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Albert Einstein  e la nascita dello stato di Israele

EREZ ISRAEL anno 5711: Einstein parla del suo popolo

L’antisemitismo? Non è un fenomeno umano anormale…

Epoca 2 dicembre 1950 …70 anni fa( ASBPetrone, fondo Galiano Lombardi/V.d.indie)

Quanto la storia dell’umanità sia piena di contraddizioni e paradossi ne abbiamo conferma dalla rilettura diun articolo ripescato tra i primi numeri di Epoca usciti nel 1950 e che fanno parte del Fondo Galiano Lombardi/Valigia delle indie  preso in custodia da noi dell’Archivio Storico Benedetto Petrone.

E un articolo del  famoso scienziato, l’icona del pacifismo e del libero pensiero,  nel quale espone il suo sentirsi identitariamente legato al destino del popolo ebraico, alle sue tradizioni , ridicolizzando però l’idea razzista che  ne fa di esso una progenie con un unico DNA. Paradossalmente , con lo stile del profondo conoscitore dei meccanismi che muovono  non solo le leggi planetarie ma quelli più contorti degli esseri umani,  definisce l’antisemitismo un sentimento non anormale  e che fa parte delle dinamiche socioculturali di una società che trasformandosi vive continue crisi.  Come spiega Einstein, esso va pari passo con  i riflussi involutivi che si presentano in queste crisi e in cui marginalizzare  e ritenere  una o più minoranze  elementi di disturbo, se non proprio di pericolo, per il gruppo maggioritario, siano un tutt’uno con il richiudersi in se stessa di quel gruppo , un arretramento culturale che pagherà, se al contrario altri invece  coglieranno l’importanza del multiculturalismo.

 E’ un Einstein che difende l’idea di  un luogo dove gli ebrei dopo tante persecuzioni possano vivere al sicuro,   e che accetta dopo il conflitto del 1948 il dato di fatto della nascita dello Stato d’Isralee, ma…con molta amarezza, poiché il suo auspicio sarebbe stato il riuscire a costruire una identità statale che unisse arabi ed ebrei, nella soluzione “due popoli uno Stato”, purtroppo in quel 1950 ormai la via era un’altra.  Si sarebbe potuto fare diversamente? Einstein su questo punta il dito sulla Gran Bretagna  che aveva applicato per sua convenienza il vecchio detto “dividet et impera”. L’augurio che dello scienziato era che presto i segni della violenza e del lutto e delle divisione tra ebrei e arabi potessero presto essere cancellati attraverso  un riavvicinamento tra esseri umani.  Purtroppo  le leggi della fisica dell’Universo, per lui, furono più facilmente prevedibili che quelle che regolano  i rapporti dei popoli del Pianeta Terra ed oggi a distyanza di 70 anni quei meccansimi  che lui definiva non anormali e che danno luogo anche  a forme di discriminazione coem l’antisemitismo e risposte violente contro chi è ritenuto pericoloso, sono una regola che muove  la politica , manu militari, dello Stato d’Israele nei confronti dei palestinesi e dei paesi arabi del fronte del rifiuto. Riportiamo in questa pagina questi ultimi passaggi di Einstein e siamo disponibili a richiesta all’indirizzo pugliantagonista-at-libero.it di inviare le scannerizzazioni dell’articolo in questione.

Non casualmente pubblichiamo contestualmente un’altra pagina di pugliantagonista/Archivio st B Petrone, dedicata ad un articolo apparso sullo stesso numero di Epoca di quel 2 dicembre 1950, relativa al pericolo imminente di un conflitto tra Occidente e URSS  ed in cui gli USA avrebbero fatto uso massiccio di centinaia di bombe atomiche. Un articolo in cui  si auspicava che il manifesto pacifista di Stoccolma in  cui c’era la firma –e la faccia di Einstein- facesse rinsavire  i governanti a partire dalla presidenza USA.

L’archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi 2 dicembre 2020

 

EREZ ISRAEL anno 5711: Einstein parla del suo popolo

 

…. alla nostra gioia si unisce la tristezza di vedere che le nostre relazioni con gli arabi sono lontane, in questo
momento, dal nostro ideale. Forse noi avremmo potuto raggiungerlo se ci fosse stato permesso di definire, senza essere turbati da altri, le nostre relazioni con i nostri vicini, poiché noi vogliamo la pace soprattutto perché comprendiamo che il nostro sviluppo futuro dipende soltanto da essa. Se noi non siamo riusciti a realizzare una Palestina unita dove arabi ed ebrei avrebbero potuto vivere eguali e liberi in pace, la colpa non è nostra né dei nostri vicini, ma piuttosto della Gran Bretagna. Se una nazione domina altre nazioni, come nel caso del mandato britannico sulla Palestina, essa può difficilmente evitare di seguire il celebre motto:” Dividere per regnare ». In linguaggio chiaro, ciò significa creare la discordia tra i popoli governati al fine che essi non si uniscano per
scuotere il giogo che è loro imposto

.

Ebbene, il giogo è stato in certo modo scosso; tuttavia il germe della desiderata discordia ha portato lutti, guerra e violenza…. I nuovi ebrei immigrati sono costretti a condurre una vita dura e frugale, tuttora minacciata dagli
attacchi del nemico. Per ciò pensiamo con commozione alle privazioni e ai sacrifici personali che questo volontario atto d'amore fraterno significa per gli ebrei d'Israele.

Un bel regalo

I mezzi economici della comunità giudaica d'Israele non sono sufficienti a condurre in porto questa formidabile impresa. Per centomila persone delle trecentomila che immigrarono in Israele dopo il mese di maggio 1948, mancarono l'alloggio prima e l'impiego poi. Bisognò radunarli in campi improvvisati, in condizioni che erano e sono un'onta per noi tutti.

Non bisogna che quest'opera magnifica crolli, specialmente perché gli ebrei d'America non porgono l'aiuto sufficiente o lo porgono in ritardo. A mio avviso, un regalo prezioso è stato fatto a tutti gli ebrei : l'occasione di prendere parte attiva a questa opera magnifica...

Albert Einstein

 

 

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