Base è una base avanzata temporanea (o meno) avente scopo di fornire supporto sanitario, munizioni, carburanti ecc per le operazioni tattiche di comando e controllo e comunicazioni su una certa area. Solitamente è fornita di una aviosuperficie o un eliporto. ( in parole povere è un posto avanzato di combattimento, quasi direttamente al contatto con il nemico!)

Solitamente , aggiungiamo noi, essa è il “tentacolo” di una Fire Base ovvero di un campo trincerato difeso da potenti artiglierie quale per esempio è stato quello che accolse gli alpini  della task force Nibbio , a Khost , sempre in Afghanistan nel 2003 e che li vide coinvolti in uno scenario ben diverso di quello una operazione “umanitaria” bensì quello di una difficile operazione di controguerriglia tra i monti e sotto gli attacchi dei mujhaeddin. In quell’occasione fecero bella mostra i  nostri mortai da 120 mm nuovi di zecca che tirarono alcune centinaia di colpi  (umanitari) contro gli attaccanti la Fire Base “Salerno”.

Un’operazione tenuta al pubblico quasi segreta per molti mesi e che solo alla sua conclusione il ministro Martino disse che aveva tirato un  bel sospiro di sollievo.

Allora ce la cavammo bene anche se tutte le problematiche dell’operare con automezzi in zone dove le rotabili sono scarse e mal ridotte e dove dietro ogni masso ci può essere un guerrigliero furono ben evidenziate.

Fu cosi che ufficiali e soldati italiani si ritrovarono ad assaporare gli stessi problemi del rifornimenti di carburante che facevano  ricordare quelli della seconda guerra mondiale nel deserto libico.

Spesso questo carburante al quale si approvvigionano i nostri nelle Fire Base o nelle FOB è trasportato da autisti locali o affittati da compagnie private americane e spesso quel carburante stranamente è inquinato e  di una cattiva qualità che manda in tilt il motore dei nostri VM90 che sono la spina dorsale dei movimenti veloci sulle rotabili afgane.

In caso di dubbi sulla veridicità di quanto detto,  chiedetelo agli autisti della task force degli alpini che tra il 30 aprile e 4 maggio 2003 si ritrovarono letteralmente appiedati e bestemmianti sul carburante che gli americani gli avevano rifornito in una FOB nella Bermel Valley in pieno di una operazione di caccia al talebano!

Quanto è avvenuto oggi  potrebbe esser visto in questo contesto o comunque è anche sinonimo di operazioni militari  difficili su un terreno che sempre più sta divenendo  “difficile”...

 

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

osservatoriobrindisi@libero.it

http://www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm

 


 

22 AGOSTO 2008:  FERITI TRE ALPINI  ITALIANI A KABUL!

nei giorni scorsi uccisi 10 paracadutisti francesi e feriti altri 20

IN AFGHANISTAN VA TUTTO BENE?

ultim'ora il governo di Kabul accusa la NATO di un bombardamento nella provincia di Herat che ha causato 76 vittime tra donne e bambini. la NATO ammette e dice che apre un'inchiesta ma afferma di aver ammazzato comunque almeno 30 talebani quindi non lamentiamoci troppo per i danni collaterali...

Un approfondimento di Antonio Camuso per l'Osservatorio sui Balcani di Brindisi

Che le cose stiano diventando pesanti in Afghanistan lo si sapeva da tempo:

Un impegno logistico non indifferente per la NATO ,  un'alleanza militare le cui competenze un tempo arrivavano alle sponde orientali del Mediterraneo, un impegno che avrebbe dovuto terminare con la sconfitta dei talebani e l'insediamento di un governo più o meno fantocci come quello di Karzai e che si sperava concluso o per lo meno ridotto  da parte degli USA prima dell'attacco  all'Iraq.

