ritorna ad  HOME PAGE osservatorio 

E' consentita la riproduzione , ,senza fini di lucro dei materiali prodotti dall'Osservatorio sui Balcani di Brindisi  con l'obbligo  di riportarne esplicitamente la fonte.

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

 CHI SIAMO  NEWS  Mail  INCHIESTE/ARTICOLI  ARCHIVIO
 URANIO U 238   PUGLIA MILITARIZZATA  IL FUTURO MILITARIZZATO MIGRANTI E FFAA MILITARIA RECENSIONI

OPEN AREA Pugliantagonistainforma

Archivio storico   Benedetto Petrone

Pugliantagonista homepage
categorie

Gli articoli dell'OSSERVATORIO/4

Pagine

correlate

Armi

armamenti

NLW  armi non letali


Controllo di massa


Forze Armate

Italia

Mondo


Guerre

Afghanistan

  Balcani

 Iraq

Kosovo

Mondo


Movimenti

no-global

no-war

no-nuke

no-racisme


Servizi segreti


Stragi


Storia

II Guerra mondiale

 

 

Guerra fredda


 

 

 

11 settembre 2001 attacco alle torri gemelle di NY

 Una sorpresa o gli avvertimenti rimasero inascoltati sotto la pressione delle  lobby dello scudo spaziale?

L'opinione controcorrente: l’11 settembre frutto di stupidità, lobby e deregulation traffico aereo

Replico, a 10 anni di distanza, quanto pubblicai sul Manifesto andando controcorrente a chi fa di quel giorno un grande complotto.

1)Quanto riporto erano dati che nelle stese ore che andava in scena l’attacco alle torri , li stavo trascrivendo per preparare un documento sullo scudo missilistico  da presentare in un controconvegno che pochi giorni dopo era in programma a Napoli. Quanto stavo vedendo in tv era stato previsto da rapporti consegnati al congresso ma rifiutati per le pressioni delle lobby dello scudo spaziale.

2)      Per capire come funziona il traffico aereo e come era gestito in quella zona degli Stati Uniti bisogna conoscerlo da dentro sinceramente 35 anni di esperienza nel campo penso che contino… Quel caos che c’era nei cieli in quei giorni era frutto da due componenti: a) la deregulation e smantellamente della fortissima lobby dei controllori “ storici” del traffico aereo americano era avvenuta a colpi di licenziamenti, tagli ristrutturazioni nonostante un durissimo sciopero durato mesi nell’era di DoNald Regan (1981) Come mai tutto ciò? Le pressioni delle compagnie aeree ed in particolare quelle che volevano dare l’assalto ai colossi del traffico aereo storici , togliendo monopoli e liberalizzando i costi dei biglietti abbassando anche i livelli di sicurezza era stata fortemente supportata  prima da Regan e poi da BUSH padre e di fatto aveva imposto alla stessa aeronautica militare american di non rompere troppo le scatole se non veniva avvisata di spostamenti di piani di volo, rotte, clearence, ecc. praticamente il sistema ridondante tra controllo traffico aereo civile e quello militare in quei giorni ma già da molto tempo faceva acqua.

3)      Vi faccio un esempio di cui io sono stato diretto testimone 10 anni prima quando la linea Regan attuata da Bush senior con la deregulation  su questo fronte aveva vinto . Mi trovavo in visita a NY nei giorni del rientro in patria dei primi contingenti dei soldati USA dalla Guerra del Golfo. Come turista  veniva offerto a tutti di poter svolazzare con elicotteri tra le Torri e i grattacieli ad un prezzo di circa 100 se in comitive da 4-6 persone o invece per circa 350-500 dollari , se munito di un tesserino di abilitazione al volo di poter noleggiare un elicottero per un volo a vista tra i grattacieli di Manhattan. Con un modico costo come vedete chiunque avrebbe potuto fare un macello.

4)      Non ci credete? Ebbene andati a vedere i resoconti di un incidente aereo accaduto poco tempo fa dove due velivoli  leggeri da turismo si sono scontrati  a poca distanza da Ground Zero per problematiche relative al coordinamento del volo di aerei o elicotteri leggeri da turismo che costituiscono una fortissima lobby

5)      Naturalmente in una vicenda enormemente complessa come un attacco simultaneo vi sono aspetti controversi, responsabilità incrociate ma …credetemi la stupidità è fonte spesso dei peggiori disastri

6)      Il documento articolo di cui vi parlo è pubblicato su

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/torri_oss.htm

 

un articolo di Antonio Camuso apparso a pag7 del Manifesto del 18/11/2001

Vi proponiamo l'articolo nella versione completa rispetto a quella ridotta apparsa nella versione stampata.

