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LE INCHIESTE E I DOCUMENTI DELL'OSSERVATORIO/1

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LINK 2002
 
L'INTERVISTA CONDOTTA DA TARANTULA RUBRA AD ANTONIO CAMUSO NEL 2002  PER RADIO ONDA-ROSSA:
NUOVA NATO, NUOVO ORDINE MONDIALE ASSERVITO AGLI INTERESSI DEL COMPLESSO MILITARE-INDUSTRIALE STATUNITENSE E L'ESEMPIO DEL G8 DI GENOVA COME SCENARIO DI MILITARIZZAZIONE SOCIALE

In essa si possono  trovare condensati tutti i temi sui quali l'Osservatorio si è confrontato proponendo sul territorio pugliese la costruzione di una rete di soggettività impegnate sui temi dell'antimilitarismo, dell'antirazzismo, della riconversione dal militare al civile di parti di territorio e di coscienze.
                  

Tarantula Rubra intervista Antonio Camuso, esperto di problemi militari; curatore dell'inchiesta sulla strage dell'incidente dell'aereo PAM (ONU) a Pristina per il Manifesto; collaboratore come esperto militare al team di avvocati nel processo per l'affondamento della nave albanese Kater I Raides; portavoce dell'Osservatorio sui Balcani di Brindisi.

 

T.R. In questa particolare fase della storia la guerra (ormai non più fredda) è una discriminante fondamentale perché l’unica superpotenza di oggi possa affermare il suo dominio; proviamo a tracciare un percorso per meglio chiarire alcuni passi che portano all’inguaribile patologia statunitense della propensione all’impero, fino a giungere a questioni che riguardano il nostro Paese. Partiamo dalla Nato, dal suo essere ancora esistente, anzi, dal suo rinforzarsi dopo la caduta del muro di Berlino.

ANTONIO CAMUSO:_

Alla domanda: “la Nato oggi è utile? e a chi?” che salì prepotentemente alla ribalta nel dibattito interno delle cancellerie europee alla caduta del Muro, la risposta venne da una serie di fatti accaduti in una maniera troppo preordinata per non pensare che non ci fosse lo zampino dell'ala dura del militarismo internazionale visto nell'insieme dei diversi complessi militar-industriali (sia quello Atlantico che quello russo) e che avevano durante tutta la Guerra fredda pesantemente condizionato la vita politica del Vecchio e del Nuovo Continente.

Parliamo della crisi balcanica che sin dal primo momento abbiamo ritenuto come una sorta di "vista sull'inferno" per l'Europa che sognava di muoversi da sola senza i condizionamenti americani.

All'euforia della avvenuta liberazione dalla minaccia nucleare sovietica si sostituiva il ritorno degli incubi infernali dal passato medioevale. Proprio quando si osannava la pace, si scopriva che nel cuore d'Europa c'era ancora una gran voglia di sangue.

Questo calderone infernale che ci viene riproposto quotidianamente da dieci anni diventa l'esempio negativo per stimolare quei processi di ristrutturazione economici, politici, sociali e militari che portano ad accelerare il cammino dell'Europa di Maastricht, ma che contemporaneamente le fanno scegliere...di non scegliere, ovvero di rimanere ancorata ancor più maggiormente all'Alleanza Atlantica.

Addirittura i nuovi Paesi dell'ex Patto di Varsavia, ancor prima di bussare per entrare a far parte della Nuova Europa, fanno i salti mortali pur di associarsi al più presto nella Nato, nonostante sia caduta la motivazione iniziale: il pericolo dell’espansionismo sovietico.

In quest'ultimo decennio, con l'esempio balcanico, la Nato si propone alle varie Polonia, Ungheria, ecc come il soggetto che li garantisce che mai nessuno dei suoi membri potrà attaccare l'altro, avendo come garante un Super partes di eccezione, il grande Fratello Americano.

