ritorna ad  HOME PAGE osservatorio 

E' consentita la riproduzione , ,senza fini di lucro dei materiali prodotti dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi  con l'obbligo  di riportarne esplicitamente la fonte.

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

 CHI SIAMO  NEWS  Mail  INCHIESTE/ARTICOLI  ARCHIVIO
 URANIO U 238   PUGLIA MILITARIZZATA  IL FUTURO MILITARIZZATO MIGRANTI E FFAA MILITARIA RECENSIONI

OPEN AREA Pugliantagonistainforma

Archivio storico   Benedetto Petrone

Pugliantagonista homepage
categorie

 GUERRE NEL MONDO: Kurdistan /1

Pagine

correlate

Armi

armamenti

NLW  armi non letali


Controllo di massa


Forze Armate

Italia

Mondo


Guerre

Afghanistan

  Balcani

 Iraq

Kosovo

Mondo


Movimenti

no-global

no-war

no-nuke

no-racisme


Servizi segreti


Stragi


Storia

II Guerra mondiale

 

 

Guerra fredda


 

 

 

 SUGLI ARRESTI DI CURDI IN EUROPA

  Orsola Casagrande-il Manifesto 7/3/2010

IMRALI D´EUROPA

Imrali non è poi così lontana. E a condividere le sorti del loro leader, Abdullah Ocalan, sono in tanti. Mai come in queste settimane è diventato evidente.

L'isolamento è certo di Ocalan, rinchiuso nell'isola-carcere, fino a pochi mesi fa unico detenuto, da 11 anni. Ma è anche drammaticamente dei milioni di kurdi che vivono in Turchia. Circondati da un muro di gomma difficile da penetrare. L'isolamento però è anche quello che vivono i kurdi che stanno in Europa. Centinaia di migliaia di persone, vicini di casa. Soli. Invisibili. Che è quasi imbarazzante dirlo. Perché immediatamente si sente la cattiva coscienza spingere da dentro, dalla bocca dello stomaco.

In questi giorni questa solitudine si è come materializzata. E' tangibile. Decine di giovani, attivisti, dirigenti di organizzazioni legali sono stati arrestati in Italia, Francia, Belgio. L'ultima in ordine di tempo è stata l'operazione condotta da trecento agenti dell'antiterrorismo belga contro RojTv, la televisione satellitare kurda (con regolare licenza in Danimarca). L'accusa è fumosa, si parla di PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan che l'Europa ha diligentemente inserito (Usa e Turchia ordinano) nella lista delle organizzazione terroristiche. La polizia ha fatto irruzione negli studi di RojTv alle cinque del mattino. Ha perquisito e posto in stato di fermo diverse persone, tra cui alcuni giornalisti, poi rilasciati. RojTv (prima Med Tv, poi Medya Tv: non ha cambiato nome per vezzo ma perché come in Turchia i partiti kurdi, perseguitata e illegalizzata) tutti i giorni trasmette programmi di ogni genere: dalle news, all'approfondimento , dai talk show ai programmi per bambini. Tutto trasparente: basta accendere e guardare. Chi parla a RojTv dice apertamente tutti i giorni quello che pensa. Denuncia la situazione in Kurdistan (nelle sue quattro parti, Iran, Iraq, Siria e Turchia). Informa, discute e dibatte. Alla luce del sole. Soprattutto, propone.

Prima dell'operazione belga c'è stata quella congiunta Italia-Francia. Smantellato un campo di 'addestramento ideologico' in Toscana, recitano le agenzie, imboccate dalla questura. In sostanza, secondo l'accusa (270 bis l'articolo in questione) il Pkk reclutava giovani da mandare in Kurdistan a combattere. In Italia il partito kurdo si occupava solo dell'indottrinament o ideologico. Non sono state trovate armi. Non c'è traccia di un addestramento militare, precisa la procura di Venezia. Solo 'ideologia' si insegnava al presunto campo per giovani.

Chissà perché viene in mente continuamente Frattocchie, la scuola del PCI. Ma anche le parrocchie.. . 'indottrinamento ideologico' è la definizione post 11 settembre con cui si etichettano incontri politici, che potrebbero essere paragonati alle scuole quadri o al catechismo. Si obietterà che venivano mostrati video di guerriglia. In casa tutti i compagni conservano gelosamente 'Guerra di guerriglia' di Che Guevara e similaria...

