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Ultime da Gaza 21 dicembre 2010

da Vittorio Arrigoni

Altri missili su Khan Younis e di nuovo su Rafah.

18:23

 Una sola parola. BOICOTTARE ISRAELE.

http://bdsmovement.net/

 

Ore 17 30 locali.

Altri missili su Khan Younis e di nuovo su Rafah.

 Per il momento si contano 4 feriti, ma il bilancio e' certamente destinato a crescere.

http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=344173

 

Ore 16 45.

10 minuti fa aerei da guerra hanno bombardato Rafah, apparentemente un luogo di esercitazione delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio harmato di Hamas

 

0re 15:32 locali

Altri bombardamenti certi, e pesanti, previsti nelle prossime 12 ore.

Tutti i palazzi governativi sono stati evacuati,

dopo le bombe di ieri notte, il piu' massiccio attacco aereo dopo gennaio 2009.

Non siamo alle porte di un nuovo Piombo Fuso, ma e' dinnanzi ai nostri occhi, lampante

una escalation in corso.

Il piombo non e’ piu’ fuso ma continua a piombarci addosso a intervalli regolari.

 

Ore 00 29 locali: la Striscia di Gaza sotto pesanti bombardamenti aerei da Sud a Nord.

7 attacchi lungo tutta la Striscia.

Caccia f 16 hanno colpito Rafah, 3 volte Khan Younis e poi a Nord Beit Lahia e Jabalya.

Nel centro della Striscia colpita una fabbrica di latte.

Per il momento si contano 3 palestinesi feriti, di cui uno molto grave, a cui hanno dovuto amputare una gamba.

 

Panico fra la popolazione civile.

Seguiranno aggiornamenti.

Stay Human

Vittorio Arrigoni da Gaza city

Palestina occupata

Costanti aggiornamenti qui:

http://www.facebook.com/pages/Vittorio-Arrigoni/290463280451

 

 

Leggere, Diffondere, Organizziamo iniziative di controinformazione
                                                  CSIDF (Collettivo di
Solidarietà Internazionalista Dino Friullo- Lecce)