Invece non è così: stiamo entrando nel settimo anno di guerra,con un impegno militare lungo quanto la seconda guerra mondiale e che rischia di  avere troppe analogie con il Vietnam dopo la caduta di Musharraf

Il Pachistan infatti rischia ormai di divenire la riserva umana di questa guerra infinita, una riserva che sembra inesauribile tal quale fu il Vietnam del Nord  nel conflitto di Indochina   Le cifre,  se credessimo ai rapporti militari NATO sono di perdite da capogiro per le formazioni talebane:ogni settimana  a detta della NATO vengono ammazzati la media di cento talebani in scontri, bombardamenti o attacchi sulle zone tribali. Numeri che porterebbero a cifre di trenta_cinquantamila talebani ammazzati all'anno senza contare dei feriti che ponendo una media da tre a  cinque ogni morto farebbero un numero ancora più impressionante  da 150.000 a 250.000 feriti talebani.

Poichè  le operazioni militari su quel territorio si svolgono solo in alcuni mesi a causa delle condizioni climatiche dobbiamo dividere per tre per avere delle cifre corrispondenti ad un minimo d realtà ma sono sempre impressionanti: dovremmo essere  10-15.000  i talebani morti e trenta-quarantamila feriti, ovvero l'equivalente di mezzo esercito italiano messo fuori combattimento.

Naturalmente di civili ammazzati per errore il numero è top secret,  salvo quando Karzai alza un po' la voce,  ma giusto per chiedere in cambio  come risarcimento qualche danaroso aiuto per per il suo clan e quelli locali che lo appoggiano.

Se è così gli avvertimenti in sede NATO che chiedevano un forte aumento di partecipazione dei paesi NATO presso quella zona di operazione. Su questo punto a maggio di quest'anno ho già redatto una nota che troverete a piè pagina

A gettare il terrore nel campo Nato è stato poi l'annuncio  di questi giorni del congelamento dei rapporti NATO-Russia con il rischio della chiusura dei corridoi militari e le basi nelle repubbliche exURSs che confinano con l'Afghanista e che risultano essere la retrovia logistica per quel fronte!

Questa sarebbe la peggiore delle ipotesi poichè qciò renderebbe inutile qualunque aumento NATO  di uomini e mezzi in Afghanistan venendo a mancare quella la cinghia di trasmissione delle macchine militari moderne: la logistica.

L'episodio di oggi del ferimento degli alpini in  un attacco con un ordigno più o meno telecomandato va inquadrato  come una naturale conseguenza dell'attività  di ricerca mine depositi di armi e stupefacenti che il contingente italiano supportato dai Ranger alpini , truppe speciali e militari Afghani conduce con risultati di rilievo ma che prima o poi portano a risposte della controparte.

Un'attività che per esempio nel distretto di Surobi a 70 km da Kabul ha portato alla scoperta di 50 depositi di armi e 2000 kg di stupefacenti

Un risultato equivalente di tutti i sequestri avvenuti nell'intera provincia di Kabul  e che  è divenuto fonte di studio da parte dei vertici ISAF che vorrebbero operare il modus operandi presso gli altri comandi regionali.

Dietro cifre da far inorgoglire più di qualche generale e qualche ministro della Difesa sappiamo bene che  è quella che  presso il nostro Stato Maggiore a Kabul si chiama " modello operativo poliedrico" : fasci di banconote e di aiuti presso i capi locali che segnalano o fanno trovare qualche depositi di armi e munizioni e il buon senso di non urtare la suscettibilità  e le usanze della popolazione chiudendo  qualche volta un occhio o tutti e due

E' evidente che se queste operazioni, come dicono presso lo SM , concorrono all'implementazione della sicurezza  del distretto di Kabul, da parte talebana e dei capi ribelli a Karzai questo non è preso di buon grado e qualche volta la segnalazione di un deposito di armi può esser una trappola come è stato in questo caso.