Mentre l'Europa dei banchieri e del Capitale globalizzatore accelera il cammino, strutture antiquate e poco affidabili come gli eserciti di leva vengono eliminate per essere sostituite da più snelli ed efficienti eserciti di soli professionisti che trovano nella Nato la grande casa comune e sala di regia per tutte le avventure imperialiste.

 

T.R. E come sempre il controllo sarà l’elemento principale su cui si baserà il capitale per prevenire ogni processo entropico di vari sistemi e sottosistemi.

ANTONIO CAMUSO:

Oggi viene proposto un modello "stabilizzatore" per quelle parti della Terra (le cosiddette aree di crisi permanente) dove i vecchi e i nuovi colonialismi, il fanatismo religioso, gli strascichi residui della Guerra fredda, le carestie dovute a guerre e ai cambiamenti climatici, le epidemie hanno reso endemica la instabilità.

Una instabilità che il Capitale Globalizzatore vuol rendere "controllabile" onde evitare che variabili impazzite rendano la rapina globale creatrice di Nuovo Disordine Mondiale.

La risposta militar-poliziesca alle manifestazioni "antiglobal" è già un elemento chiarificatore di come vi sia un'unica regia che manovra l'apparato repressivo capitalista.

Essa ha sede nei centri decisionali NATO, nei sistemi di spionaggio ed intercettazione, nelle sedi dei centri Alti Studi Militari e/o civili, che elaborando le linee di intervento strategico e tattico preparano la "mano forte"ad intervenire efficacemente in tutti gli scenari possibili dove l'antagonismo e l'insubordinazione mostrino di voler dare battaglia.

Il Controllo Telematico è l'arma considerata vincente da parte degli strateghi del Pentagono che concettualmente si sta diffondendo anche tra gli omonimi europei.

Un mondo pieno di satelliti spia, di telecamere, di cimici sparse ovunque, braccialetti e collari elettronici sono gli strumenti che sostituiscono il complesso di difesa. Oggi è il controllo elettronico-informatico a fare da campanello d'allarme capace di chiamare l'intervento delle legioni dei pretoriani Nato.

E la struttura militar-poliziesca viene contrabbandata agli occhi del mondo come la panacea per tutti i mali, sostituto della politica del dialogo e della cooperazione tra popoli, difensore degli interessi economici e politici della "Comunità Internazionale". Praticamente entro il 2025 il modello vincente sarà un esercito di Terminator al soldo del capitalismo Mondiale, un esercito supertecnologico, formato da reparti multietnici fedeli solo all'ufficiale pagatore. Oggi siamo di fronte all’innesco di una nuova santa guerra che, a detta di chi l’ha dichiarata, avrà una durata infinita. Il complesso militar-industriale che sta dietro ai nuovi crociati si appresta anch’esso ad affrontare la sfida più importante, quella della sua esistenza in nome di una pace armata infinita.

 

T.R. E’ doveroso ricordare le ingenti manovre economiche programmate affinché tanto la ricerca quanto la produzione di armamenti non abbiano di che lesinare finanziamenti

ANTONIO CAMUSO:

In nome della Crociata del Bene contro il Male, vale a dire della guerra infinita al terrorismo internazionale i cui connotati hanno le fatture islamiche, per poi domani colpire i sabotatori della omologante pax capitalista, enormi flussi di risorse sono strappate dalle voci dell’assistenza sociale, della sanità, dell’istruzione, della riqualificazione professionale. Esse vengono dirette verso le voraci casseforti delle industrie degli armamenti dell’hi-tech, dei servizi segreti che oggi (come negli anni 60) ricevono la licenza di uccidere i nemici dell’Impero, di organizzare colpi di stato per instaurare governi “amici”, irretire , comprandosi l’apparato mediatico, fior di giornalisti, intellettuali, personalità religiose, moltitudini di “benpensanti” patrioti americani ed occidentali con l’illusione che, solo grazie ad una Santa Guerra Purificatrice ci si potrà permettere di riconquistare il Paradiso perduto l’11 settembre 2001 e riportare indietro le lancette del Tempo.