 

11 settembre 2001, ore 16.00

Sono davanti al PC e sto preparando una relazione da leggere al convegno sullo scudo spaziale che si terrà a Napoli , fra pochi giorni quando squilla il telefono e mi si annuncia il bombardamento di N.York.

Le immagini che provengono dalla TV sono choccanti , ma quello che mi fa venire i brividi è come ciò che è accaduto, fosse già stato annunciato pubblicamente da importanti nomi dell’Intelligence statunitense,  ma non preso in considerazione poiché disfattista nei confronti delle lobby degli armamenti

PERCHE’ TANTE OMISSIONI?

Febbraio 2000 ,dinanzi al Senato americano compaiono i responsabili dei servizi segreti USA che, oltre alle consuetudinarie relazioni consuntive delle proprie “Agenzie”, si devono pronunciare sull’attualità del rapporto Rumsfeld, che caldeggia per lo scudo stellare.

Lobbies e gruppi trasversali  di pressione elettorale stanno utilizzando tutto il loro peso affinchè determinate scelte in questo campo vengano prese , anche se comporteranno un enorme dispendio di risorse pubbliche.

La campagna elettorale è praticamente iniziata e a novembre  a pesare, elettoralmente , ci saranno anche i potenti complessi industriali degli armamenti.

Il capo della CIA, George Tenet ed i suoi subordinati hanno già deciso da che parte stare  e consegnano alla commissione senatoriale sull’Intelligence il documento:” La minaccia globale del 2000 e la realtà della sicurezza nazionale. E’ un documento pessimistico , che appoggiando il rapporto Rumsfeld, avvalora il rischio quasi imminente che gli USA vengano colpiti innanzitutto da attacchi missilistici da parte dei cosiddetti Stati canaglia: Iraq, Iran, Corea del nord, ecc.

Subito dopo è la volta del generale Hughes, capo della potente Defence Intelligence Agency, che in sintonia del suo omologo Tenet , caldeggia la costruzione dell’imponente e costosissimo sistema di scudo missilistico, per difendersi dagli attuali 30 Stati dotati di capacità balistiche  e poco “amici “ degli USA.

Tocca al responsabile dell’Intelligence americana per i programmi  strategici e nucleari , Robert Walpole a parlare ed il suo rapporto gela gli entusiasmi  “missilistici” della commissione senatoriale:-…”noi pensiamo che ,nei prossimi anni, il territorio degli USA potrebbe subire un aggressione con armi di distruzione di massa e/o convenzionali, utilizzando sistemi NON MISSILISTICI, (probabilmente da entità non statali- cellule terroristiche), piuttosto che da attacchi convenzionali missilistici….Tali mezzi potrebbero essere utilizzati senza attribuzione di responsabilità (rivendicazione)…”

L’elenco di tali mezzi   , assolutamente civili, in questo rapporto, è particolareggiato e va dai battelli off-shore agli elicotteri senza pilota che si usano negli USA per l’agricoltura.

Ma è su due punti che si accentra l’attenzione di Warpole e sono gli 800.000 aeromobili che atterrano negli aeroporti americani, con i loro 400 milioni di passeggeri , allo stato attuale in gran parte incontrollabili, i 9 milioni di mercantili portacontainer che ogni anno attraccano nei porti statunitensi che potrebbero contenere ordigni nucleari o NBC che, anche tramite un cellulare , si potrebbero far detonare una volta attraccati.

E’ un insieme di vulnerabilità derivanti principalmente dalla caratteristica di apertura della società americana e veicolo per l’affermazione dei meccanismi della Globalizzazione.

Per un momento serpeggia il panico tra i membri della commissione senatoriale ed in particolare quelli che facevano parte della commissione “bipartisan” Rumsfeld.

Accettare queste tesi significherebbe bloccare gli immensi investimenti nella costruzione dello scudo missilistico e spostare le relative somme dai settori convenzionali degli armamenti a quelli della sicurezza interna, aumentando vincoli alla circolazione di passeggeri, mezzi, merci, ecc. con il mondo esterno, ma anche tra gli stessi States con possibili contraccolpi sull’Economia portante della Globalizzazione.