Da quello che possiamo immaginare la classica unità di genieri per la bonifica , affiancata da una sezione di 12 militari di scorta,  si muoveva verso la zona da ripulire da mine o altro materiale esplosivo e che sia stata colpita da ordigni telecomandati a filo, a radiocomando o semplicemente con meccanismi di ritardo tali che hanno " graziato" il VM90P dei nostri alpini,  esplodendo con una frazione di secondi dopo il passaggioe danneggiandolo solo posteriormente.  Fortunatamente c'è stato solo il ferimento lieve dei soldati  ma altre volte le cose non sono andate così e le conseguenze son state ben più gravi.

 Domani si riapriranno le solite polemiche sui mezzi inadatti, su maggiori protezioni dei mezzi e sul fatto che è meglio far muovere i soldati "umanitari" su carri armati o autoblindo superprotette e solo con la protezione aerea e quella degli specialisti delle forze speciali.

Sappiamo anche che  le ricadute di tutto ciò sono una lievitazione delle spese, ovvero maggiori tasse per i cittadini o ancora tagli ai servizi sociali e ancor peggio  un 'ulteriore spostamento verso una presenza " guerresca" del nostro contingente in Afghanistan rendendolo simile agli altri con il rischio di far la fine di francesi ed americani, ovvero divenire un bersaglio ambito come lo fummo in Iraq.

Sotto le pressioni NATO, USA e dei generali cosa deciderà il governo Berlusconi e quale atteggiamento avrà la cosiddetta opposizione?

Antonio Camuso

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

22 agosto 2008

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i6 maggio 2008 ultim'ora-

le truppe italiane saranno più coinvolte nelle operazioni di guerra in Afghanistan

i ministri Frattini e La Russa concordano:

 -" i soldati italiani non saranno i furieri della NATO!"-

 nuova retorica  militaresca degli esponenti del nostro governo o invece tentativo di salvare la crisi tutta interna alla Missione ISAF della NATO?

una nota dell'Osservatorio sui Balcani di Brindisi

Non si è spenta ancora l'eco dell'ultimo attentato contro le nostre truppe di stanza nella capitale Kabul, con il ferimento grave di un nostro giovane soldato,   che , da parte di esponenti del nostro governo partono       dichiarazioni volte a  dimostrare la capacità dell'attuale governo Berlusconi di prendere decisioni ferme, sia che si tratti di ripulire le strade di Napoli passando sui corpi dei manifestanti antidiscariche, che di spostare i nostri militari sui fronti della guerra al terrorismo.

In piena campagna elettorale è stata sollevata la boutade della modifica delle regole d'ingaggio dei nostri militari in Libano quasi che  il loro esiguo  contingente potesse risolvere il problema del disarmo degli hezbollah, dove il potente esercito israeliano non era riuscito in quasi vent'anni.Alla luce degli accordi interlibanesi  di questi ultimi giorni che vedono Siria, Iran e Arabia Saudita,  fare da pacificatori nel martoriato Libano, i nostri  fanfaroni politicanti incapaci di comprendere come vanno le cose del Medioriente, hanno preferito vergognosamene fare marcia indietro:-Nessuna variazione delle regole d'ingaggio!  Vanno  bene quelle che ci sono!-

Le nostre truppe in Afghanistan se richieste dalla NATO andranno a combattere nel SUD con tempi di preavviso di sole 6 ore!

Che significa questa dichiarazione del ministro Frattini del 26 maggio 2008?

7 ANNI DI GUERRA!

titolava  così un famoso periodico degli anni 50 e 60 che attraverso le immagini fotografiche raccolte da cinegiornali di guerra della seconda guerra mondiale ha ricordato a più generazioni come quel conflitto e le sue tragedie fosse durato un tempo che per molti era sembrato infinito eppure ...

AUTUNNO  2001 dopo l'attacco alle torri gemelle di NYork la coalizione internazionale contro il terrorismo a guida Usa e con coinvolgimento NATO iniziava le operazioni di guerra contro i talebani afghani e  le milizie di Bin Laden di stanza in Afghanistan.