Ieri, 16 ottobre il convoglio VivaPalestina5 aveva completato tutte le
operazioni per prepararsi all’imbarco sul cargo greco che doveva avvenire
questa mattina a partire dalle ore 9. Completato, a titolo gratuito, il pieno
di benzina per tutti i veicoli, dislocati i veicoli in ordine di marcia,
ripulito il campo che ci ha ospitato, consegnati tutti i passaporti per
facilitare le operazioni di frontiera, provveduto alle forniture di viveri e di
acqua dato che il vettore non è un traghetto per passeggeri e non offre alcuna
opportunità di ristoro, nella serata era previsto un ultimo incontro di saluto
e di festa con la comunità palestinese del campo profughi e con la comunità
siriana che con generosità ci hanno accolto e ospitato per ben 15 giorni.
E invece, a smorzare gli entusiasmi, è arrivato improvvisamente il
contrordine: le autorità egiziane hanno di nuovo bloccato l’operazione di
ingresso con una nuova e vessatoria richiesta: 17 degli attivisti considerati
persone non gradite, non possono entrare in Egitto. Richiesta immotivata e
ricattatoria che subito la direzione del convoglio ha dichiarato inaccettabile
riservandosi di adottare oggi, con l’arrivo a Lattakya di George Galloway,
tutte le contromisure per rispondere a questa ulteriore pretesa egiziana.
Non si conoscono i nomi dei 17 “indesiderati”, ma è evidente ormai che dietro
a questa ennesima richiesta c’è l’intervento di Israele.
Israele vuole interrompere questa crescente catena di iniziative (convogli e
flottiglie) che sta mettendo in crisi l’assedio e il boicottaggio adottato
contro la popolazione della Striscia di Gaza.
Il governo egiziano si presta a questo sporco gioco cercando di logorare la
resistenza e la compattezza dei partecipanti al convoglio, le delegazioni di
oltre 30 paesi, 380 attivisti con 145 veicoli pieni di aiuti umanitari.
Si tenga conto che il Convoglio, nelle trattative svolte a Damasco aveva già,
con grande senso di responsabilità, accettato condizioni molto pesanti, in
particolare la rinuncia del leader del convoglio, George Galloway a entrare a
Gaza. Ma non solo questo. Era stata accettata la pretesa egiziano-israeliana di
escludere il trasferimento in Gaza del carico di cemento, questa arma di
distruzione di massa che avrebbe permesso di ricostruire quelle case e quelle
infrastrutture distrutte dall’esercito israeliano nell’operazione “piombo
fuso”. Era stata pazientemente accettata la condizione di riclassificare tutti
gli aiuti e di caricarli su pallet per facilitare eventuali operazioni di
controllo. Tutto questo non è bastato, e non sono bastati 15 giorni di
sequestro e di blocco del convoglio a Lattakya, con disagi immaginabili per i
380 attivisti, ma anche con un peso notevole per le autorità siriane che ci
ospitano, fornendo cibo e bevande a tutto il convoglio. Ora questa ulteriore e
odiosa condizione. Non conosciamo i nomi della lista di proscrizione; la
direzione del convoglio ha evitato per ora di renderla pubblica per non creare
ulteriori tensioni e non fare il gioco egiziano. Ma è presumibile che si vuole
decapitare la testa del convoglio e, di richiesta in richiesta, di rinvio in
rinvio, bloccarlo definitivamente, questo e anche i possibili futuri convogli.
Gli egiziani con questa mossa hanno rotto e disatteso un accordo già siglato a
Damasco e si sono resi responsabili di un inevitabile inasprimento del
confronto. La risposta del convoglio, per quanto pacifica non potrà che essere
molto dura. E’ vergognoso e intollerabile che si impedisca l’arrivo di aiuti
umanitari a una popolazione come quella della striscia di Gaza così duramente
provata da un assedio che dura dal 2006. Ma è anche intollerabile che l’Egitto
impedisca l’esercizio di uno dei diritti fondamentali che le convenzioni
internazionali garantiscono a tutti i cittadini, la libera circolazione delle
persone attraverso tutte le frontiere di tutti i paesi del mondo. Ma la manovra
egiziana appare sconsiderata. Perché una buona parte della sua economia si
regge proprio sulla libera circolazione di tutti quei cittadini, moltissimi
sono gli italiani, che ogni anno visitano l’Egitto e le sue più note e famose
località archeologiche e turistiche. Turisti sì, attivisti no? Il governo
egiziano che si sta esercitando in questa sfida pericolosa e insensata contro
un convoglio di cittadini e di attivisti del mondo intero deve allora fare
molta molta attenzione.
La delegazione italiana, in queste ore di tensione e di duro confronto, mentre
ribadisce la sua volontà di resistere a questa azione discriminatoria, invita
il movimento italiano di solidarietà con la resistenza palestinese a
manifestare la sua protesta davanti all’ambasciata e alle legazioni egiziane,
di intervenire sul ministero degli esteri italiano affinché si faccia carico di
una ferma protesta nei confronti del governo egiziano, ma anche a prepararsi a
mettere in campo, se la situazione non si sbloccherà rapidamente, un
boicottaggio contro il flusso turistico dall’Italia all’Egitto.
A fine serata c’è ancora tempo per una nuova esibizione, molto applaudita, del
team italiano che ha cantato Bella ciao, che è stata preceduta su iniziativa di
uno degli attivisti giordani dalla lettura del testo in arabo e in inglese. Una
ulteriore dimostrazione del forte spirito di umanità che caratterizza il
convoglio.
Aggiornamento delle ore 15 di domenica 17 ottobre
A mezzogiorno visita al campo del rappresentante in seconda di Hamas , accolto
con grande entusiasmo.
Poi press conference con la presenza di George Galloway, un intervento
attesissimo dopo la nuova pretesa del governo egiziano di escludere dall’
ingresso in Egitto e a Gaza di 17 attivisti.
Con la sua straordinaria capacità comunicativa Galloway passa in rassegna la
lista dei proscritti, dimostrando come le motivazioni addotte dalle autorità
egiziane sono in alcuni casi crudeli, in altri casi assurde e in altri casi
ancora sia crudeli che assurde.
Crudele l’esclusione di due attivisti turchi, parenti delle vittime della Mavi
Marmara, che intendono portare a Gaza, terra raccolta sulle tombe e destinata a
piantare fiori e alberi di ulivo a Gaza. Assurda l’esclusione di una giovane
attivista britannica, Amena Saleem, indicata come moglie di Galloway (solo
perché il suo nome è simile a quello della ex moglie del leader britannico);
crudele e assurda insieme la esclusione dello sceicco Ismail Nashwan, un
anziano di 83 anni, indicato erroneamente di avere nazionalità turca (e che
nell’apprendere la notizia non trattiene le lacrime)
L’intelligence egiziana, sottolinea Galloway, non ci fa certo una buona
figura, rimarcando in ogni caso che la responsabilità di questa irricevibile
lista di proscrizione è del Presidente Hosni Mubarak che deve avere “cattivi
consigleri”.
Conclusione: domani il convoglio, con tutti gli attivisti, partirà per El
Arish; le autorità egiziane avranno tutto il tempo a disposizione per
riflettere, prendere atto della assurdità ed inconsistenza di questa ennesima
richiesta dilatoria e prendere atto degli errori commessi.
Si annuncia un attracco a El Arish alquanto movimentato.
ISM-Italia
Lattakya, 17 ottobre 2010