La Commissione, come ammetterà a parte un membro di essa, decide di non prendere in considerazione questo rapporto, come anche di cestinare i documenti  prodotti dal National Intelligence Council ( identificati come NIE: National Intelligence Estimates ) che parlano di minacce provenienti dal naviglio commerciale , come anche quelli del troppo “pacifista”Carnegie non –proliferation Project.

La stessa commissione si schiera per lo Scudo, pur rinviando l’aumento da 7000 miliardi  di lire a 9000 miliardi per il 2001 ,per la sperimentazione dello stesso, a dopo l’elezione del Presidente, a novembre 2000.

E’ la vittoria di Donald Rumsfeld, ex deputato repubblicano, ex ambasciatore degli USA presso la NATO, titolare del Pentagono dal 75 al 77 sotto la presidenza Ford, 68 anni, fervente propugnatore dello scudo stellare e presidente della omonima commissione che dal 98 in poi ha spinto prima Clinton e poi Bush jr sul dispiegamento dello SCUDO..

L’apporto elettorale che è venuto da queste scelte lo  ha portato poi ad essere nominato da Bush, segretario alla Difesa, ovvero ministro della Guerra.

Ma è anche la vittoria di chi sta preparando nell’ombra l’attacco alla superpotenza.

L’allentamento della guardia, in questi due anni, permetterà ai terroristi di infiltrarsi nel territorio USA, addestrandosi a pilotare aerei civili, addirittura presso scuole di volo americane e colpendo così facilmente il Gigante americano.

SBAGLIARE E’ UMANO, MA PERSEVERARE E’ DIABOLICO.

Dopo questi fatti si procede in questi giorni ad isteriche ed intempestive misure di sicurezza, ma anche a lanciare segnali rassicuranti alle potenti lobbies dello SCUDO.

E’ il vice di Rumsfeld , a parlare, Douglas Feith, sottosegretario alla Difesa, il 12 settembre, il giorno successivo alla Waterloo americana, che ammette l’assoluta inefficacia dello scudo missilistico davanti a simili attacchi, ma non ritiene che questa che sia una buona ragione  a rinunciare ad esso.

A quanto pare le lezioni non bastano mai…

CAMUSO ANTONIO

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

osservatoriobrindisi@libero.it

Brindisi 16 settembre 2001

NOTE INSERITE L'11 SETTEMBRE 2011

 

Sullo sciopero del PATCO e la risposta di Regan

http://eightiesclub.tripod.com/id296.htm

su manuale di volo sito di piloti italiani

se volete sapere qualcosa sull’incidente nell’estate 2009 sull’Hudson andate a

TG24

o anche 

CORRIEREDELLASERA

 se volete farvi un volo a 215 dollari svolazzando  per 20 minuti tra i grattacieli di NY  prenotatevi alla

 

http://www.libertyhelicopter.com/tours.php?tour=nyny  


ARTICOLO DI FRANCO PIPERNO 

LA TERRIBILE BELLEZZA E' RISORTA

Franco Piperno

Quella mattina di settembre a New York, un mattino qualunque sotto un sole smarrito che già ha il sapore d’autunno, il formicolio sub umano della megalopoli - la grande Babilonia - l’oggi che si annuncia non diverso da ieri; poi, inatteso, in poco più di un’ora, lo svelamento, l’apocalissi: le Twin Towers, le Torri Gemelle che, avvolte dentro un fumo nero, implodono su se stesse quasi fosse argilla: l’odio arabo che chiama dal cielo l’americano ”middle class” e gli dice di buttarsi giù dal grattacielo perché è giunta per lui la morte - la fine dell’immunità dalla strage che cala sibilando dagli spazi aerei, privilegio  di cui gode da tempo, da troppo tempo, New York; e con essa il paese dove sventola la bandiera a stelle e strisce.
Il codice retorico nordamericano  ha rapidamente metabolizzato l’evento: un vile attentato dei terroristi islamici agli States per l’azione di libertà e pace che gli USA svolgono, generosamente e da più di mezzo secolo, globalmente, in tutto il mondo. “Enduring Freedom” ha proclamato il loro presidente. L’elaborazione mediatica del lutto s’è svolta sulla ricognizione dell’identità perduta dei corpi straziati, il pianto sconsolato di migliaia di parenti ed amici,  il fatale eroismo del solito pompiere raccontato dall’immancabile collega sopravvissuto, gli attestati televisivi di lealtà alla bandiera rilasciati dall’arabo americanizzato - il tutto avvolto nella micidiale polvere di titanio contenuto nei meta materiali adoperati per costruire le due Torri. La falsa coscienza dell’America, l’ideologia, qui ha operato al massimo della sua potenza occultante.

