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URANIO CONDONO TOMBALE 2010

18 febbraio 2010

Uranio assassino, legge salva-ministri-generali in discussione al Parlamento (art.9 DL 1/2010)

Alla chetichella, nascondendolo tra le mille pieghe del decreto milleproroghe governo e poteri forti manovrano per far passare una sorta di “lodo Alfano”, il condono-immunità per Difesa e Forze Armate (art. 9 DL 1/2010).
Il provvedimento  mira a:
* vanificare i risultati della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito che fatto valere l’obbligatorietà del principio di precauzione e il dovere dell’Amministrazione Difesa di risarcire le famiglie degli uccisi, militari e civili esposti alle attività dei poligoni (concentrati in Sardegna);
* raggirare/sospendere le sentenze della Magistratura che hanno accertato le responsabilità della Difesa e l’hanno condannata a congrui risarcimenti delle famiglie dei militari inviati allo sbaraglio nei teatri di guerra e uccisi dalle “polveri amiche” all’uranio.
 * svuotare e bloccare la lotta della Sardegna per  accertare le responsabilità politiche, economiche e soprattutto penali  della devastazione ambientale e della strage delle popolazioni martirizzate dall’impatto dei poligoni Salto di Quirra, Capo Teulada, Decimomannu/Capo Frasca.

Il “vantaggio” del provvedimento salva-ministri e generali è cinicamente dichiarato: “ Ci saranno minori oneri da parte dello Stato”. Pagano solo le vittime! Furbescamente si  omette di dettagliare ed illustrare il vantaggio per lo Stato di eludere responsabilità penali, obblighi e oneri di ripristino ambientale, bonifica della terra e del mare di Sardegna devastata dalle attività belliche.

  Pochissime le voci di dissenso e denuncia  che si sono sollevate nel corso dell’iter parlamentare. Non si  è sentita  la voce dei parlamentari  sardi contro il colpo di coda della lobby della guerra che infligge un colpo mortale alla Sardegna depredata dei suoi figli in divisa, umiliata e avvelenata dalle basi della guerra. Docili e servili voteranno unitariamente, ancora una volta, contro il loro popolo e la loro terra.

Comitato sardo Gettiamo le Basi

Tel  070 823498—3467059885--3386132753


Riproponiamo un episodio della reazione della lobby militarista e bellicista all’azione antagonista di popolo che delinea  gli obiettivi parziali, a breve scadenza di una delle varie  battaglie in corso per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di “paradiso della guerra”

**** **** maggio 2009********

Sindrome Balcani- Quirra.

La rapina di vita e salute.

  La lotta dal basso lunga dieci anni di famiglie, associazioni di militari e comitati antimilitaristi della Sardegna, sorretta solo da pochissimi parlamentari (non sardi!), ha strappato un risultato. Il Dpr 37/09 recepisce - tardivamente, dopo un anno- i risultati della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito (2/2/2008) e sancisce il diritto al risarcimento, sia dei militari, sia delle popolazioni residenti nei pressi dei poligoni. Il punto rilevante è il riconoscimento, seppure implicito, delle responsabilità dei vertici militari e politici. Al contempo il Dpr rappresenta un esempio dell’applicazione dell’italico principio “fatta la legge, fatto l’inganno”: stanzia fondi irrisori e, soprattutto, fissando “il parametro oggettivo” della residenza nel raggio di km. 1,5 dalle strutture militari, riesce ad escludere la stragrande maggioranza delle popolazioni condannate a convivere con il poligono Quirra-Perdasdefogu e l’intera Teulada.
Non cessa d’indignare il cronico, omertoso silenzio delle istituzioni, della classe politica e dirigente della Sardegna. 

Piano di Monitoraggio Ambientale del Pisq (Poligono interforze Salto di Quirra)
L’escamotage per eludere responsabilità  

  La Commissione Parlamentare ha posto fine alla depistante diatriba sul nesso causa-effetto tra uranio/inquinamento bellico e sindrome Golfo/Balcani/Quirra, ha rovesciato su Difesa e Forze Armate l’onere della prova. La controffensiva, la corsa ai ripari è immediata, ministri della Difesa (Parisi, La Russa) e generali attivano a velocità super il Piano di Monitoraggio del Pisq”. Lo scopo è dichiarato con ingenua onestà o estrema arroganza: “tranquillizzare (alias sedare, narcotizzare) la popolazione locale, nonché il personale del Pisq”; “acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare che il poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza, eludere l’obbligo del risarcimento e, soprattutto, le responsabilità penali.