Quanto il complesso militar-industriale mondiale, quindi non solo USA, oggi sia capace di imporre le sue esigenze prima di quelle primarie dell’Umanità lo possiamo desumere dai dati pubblicati dall’Istituto Internazionale SIPRI, che ha pubblicato ultimamente il bilancio 2001 sul disarmo, riarmo e sicurezza internazionale.

Gli avvenimenti del 99, con la vittoriosa guerra della NATO nel Kosovo, hanno fatto da elemento catalizzatore per un nuovo balzo in avanti del riarmo mondiale, raggiungendo nel 2000 la cifra di 798 miliardi di dollari equivalente al 2,5 % del PIL lordo Mondiale e pari a 130 dollari “versati” da ogni abitante della Terra.

Una cifra che si oppone ad ogni logica di compassione nei confronti dei milioni di bambini del Sud del Mondo che muoiono per denutrizione, malattie, ecc. e che si avvicina di molto a quel miserabile un dollaro al giorno che si calcola potrebbe servire a sfamare ogni singolo abitante del Pianeta.

Ancora di più la sensazione di rabbia ci attanaglia quando, accanto alla constatazione del lievitare dei bilanci militari americano e russo, vi troviamo che alcuni paesi africani e del sud-est asiatico abbiano seguìto questa folle corsa al riarmo.

Certo, il primo posto è sempre degli USA con il 37 % della spesa militare mondiale e con il 47 % del totale in quanto ad esportatore di armi, seguiti da Francia e Russia con il 10 % e Gran Bretagna e Germania con il 9 %.

Quanto il complesso militar-industriale europeo conti nelle sedi mondiali lo si constata dal fatto che i membri della Comunità Europea raggiungono, considerando soltanto i soli trasferimenti di materiali militari a nazioni esterne alla Comunità , il 24 % del valore mondiale. L’Italia stessa con il suo ruolo ambiguo, continua ad essere al 6 ° posto di questa classifica.

 

T.R. Ma soffermiamoci per un attimo sulla situazione statunitense.

ANTONIO CAMUSO:

Scopriamo alcune coincidenze molto allarmanti con gli ultimi fatti accaduti negli USA e con la successiva dichiarazione di “guerra infinita” di Bush.

Il 27 giugno del 2001, il segretario della Difesa Rumsfeld, attuale ministro della Guerra e capo dei falchi del governo Bush, presenta alle commissioni parlamentari per le Forze Armate la versione “emendata” del bilancio della Difesa per l’anno fiscale 2002 e che doveva essere approvata entro il 1° ottobre 2001.

E’ una versione revisionata dello stesso bilancio presentato a febbraio, con i repubblicani appena insediatisi alla Casa Bianca, ed ha come caratteristica principale un fortissimo aumento in spese militari rispetto a pochi mesi prima ( più 18,4 miliardi di dollari rispetto a febbraio e più 32,6 miliardi di dollari rispetto al 2001, ovvero più 7 % al netto di inflazione); ma quello che colpisce di più è come questa enorme massa di denaro, che col consenso del Congresso affluirà nelle casse del Pentagono e dell’intero complesso militar.industriale, servirà a rafforzare la sua ingombrante presenza in tutte le istituzioni della potenza Imperiale.

Si tratta di 329 miliardi di dollari pari a circa 740.000 miliardi di lire che dovrebbero crescere a 347 Miliardi di dollari nel 2003 come auspicato da Rumsfeld.

Stiamo parlando di una cifra che si avvicina incredibilmente a quella per noi concettualmente stratosferica di un milione di miliardi di lire e che, confrontata ai nuovi programmi dell’amministrazione Bush nella riduzione delle spese per l’assistenza sociale, l’istruzione e la protezione per le categorie più emarginate della selvaggia società americana, avrebbe rappresentato il casus belli di un calo di consensi nell’opinione pubblica americana, specialmente in un momento di forte stagnazione dell’economia della capitale dell’Impero Globale.