 

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vedi anche Iniziative Puglia- Palestina

COMUNICATO STAMPA

 

Gaza in “presa diretta” a Testimone di Pace

 

A Testimone di Pace, lunedì 4 ottobre alle ore 21 presso il Teatro Comunale di Ovada, sarà proiettato un interessante e toccante video inedito sulla situazione dei palestinesi che vivono a Gaza.

Il video è stato realizzato esclusivamente per Testimone di Pace da Vittorio Arrigoni, premio speciale Rachel Corrie 2010 e racconta quanto è accaduto e quanto sta accadendo a Gaza in questi giorni.

Vittorio Arrigoni, originario di Cantù, è un attivista per i diritti umani, da molti anni impegnato come volontario in giro per il mondo. E’ arrivato a Gaza il 25 agosto 2008, prima dell'inizio dell'operazione offensiva di Israele “Piombo Fuso”. Da quel giorno è rimasto a Gaza City, impegnato sulle ambulanze palestinesi e, unica voce italiana sotto le bombe israeliane, ha continuato a raccontare come vivono e muoiono gli abitanti di Gaza sul suo blog Guerrilla Radio, e attraverso le corrispondenze per Il Manifesto e per la trasmissione radiofonica Caterpillar (RAI Radio Due). Arrigoni è riuscito a realizzare e a farci pervenire in questi giorni un video che documenta la situazione di Gaza e l'impegno quotidiano dei volontari dell'ISM: si tratta di un documento davvero significativo che pone i riflettori su una realtà dimenticata dai media di tutto il mondo.

Alla serata di premiazione saranno presenti la madre di Vittorio, Egidia Beretta sindaco di  Bulciago in provincia di Lecco e il conduttore di Caterpillar, Massimo Cirri.

 

Insignito dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica fin dalla prima edizione, il Premio Testimone di Pace ha ottenuto la prestigiosa ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA accompagnata da speciale medaglia presidenziale. Ha ottenuto inoltre il patrocinio di Genova Città dei Diritti. Il premio è organizzato dal Comune di Ovada, dal Centro Pace Rachel Corrie, dall’Associazione Articolo 21 e dalla trasmissione radiofonica Fahrenheit (RAI Radio 3), con il sostegno della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Regione Piemonte e Provincia di Alessandria hanno da quest’anno sottoscritto una apposita Convenzione con il Comune di Ovada per la realizzazione della manifestazione. La giuria è composta da Marino Sinibaldi (coordinatore), Eleonora Barbieri Masini, Luigi Bettazzi, Eros Cruccolini, Tano D’Amico, Nando dalla Chiesa, Giovanni De Luna, Flavio Lotti, Lidia Menapace, Giorgio Nebbia.