Sembrò una passeggiata militare condita con  spettacolari bombardamenti, milizie, mercenari, commandos, scannamenti di prigionieri per strada o nelle prigioni  e poi  finalmente si salutò l'arrivo della democrazia.

Estate 2008, sette anni dopo...

A distanza di sette anni il quadro è ben diverso, pur nelle mille contraddizioni di quel paese , con le donne che indossano i burqa, la legge islamica che fa da padrona, il paese  ha aumentato a dismisura la sua produzione di papavero , pur riconoscendo d'altro canto che   l'83% della popolazione accede ai servizi sanitari e si è dato un forte impulso alla scolarizzazione compresa quella femminile, mentre si è messo mano alla ristrutturazione della rete viaria, fondamentale per un paese orograficamente così difficile.

Ma la battaglia principale. quella contro i talebani nel sud del Paese non è stata vinta nonostante sette anni di impegno militare USA e NATO,  gravoso e pieno di polemiche per i tanti civili ammazzati per sbaglio, per le perdite tra militari occidentali e soldati regolari afgani che vanno man mano crescendo a causa della irachenizzazione degli attacchi guerriglieri.

 Sempre più statunitensi e canadesi richiedono un maggiore coinvolgimento degli altri contingenti della NATO compreso quello italiano ma, il problema vero non è spostare mille o duemila uomini nelle zone calde del paese. 

ISAF VENTI DI CRISI?

 titolava così la relazione del generale tedesco Bruno Karsdof, capo si Stato maggiore dell'Isaf alla conferenza sulla sicurezza a Berlino il 4 luglio 2007, a circa sei anni di guerra una relazione impietosa in cui sui due piatti della bilancia son messi  le conquiste avutasi in campo socio-umanitario in parti importanti del paese, grazie ai cospicui contributi internazionali e l'opera delle ONG e associazioni umanitarie, ma anche la pesante cverità che nel 40 % del paese il controllo del governo di karzai è praticamente nullo e in zone come  come la provinchia dell'helmand appena conquistate dalle forze NATO, una volta ritirate le truppe occidentali i guerriglieri ritornano immediatamente ad infiltrarsi debolmente contrastati dalle truppe di Karzai.

Senza mezzi termini e facendo il paragone con la missione NATO nel Kosovo , a detta del generale tedesco occorrerebbe un intervento di...800.000 per assicurare  il pieno controllo del territorio di un paese grande due volte quanto l'attuale Germania. Stiamo parlando di una cifra rispetto alla quale i 40.000 uomini dell'ISAF rappresentano una cifra ridicola e che  conferma come qwuella dell'Afghanistan è una guerra finita in partenza : due modi di concepire il tempo, quello occidentale pesato a suon di dollari? o euro? e dall'altro quell'orientale con lo scorrere immutato degli inverni e delle primavere sugli altopiani afgani, con le preghiere quotidiane nelle madras del vicino pachistan, con il rincorrersi di bambini scalzi su strapietrose, con il te preso nelle tende dei clan delle zone tribali, con il...

ma la crisi dell'ISAF non è puramente militare , ma anche paragonata al Vietnam crisi di sostegno dell'opinione pubblica.

 Dice testualmente così il Capo di Stato Maggiore dell'ISAF:"-non c'è alternativa dobbiamo avere successo, nell'interesse nostro, della nostra Alleanza e del popolo afgano"-

L' ordine in cui son messi i tre punti fa comprendere come per la NATO la guerra afgana rischia di divenire un pesante precedente politico militare che ne metterebbe in cattiva luce la sua credibilità internazionale e darebbe un calcio poderoso a quel concetto strategico della NATO varato a Washington nel suo 50mo, dopo la "splendida vittoria" sulla Serbia nel 1999 e che decretava la NATO come forza politico-militare avente campo d'intervento

a fronte di questo rischio il ritornello dei vertici militari NATO è da anni lo stesso:.. più risorse, più sostegno..

ma in tempi di crisi economica chi sarà pronto a far fare altri sacrifici ai proprioi cittadini-consumatori per mandare altri soldati, altri carri armati nel lontano Afganistan?