Una manciata di giorni prima di quel 1° ottobre ( l’11 settembre ) c’è l’attacco suicida alle Torri Gemelle e al Pentagono; la successiva chiamata alle armi della Nazione Americana impone che qualsiasi forma di contestazione al bilancio militare sia considerata come un atto di alto tradimento!

Nei giorni seguenti, anche sotto attacco Antrace, vedremo il Senato americano votare a scatola chiusa, in modo bipartisan, stanziamenti di valanghe di miliardi di dollari ad Esercito e servizi segreti.

Teniamo a precisare che, le cifre sin qui esposte, non contemplano gli altri ulteriori stanziamenti che, in clima di mobilitazione e con procedura di urgenza, sono stati decisi, compreso il richiamo di 35.000 riservisti, le misure di sicurezza e la spesa non ancora quantificabile: quella della guerra infinita, che promette solo un mare infinito di profitti per il complesso militar-industriale.

 

T.R. C’è quindi un’impennata degli investimenti statunitensi proprio quando si intravede una crisi di arruolamento.

ANTONIO CAMUSO:

“PEOPLE FIRST”: vediamo che il Pentagono porta le spese del personale da 75 a 82 miliardi di dollari, il che rappresenta il più grosso miglioramento economico negli ultimi trent’anni con aumenti a seconda dei gradi e specializzazioni dal 5 al 10 %; aggiunti ai sei miliardi di dollari in più del 2001 nel campo degli alloggi e della spesa sanitaria mentre si riduce ancora di più la sanità pubblica, rappresentano un fortissimo incentivo tale da cercare di invertire la rotta della crisi del volontariato e della continua fuga dai ranghi delle forze armate di piloti e tecnici specializzati, tali che non si riusciva più ad equipaggiare le nuove portaerei già costruite, per mancanza di personale.

Ricordiamo come una delle motivazioni più grosse per quest’ultimo caso è che la politica guerrafondaia globale, ha portato gli equipaggi di portaerei impegnati negli ultimi 10 anni nelle operazioni militari contro Iraq e Yugoslavia ad un fortissimo stress, con equipaggi lontani troppi mesi da casa , determinando la crisi di vocazioni.

Se pensate poi che negli ultimi anni, a fronte di una riduzione del 30 % della Forze Armate USA, il loro tasso di impiego è salito a causa delle continue missioni all’estero del 165 %, si constata come l’interventismo americano sia cresciuto a dismisura proprio nel venir meno del Nemico numero Uno, il Patto di Varsavia e la vecchia Unione Sovietica.

Il secondo grande capitolo di spesa è il miglioramento della “prontezza operativa”, con un incremento da 107 miliardi di dollari a 126 , con l’aumento di poligoni, basi, ore di volo per l’addestramento e quella che si chiama Operation and Maintenance, ovvero il mantenere efficienti e rimettere in piedi tutti i mezzi aerei, navali e terrestri che l’interventismo continuo della politica militare USA porta ad usurarsi in maniera impressionante.

Il fatto che quest’ultima voce sia stata portata a 12,5 miliardi di dollari, pari a 24.282 miliardi di lire, ovvero l’equivalente dell’intera funzione Difesa del Bilancio Italiano, la dice lunga a come gli Stati Uniti, sotto la guida di Bush e del falco Rumsfeld, ben prima dell’11 settembre si preparassero ad una nuova e più lunga stagione di guerre.

Ma se c’è una voce che più di ogni altra fa veder come il complesso militar-industriale americano abbia consolidato il suo potere è quella relativa alla Ricerca e Sviluppo, con un aumento del 20 % e pari a 48 miliardi di dollari dei quali quasi un quinto va al gioiello di Rumsfeld, lo scudo spaziale, ripagando le industrie del settore che si sono dimostrate valide supporter per la nomina di Rumsfeld a Segretario alla Difesa da parte dell’amico Bush.