Decine di arresti, centinaia di migliaia di kurdi. Soli. Manifestano ogni anno al Newroz, il capodanno kurdo, il 21 marzo in molte città europee e nessuno li vede. Quarantamila persone in Germania, ventimila a Londra, cinquemila a Parigi. Ma nessuno li vede. I kurdi sono invisibili anche quando scendono per strada. L'Europa è complice di questo isolamento. La Turchia è un partner economico troppo importante (con tutto che magari alla fine sarà proprio Ankara a voltare le spalle alla Ue, preferendo guardare al medio oriente). Ma è complice anche la sinistra che in tanti paesi è stata al governo. L'Italia? Dopo la vicenda Ocalan difficile sperare che recuperasse terreno. Anche se rifondazione (che in qualche modo convinse Ocalan che il bel paese era un paese con un governo amico) al governo c'è stata e qualcosa avrebbe potuto dire e fare. Il resto d'Europa? Ha scelto di non vedere migliaia di suoi cittadini.

Ma la cosa più grave è che ha scelto di non vedere i kurdi anche quando propongono una soluzione negoziata del conflitto in atto in Turchia dal 1984. Perché oggi il Pkk è promotore di idee di soluzione. Per inciso, il Pkk è in cessate il fuoco unilaterale da marzo 2009. La Turchia, l'esercito turco no. E continuano a uccidere e bombardare. Ormai si fa prima a contare quanti politici kurdi sono rimasti fuori dal carcere... In Turchia ma anche in Europa. Si vuole chiudere la bocca a chi parla di pace. Anzi, siamo ormai al paradosso per cui parlare di pace è reato.

Peraltro vale la pena ricordare che proprio mentre si consumano gli arresti di decine di kurdi, nei Paesi Baschi, la sinistra indipendentista parla di pace, propone un percorso di pace e viene zittita. Con il carcere. La pace non è un business. La guerra sì.

Lo diceva Arnaldo Otegi, leader della sinistra basca, nel video inviato alla conferenza di pace organizzata dal comune di Venezia lo scorso novembre (si parlava di paci possibili, in Turchia come in Spagna, nessuno ha raccolto). Un video perché, ironia macabra della sorte, nel frattempo era stato arrestato (perché parlava di pace). Otegi ricordando il discorso storico di Arafat alle Nazioni Unite trent'anni fa diceva che la sinistra basca (ma vale anche per il Pkk) si presenta davanti al mondo con un ramo d'ulivo in mano. L'invito: 'che nessuno lasci cadere questo ramo d'ulivo'. In questo momento questo ramo d'ulivo sta cadendo verso terra.

       
 

Terrorismo???, reclutavano curdi per il Pkk: undici arresti

26 febbraio 2010

IL NOSTRO COMMENTO:

INTERNAZIONALISMO E SCHEDE ELETTORALI OVVERO
    

Arresti di Curdi in Italia, il silenzio odierno, Dino Frisullo e il Vietnam

 

Mentre oggi,   in Turchia ad andare in galera, per tentato Golpe, sono gli stessi generali ed ammiragli che da decenni in quel paese hanno condotto campagne di sterminio ed annientamento dei Curdi,  e che in occasione della follia collettiva post-11 settembre, quando si stilavano le liste internazionali di “nemici/terroristi globali” erano riusciti ad inserire  partiti ed organizzazioni di opposizione, in Italia, sempre oggi ad essere incarcerati sono le loro vittime, i Curdi.

In questo quadro va intesa l’odierna “brillante operazione “ contro reclutatori alla guerriglia curda e turca.Una dozzina di aspiranti combattenti in Italia e altrettanti in Francia, parlano le cronache e  addirittura c’era pure qualche italiano che li aiutava….!!!

Per l’ennesima volta, come sta succedendo sempre  più spesso, la sinistra volta la faccia dall’altra parte, presa dal vortice di adesione unanimista al partito dei giudici e dei Pubblici ministeri dimenticando quello che fu il cavallo di battaglia e il legante ,di essa, per oltre un secolo:la solidarietà internazionalista alle lotte di liberazione nazionale .

La solidarietà al popolo curdo  stritolato tra l’Iraq di Saddam , l’Iran dello Scià e poi dei Mullah, e la Turchia dei generali golpisti filoNATO ed Israele vide in Italia un paladino eccezionale: il compagno Dino Frisullo ,  scomparso 7 anni fa , le cui ossa oggi si staranno torcendo dinanzi  il miserabile silenzio con cui è stata accolta la notizia di questa brillante operazione.