Ma l’America non è solo quella che compare in televisione. Norman Chomsky, uno dei quattro intellettuali per il quali l’onore degli States può ancora salvarsi, visitando le rovine di Ground Zero, colto da una pietà inane, ha avvertito che da quel groviglio dantesco di carne che mescolava alla rinfusa i cadaveri  degli assassini e delle loro inconsapevoli vittime, s’alzava un lamento, un coro abissale di milioni d’anime che ancora vagano come spettri non avendo trovato una degna sepoltura: i tedeschi di Dresda, gli italiani di Firenze, i giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, gli arabi di Bagdad, tutti civili e tutti innocenti allo stesso titolo dei newyorkesi.

Nell’emozione onirica di Chomsky  v’è più verità che nell’analisi di migliaia di esperti, giornalisti  o accademici che siano. Infatti, se adoperiamo Il criterio di McNamara – il segretario di stato americano all’epoca della guerra nel Vietnam – che misura la produttività del complesso-militare industriale attraverso il rapporto tra il numero di  morti inflitte al nemico rispetto a quelle subite, si vede che, per quanto riguarda la guerra di Bush, siamo ad un rapporto cento ad uno; nettamente meglio di quanto fossero riusciti a fare i nazisti che, nella rappresaglia, si limitavano a dieci per uno; e tuttavia, occorre riconoscerlo, ancora lontani dal record che detengono i cittadini dello stato ebraico: per ogni israeliano ucciso vengono condannati a morte almeno mille palestinesi, anziani, donne, bambini, senza favoritismi per nessuno.
Insomma, per il criterio di Mac Namara, gli arabi sono ancora in credito di alcune centinaia di migliaia di morti civili.

A dieci anni di distanza la stampa americana continua a rappresentare quell’evento come un vile attentato su persone inermi senza alcun giustificato motivo. Rimuovono, appunto, ciò che è stato fatto dagli americani nel Medio Oriente: una rete fitta di basi  per proteggere i corrotti regimi di quei paesi, e assicurarsi così il controllo militare delle grandi riserve petrolifere. Chi non sta a casa propria?
Quanto alla viltà  dell’agguato, come si fa ad onorare i mercenari americani che per mestiere uccidono, utilizzando i droni per non correre alcun rischio;  uccidono, per la mercede, esseri umani che non hanno alcun motivo di odiare; mentre andrebbero considerati vili quel pugno audace di intellettuali – alcuni di loro avevano perfino superato l’esame di fluidodinamica—che, utilizzando dei temperini, si impadroniscono di quattro enormi aerei di linea, facendo fronte agli equipaggi e a centinaia di passeggeri, per uccidersi ed uccidere, schiantandosi sui quei mostri di vetro e cemento simboli dell’impero americano?

Qualsiasi possa essere il vincolo di fraternità culturale che lega la sorte dell’ europeo all’ americano, è del tutto evidente che l’ammirazione dell’uomo libero , non scevra da raccapriccio, va agli insorti  e non ai mercenari – il coraggio temerario del corpo umano che si fa beffa della potenza tecnologica e la rivolge contro coloro che l’ hanno fabbricata.

Per questi ed altri motivi, noi, l’undici di settembre, nel decennale di quell’evento dalla bellezza sublime, chineremmo, se solo le avessimo, le nostre bandiere per pietà verso gli americani morti per caso e ad onore degli intellettuali arabi - a noi, per altro ostili, ma certo umani, troppo umani - che hanno spappolato gli aerei catturati contro le Torri Gemelle, condensando, in quel gesto collettivo, la volontà generale delle moltitudini arabe.

Manca ancora la parola del poeta che racconti questa impresa da eroi maledetti. In ogni caso, quel che è certo è che l’undici di settembre a New York, come la decapitazione di Luigi Capeto, l’assalto bolscevico al Palazzo d’Inverno, la Sorbona occupata nel ’68, la caduta del muro di Berlino, è una rappresentazione icastica che farà nido nell’immaginario collettivo, perché segna la fine di un’epoca e ne annuncia una nuova.

A dispetto tanto delle anime belle quanto degli ipocriti  che hanno sentenziato prematuramente l’impotenza controproducente della violenza collettiva.
 
 
 
 
http://www.looponline.info/index.php/editoriali/588-la-terribile-bellezza-e-risorta

 

 GLI ARTICOLI 

vedi anche:

LE INCHIESTE

I DOCUMENTI

 GLI ARTICOLI

GLI INTERVENTI