 

T.R. Nello scorso giugno Rumsfeld dichiarava che “se vogliamo prolungare questo periodo di pace e di prosperità, dobbiamo prepararci sin d’ora alle nuove minacce che emergeranno nei prossimi decenni prima che si manifestino nella loro portata…”

ANTONIO CAMUSO:

Per mantenere lontane queste minacce dal sacro suolo americano vengono portati avanti i progetti di nuovi bombardieri stratosferici, invisibili e irraggiungibili, mentre nuove generazioni di caccia JSF, RAPTOR, F-22 vanno ad aggiungersi alle miriadi di aerei dei Top Gun,

Contemporaneamente nuovi aerei da trasporto strategici vengono messi in cantiere per fornire alle legioni scelte dell’Impero la capacità di essere dovunque in tempi di viaggio quasi istantanei.

Sempre nel settore della Ricerca e Sviluppo con quei 48 miliardi di dollari, pari a 106.000 miliardi di lire, verrà data un’ulteriore spinta a gasare l’industria da guerra USA, portandola a distanze stratosferiche da quella della concorrente /alleata europea, facendo ancora di più crescere quel divario tecnologico che, a detta dei “grandi esperti militari”, non permetterà mai all’Europa di avere una capacità autonoma di Difesa e quindi di pensare ed agire autonomamente dal padre-padrone americano.

T.R. Certo gli avvenimenti dell’11 settembre hanno dato un brutto colpo a queste convinzioni, dimostrando l’inutilità degli scudi spaziali, degli aerei invisibili, dei satelliti supersofisticati e delle cifre astronomiche spese nello spionaggio.

ANTONIO CAMUSO:

Paradossalmente il più grosso danno militare e civile ricevuto dagli USA e dall’intero sistema capitalistico occidentale negli ultimi trent’anni (dopo il ’73) è stato causato da mezzi totalmente civili, da qualche taglierino da bricolage e da alcuni terroristi” che indossavano abiti totalmente civili, con un costo totale valutabile ad un carro armato (un inezia !) mentre gli ex yuppies di Wall Street cercavano di suicidarsi coinvolgendo nella loro rovina milioni di pensionati  che avevano affidato loro tutti i risparmi.

 

T.R. Su “Rivista Militare del sett/ott 2000 si faceva riferimento a probabili situazioni conflittuali dovute a disparità economiche tra paesi del Terzo Mondo e paesi avanzati. Tu ne hai analizzato la risposta e le prossime mosse.

ANTONIO CAMUSO:

 

La risposta è l’uso sempre più massiccio di soldati di coalizioni internazionali, Nato, UE, ONU, ecc, nel ristabilire quel minimo di ordine che permetta che gli interessi vitali dei Potenti del Mondo non siano messi in discussione. Si legge inoltre:…”Nello scenario globale,” le armi non letali “ (NLW) potrebbero configurarsi come un efficace strumento per rispondere alle complesse sfide …e come alternativa alle impopolari mine antiuomo”…vale a dire armi non letali, nuova serie di “strumenti” per poter fronteggiare le crisi, soprattutto nelle operazioni di Peace Keping e di assistenza umanitaria in maniera più “umana”, proteggendo al meglio le nostre forze. Vedi le esigenze di Somalia, Bosnia, Kosovo”…dove, ricordiamo, ci si è scontrati spesso con le popolazioni che noi “assistevamo”; ed a questi casi aggiungiamo anche Timor riprendendo il resoconto della stessa Rivista Militare, nel precedente numero 4/2000.