Siamo sotto elezioni! Nessuno vuole arrischiare di perdere un solo voto, dicendo che gli arrestati sono le vittime e che il diritto alla Resistenza è sancito dalla nostra Costituzione…

Vogliamo ricordare nelle pagine del nostro sito http//:www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm

quando un’altra guerra, decretata dalla “Comunità internazionale “ contro i terroristi vietcong, scuoteva le coscienze e le piazze del mondo e  come dall’Italia uomini e donne  volontariamente

vollero andare a prestare la loro opera al fianco del Vietnam, organizzati  dal Partito Comunista

Italiano. Pagine scomode ma degne di esser lette che possiamo ritrovare non su opuscoli di propaganda di partito bensì nei diari e reportage della “stampa borghese” di 50 anni fa  divenuti in seguito dei best seller.

Da uno di questi, dal titolo emblematico “ Siamo tutti in guerra” di Corrado Pizzinelli –Longanesi editore vogliamo ricordare la vicenda del medico Franco, di Torino, medico, comunista, con una falce e una stella tatuati sul braccio, che con un viaggio organizzato dal PCI , insieme ad altri suoi compagni, passando da Berlino, Varsavia, Mosca, Pechino, Hanoi,giunse dopo un mese e mezzo di viaggio al confine cambogiano per poi attraversare il confine del Vietnam del SUD per installare un ospedale da campo dei guerriglieri, pardon,  oggi diremmo dei terroristi internazionali, una vicenda triste e cruda quella narrata dal giornalista della Gazzetta del Popolo,  terminata paradossalmente dopo che l’internazionalista Franco  ferito e medicato  è accolto da dei proprietari di una fattoria francesi-italiani ( signori Battaglia), morì per mano dei Vietcong stessi che credevano che lui li avesse traditi.

vietnam.JPG (49370 byte)

Una vicenda vera, ma, che, eliminando ogni forma di romanticismo, ci riporta alla dura realtà della guerra che travolge sul suo cammino tante vittime innocenti, ma… come ,  si diceva allora, come  fare a voltare lo sguardo dinanzi alle stragi dei marines a MY LAI o quelle dei B52 su Hanoi? Ebbene oggi basta  qualche pugno di voti promesso da qualche benpensante radical-chic  per tacere sull’infamia di Gaza, o quella delle centinaia di villaggi curdi distrutti dai militari turchi, sulle stragi di civili nelle tante guerre umanitarie e sui milioni di morti di fame.

 La Turchia , concluderebbe Dino Frisullo, con una delle sue analisi piena di cifre e statistiche,  è un partner importante , specialmente per le nostre industrie di armamenti, quelle dell’alta tecnologia sulla quale si spera che faccia ripartire la nostra economia, quindi… che valgono le vite di un pugno di giovani idealisti che volevano andare a combattere per l’indipendenza del loro paese? Presto una sentenza di un nostro tribunale , dopo la testimonianza dei soliti torturatori turchi a volto coperto, come è successo al comunista turco AVNI ER, decreterà la loro espulsione verso la Turchia e la loro morte assicurata in un lager turco. In compenso qualche manager incasserà laute ricompense e un po’ di operai nostrani potranno tirare un sospiro di sollievo:”-Niente cassa integrazione quest’anno! La Turchia ha confermato gli acquisti di nuovi elicotteri, nuovi sistemi d’arma e nuovi radar alle nostre aziende nazionalpopolari”-

 

Osservatorio sui Balcani di Brindisi http//:www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm 

Brindisi 26 febbraio 2010

 






     

Guerre nel mondo:

 1) la Battaglia di Gaza (6/1/09)

2)la battaglia di Nahr Al-Bared( 10/5/2008)

3) guerra robotica ai pirati somali

4) no AFRICOM  Africom sbarca alle seychelles(13/9/09)

5) Gli artigli dell´Impero sul Canale di Panama
20-9-09

7)Contro i pirati aerei robot e P-3 da Sigonella ( A.Mazzeo) 2/2/10

Per gli articoli recenti clicca su

Guerre nel mondo:

 

Vedi anche:

LE INCHIESTE

I DOCUMENTI

 GLI ARTICOLI

GLI INTERVENTI