Chi vorrebbe morire per Danzica?

questa  tragica domanda fu ritorta contro l'opinione pacifista europea ed americana che  non voleva entrare in guerra contro la Germania nazista pochi giorni prima dell'invasione della Polonia nel  settembre 1939

 per gli interventisti la frase classica fu : oggi Danzica, domani Parigi e Londra e poi il mondo intero sotto il tallone nazista...

agitando questi spettri il segretario generale  della NATO , Jaap de Hoop Sheffer  a Washingngton nel gennaio 2004 lanciando l'ennesimo appello per più truppe e più coraggio daglia alleati NATO, ha detto:"- la nostra priorità immediata è quella di sistemare le cose in aAghanistan, non possiamo permetterci di fallire...se noi non andiamo in Afghanistan, sarà l'Afghanistan a venire da noi...-

sono passati 4 anni  e nulla è cambiato, neanche il governo italiano in carica , che agitando manie di grandeur vorrebbe mostrare i muscoli con sparate come quella della diminuzione dei tempi di intervento dei soldati italiani nel Sud del paese. per chi è stato in quelle lande pietrose sa che nel muoversi le ore diventano giorni e i giorni settimane ed intanto i ribelli nel giro di pochi minuti scompaiono come neve al sole confusi  nella popolazione

ANTONIO CAMUSO

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI


 

 

Afghanistan

23 ) la faccia triste dei Talebani a Kabul

22) 

Afghanistan: la guerra perduta dagli USA e dalla NATO.

Ovvero quando la demografia sconfisse droni e bombe intelligenti

21) Fatima , donna Kamikaze fa strage di piloti sudafricani.Affari, guerre di mercato tra contractors e strane coincidenze

20)LaRussa travestito da Befana porta il carbone in Afghanistan ai generali che  gli hanno mentito? …la svolta afgana tra cecchini e Terminator volanti.

19) LaRussa Mai militari contro i civili.dateci le bombe

18) Svolta italiana: le bombe aeree rassicuranti

17) Quattro alpini morti. Domanda vietata ai giornalisti: quanti altri?    9-10-2010

16) Uav italiani per guerra in pachistan di A Mazzeo

15) Kill Team. Da gennaio 2010 impunità assoluta  per militari italiani all'estero?

14) incidente di caccia: un incursore italiano ucciso mentre andava a caccia di talebani

13) Mentre  due soldati italiani morivano  in Afghanistan a Gallipoli, sulle spiagge  i reclutatori dell'Esercito erano all'opera.

12) Ma i dossier di Wikileaks non scoprono un re nudo?

11) LA GUERRA AFGANA ATTRAVERSO WIKILEAKS

10) la guerra in  Afghanistan (riv.Comunista)

9) 17 maggio 2010: Due morti sulla strada di Giarabub, ovvero la guerra logistica persa dalla NATO   di Antonio Camuso

8) 25 feb 2010 Le accuse di gino strada sul rifinanziamento guerra afgana

7) botti di capodanno con strage di agenti Cia: un incidente di fuochi pirotecnici?

6) Quando i talebani andarono a scuola dagli italiani 23-8-09

5) nuovo codice militare per missioni all'estero?il vergognoso silenzio dell'opposizione

4)9 luglio 2009 Precipitati elicotteri russi in Afghanistan. Verità nascoste

3)3 maggio 2009 , uccisa bambina afgana da soldati italiani

2)Alpini, silenziatori e crisi mondiale

1)su attacchi a italiani da maggio a settembre 2008

Vedi anche:

LE INCHIESTE

I DOCUMENTI

 GLI ARTICOLI

GLI INTERVENTI