Ma l’uso di armi non letali avrà anche altri scenari, e qui c’è da rabbrividire su cosa l’Esercito professionale democratico Italiano sogna di fare per il futuro:

…”c’è un crescente movimento di popolazione da Stato a Stato, e anche all’interno di questi, verso i centri urbani…” (diciamocelo chiaramente, sta parlando di Flussi Migratori)…”questo contribuisce a determinare un ambiente asimmetrico…aumenta la possibilità che le Forze Armate, e soprattutto l’Esercito Italiano, possano essere chiamate a supporto di Forze di Polizia per il controllo del territorio e il mantenimento dell’Ordine Pubblico, cosa poco proponibile fino a qualche anno fa”. Quindi contro chi protesta o viene emarginato dalla globalizzazione schieriamo PS, CC e soldati armati di tutto il possibile!

E “l’interazione” (ovvero lo scontro fisico) “con i civili…sotto l’occhio onnipresente dei media…(che potrebbero riprendere scene troppo sanguinose)…esigerà una vasta gamma di armi letali e/o non” (pag51).

E’ l’apologia del proiettile di gomma. Si legge tra le altre cose che “l’eventuale uso di armi letali –proiettili convenzionali- dopo aver usato prima quelli non letali, sarebbe psicologicamente più accettato…(ovvero se i manifestanti nonostante i proiettili di gomma, i gas paralizzanti e quant’altro non si sono fermati, se lo debbono aspettare che gli spareremo con le mitragliatrici e i carri armati, ed Israele insegna!).

Ed in merito alla questione ricordiamo che l’onorevole Russo Spena fece un interrogazione parlamentare alla quale non risulta esservi stata risposta.

Ben più recentemente abbiamo scoperto come Il Ministero della Difesa ha emesso un bando per l’acquisto di mezzo milione di proiettili –di piombo- "umanitari "per fucili antisommossa calibro 12 modello SPAS 15 MIL. Aggiungiamo che la morte di Carlo Giuliani per mano di un Carabiniere a Genova è diventata l’occasione macabra per spingere all’acquisto di proiettili di gomma ed altre diavolerie da utilizzare contro folle di manifestanti.

 

T.R. Ma ben sappiamo che tali proiettili confetti non sono…

ANTONIO CAMUSO:

Liberazione del 7 agosto, nell’articolo –Istruzioni americane-, riporta senza commenti questa intervista ad un poliziotto: “…gli esperti americani che ci addestravano ( a Ponte Galeria n.d.r.) ci dicevano che a Los Angeles bastano 20 poliziotti autorizzati a sparare proiettili di gomma per disperdere centinaia di dimostranti, senza pericolo di uccidere nessuno…

Riteniamo opportuno che accanto a questi articoli, che sempre più spesso diffondono l’idea dell’uso lecito e moralmente accettabile di queste armi "umanitarie", vengano riportati i dati reali di quante sofferenze esse infliggono da anni alle popolazioni che le hanno sperimentate sulla loro pelle, ed in particolare quella palestinese.

Ricordiamo i centinaia di bambini dell’intifada resi ciechi , storpi o addirittura ammazzati da questi proiettili perché colpiti in parti delicate del corpo.

Diffondere l’idea che i proiettili di gomma non fanno male è un grave fatto, tenendo conto che gli stessi specialisti del nostro Stato Maggiore Esercito che ne propugnano l’acquisto, ricordano che essi, se usati non correttamente, risultano essere altrettanto letali di quelli di piombo.

 

T.R. Hai accennato alle sempre più possibili azioni congiunte fra i vai corpi dello Stato.

ANTONIO CAMUSO:

Se diamo uno sguardo a cosa c’era a Genova lo scorso luglio: Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria (i famigerati GOM), Corpo Forestale dello Stato erano impegnati nel cosiddetto Ordine Pubblico.

La zona rossa risultava presidiata da 4100 elementi, strutturati in quattro turni a guardia prevalentemente di punti fissi.