Il Piano predisposto da Aeronautica e Difesa consiste in un “ Capitolato Tecnico” per l’acquisto di un parco strumenti di monitoraggio (collaudo e servizi connessi), oggi optional di prestigio, obbligatorio in un prossimo domani. “Il controllato” definisce cosa, come, quanto e dove controllare, per di più, copre la spesa senza intaccare il bilancio della Difesa, usa i 2,5 milioni stanziati dalla Finanziaria 07, affidati anche al ministero dell’Ambiente, destinati agli accertamenti sanitari e alla  ricerca scientifica, che è altro rispetto all’acquisto di macchinari. Il disposto, l’iter e lo spirito della legge (emendamento Bulgarelli, strappato grazie all’impegno del Senatore e anche alla pressione ostinata delle associazioni antimilitariste della Sardegna) escludono che il legislatore abbia inteso incrementare il budget della Difesa con una sorta di finanziamento mascherato.

Gli specchietti per allodole. Il coinvolgimento delle Autorità locali e persino di Gettiamo le Basi, propagandato come garanzia di democraticità e trasparenza, di fatto, è confinato alla possibilità di esprimere osservazioni, ovviamente di mero dettaglio. La propagandata “procedura di evidenza pubblica” per selezionare le ditte fornitrici è stata gestita “in famiglia”, da un agenzia Nato. La Provvidenza ha voluto che una delle ditte vincitrici sia la controllata di una delle multinazionali delle armi, inquilina in pianta stabile del Pisq, presumibile corresponsabile della contaminazione.

La qualità del Piano è facilmente valutabile raffrontandolo al piano di caratterizzazione della Syndial: sui 1.100 ettari dello stabilimento di Porto Torres sono stati effettuati 1.500 campionamenti; nell’area di 12 volte superiore del Pisq, 13.000 ettari, i campionamenti sono 200,  altri 500 in ’“zone non direttamente interessate da attività militare”. A mare - una sola delle quattro zone adibite ai “giochi di guerra” con i suoi 2.840.000 ettari supera la superficie dell’intera Sardegna - si esaminano 133 ettari suddivisi in tre zone, una di queste è l’area dello stabilimento balneare con le stellette. La metodologia di ricerca che sottende il Capitolato, per ammissione degli stessi vertici militari, non è adeguata a dare risposta all’epidemia di tumori e alterazioni genetiche che devasta il territorio Esistono tutti i presupposti che l’operazione si traduca nell’ennesima indagine (la numero 8/9) mirata a Non Trovare quello che si vuole Non Trovare, l’ennesimo sperpero/dirottamento di denaro pubblico (i risultati, inizialmente previsti per l’ottobre 09, saranno resi noti verso  giugno 2010).            

Dubbia legalità. La funzione dichiarata è “limitare gli eventuali effetti nocivi sulla popolazione e sull’ambiene (..) riducendo e controllando l’uso di materiale pericoloso, la produzione e l’immissione di sostanze inquinanti.Quindi non si mira, neanche in via teorica, ad arrestare la contaminazione ma solo a ridurla, il fine non è il rispetto dei diritti umani fondamentali alla salute e alla vita, evidentemente considerati secondari, subordinati alle esigenze dei poligoni, valutati invece “essenziali strutture”. Si ribadisce la volontà di persistere nell’illegalità, nella  violazione delle norme internazionali che impongono: “Gli Stati, a seconda delle loro possibilità, devono applicare largamente misure di precauzione per proteggere l’ambiente. In caso di minaccia di danni gravi o irreversibili, l’assenza di certezze scientifiche assolute non deve servire da pretesto per ritardare l’adozione di misure convenienti miranti a prevenire la degradazione dell’ambiente” (Protocollo di  Rio de Janeiro 1992).
Di quanto si pensa di ridurre la percentuale abnorme di tumori e alterazioni genetiche?
Quanti bambini malformati, quante vite dobbiamo ancora sacrificare affinché possano vivere le basi della guerra, i poligoni della morte, Pisq, Teulada, Decimomannu/Capo Frasca?

                                                                                                                    Comitato sardo Gettiamo le Basi

tel 3386132753- 3467059885 -070823498

 

 

 

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