Fuori la zona rossa il 20 luglio vi erano 6800 miliziani in pieno assetto di guerra, supportati da mezzi mobili e meccanizzati, coadiuvati dal cielo da elicotteri ed aerei, dal mare da gommoni e motovedette con possibilità teoriche di riuscire a tenere a bada senza difficoltà una massa di manifestanti valutata a tavolino sulle 100.000 unità.

Dotati inoltre di ben10 mezzi cingolati VCC-1 dei quali quattro armati di lama apripista, mezzi ben tirati a lucido che sembravano proprio aspettassero un occasione simile per far bella figura. Inoltre furgoni protetti Fiat IVECO, le jeep Land Rover DEFENDER, (dopo l’episodio di Giuliani le si sta fornendo di apposite griglie di ferro, alla israeliana), poi c’erano i mezzi protetti VM-90 P del Rgt. TUSCANIA.

La Polizia allineava come mezzi sfonda barricate le troppo conosciute, per i militanti degli anni 70, autoblindo APC6614 con putrelle anteriori di rinforzo e diversi idranti, che abbiamo visto schierati dietro le griglie fisse e mobili della linea rossa, ma anche direttamente negli scontri quali ad esempio quelli di Via Torti.

Infine, riesumando i vecchi furgoni blindati degli anni 60 e 70, applicate grate estensibili davanti e lateralmente, seguendo i metodi dei mezzi britannici usati in Irlanda del Nord, si costruiva con essi barriere mobili e contemporaneamente mezzi estremamente micidiali contro masse di manifestanti non attrezzate di “appropriati” mezzi di difesa.

La Guardia Forestale ,che ogni anno vede andare a fuoco specialmente in Liguria migliaia di ettari di bosco lamentando la solita carenza di mezzi, in questa occasione, invece, si presentava con degli ottimi mezzi antincendio Mercedes UNIMOG che davano uno “splendido “contributo alla difesa della Zona Rossa con i loro idranti.

Una chicca infine era il Reparto di Polizia a cavallo che, fortunatamente, rimaneva a guardia della zona rossa e che schierava i ROBOCAVALLI muniti di visiera in plastica e paramuso ai quali, all’occorrenza, si può far indossare la maschera antigas e protezioni alle zampe anteriori.

In aria volteggiavano fissi almeno due elicotteri di polizia e CC tra AB-412 e A-109, muniti di telecamere e che hanno costituito un ottima piattaforma di lancio e bombardamento dall’alto con lacrimogeni ed altri agenti irritanti o esplodenti.(flash-bomb).

Il personale dei Reparti Celeri e dei battaglioni mobili era, nonostante la disinformazione stesa pietosamente per coprire l’uccisione di Giuliani, assolutamente in gran parte NON DI LEVA, tant’è vero che la percentuale negli elementi schierati dai CC era del 27 % di leva ed il resto professionisti.

 

T.R. Come si chiude questo carosello di brutalità?

ANTONIO CAMUSO:

Accanto al ruolo istituzionale c’è stato quello che pochi sanno ovvero quello “coperto”, quello dei SERVIZI….

Nella notte tra il 20 e il 21 tra i comandi della Polizia e dei Carabinieri si rincorrono le telefonate, l’indomani si prevede una grossa manifestazione e dopo la morte di Giuliani non si sa che piega possano prendere le cose….

I Lacrimogeni sono stati esauriti durante la battaglia del 20 luglio ed occorre rifornire i reparti al più presto. L’Aeronautica Militare, in linea con le tradizioni che la legano al famoso rumore di sciabole del tentato golpe degli anni 60, mette a disposizione un veloce biturboelica G_222 che trasporta durante la notte un “prezioso” carico di lacrimogeni che hanno fatto poi bella figura nelle cariche di Piazzale Kennedy del sabato.

 

 OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

                                                         osservatoriobrindisi@libero.it

Versione ridotta di documento  d’inchiesta dell’Osservatorio sui Balcani di Brindisi  del luglio 2004 aggiornata al luglio 2007.Riproduzione consentita riportando la fonte

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