 

INFO

website: www.testimonedipace.org

 

Ultime notizie da Gaza di Vittorio Arrigoni

Durante Piombo Fuso il governo israeliano dichiarava al mondo di stare chirurgicamente colpendo solo i terroristi di Hamas e le loro basi mentre campi profughi, scuole dell'Onu e ospedali veniva dati alla fiamme col fosforo bianco.
320 minori vennero uccisi allora.

La guerra israeliana contro i bambini non conosce tregua:


http://guerrillaradio.iobloggo.com/1957/la-guerra-ai-bambini-di-gaza-continua

 

Ore 16 50 locali: la nave libica carica di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile di Gaza è stata intercettata e circondata da navi guerra israeliane a circa 100 miglia dalla sua meta. I militari israeliani minacciano un attacco se la nave non cambierà direzione e volgerà verso l’Egitto. I libici continuano a puntare dritto su Gaza.
Li aspettiamo.

Un altro massacro in alto mare ad opera dei pirati israeliani?
http://www.facebook.com/pages/Vittorio-

Arrigoni/290463280451?ref=search&sid=

1450700398.1725229390..1


CAMPI DI GAZA:

Farming Under Fire:
Nicole di Al Jazeera ci ha seguito coi contadini al confine,
e si è presa con noi la sua buona dose di piombo.

http://guerrillaradio.iobloggo.com/

1950/al-jazeera-farming-under-fire


 

 

BRINDISI PER GAZA

Comunicato stampa

Le associazioni brindisine proPalestina, insieme a Pugliantagonista.it e Brindisi per Gaza hanno effettuato ieri sera, 13 giugno, in Piazza Vittoria una iniziativa di sensibilizzazione , sulle drammatiche condizioni in cui vivono gli abitanti di Gaza sottoposti da un durissimo assedio/embargo da parte degli israeliani da oltre tre anni.

 

Particolare interesse è stato manifestato da coloro che interrompendo il passeggio serale si sono fermati  ad assistere alla  proiezione di filmati provenienti  dagli operatori umanitari internazionali, tra cui il giornalista Vittorio Arrigoni, che  a Gaza fanno da scudi umani a contadini e pescatori palestinesi che cercano di coltivare campi e rifornire di cibo una popolazione ormai stremata, ma che spesso sono oggetto di un crudele tiro al bersaglio delle guardie di frontiera israeliane.

 

L’iniziativa di ieri sera rientra in quelle che hanno fatto seguito  nei giorni scorsi alle proteste internazionali per il massacro di operatori umanitari che cercavano di forzare il blocco israeliano con alcune navi cariche di aiuti.

 

Da parte degli organizzatori dell’iniziativa proPalestina è stato ribadito che rimuovere il blocco può essere un primo passo verso uno sblocco delle  trattative che possano condurre ad un reale processo di pace che garantisca sicurezza  e stabilità per il popolo palestinese, israeliano e disinnescare un pericolo per la pace mondiale.

 

A nome delle associazioni proPalestina

La redazione di Pugliantagonista.it

pugliantagonista@libero.it

Brindisi 14 giugno 2010

LE FOTO

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BRINDISI 1 GIUGNO PIAZZA PREFETTURA SIT-IN PROTESTA

VIDEO SU

http://www.youtube.com/watch?v=GA59PlZiYzk

http://www.youtube.com/watch?v=6Aj58ZM6K4w

   http://www.youtube.com/watch?v=2ExTjEJLtKs

LE FOTO E IL REPORT SULL''INIZIATIVA

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COMUNICATO STAMPA

 

Palestina libera! No al terrorismo israeliano!

Queste è stato gridato in coro da tutti coloro che si sono radunati il 1 giugno 2010, a Brindisi, dinanzi alla Prefettura per far sentire la loro condanna contro l’atto di pirateria e terrorismo internazionale condotto dall’esercito israeliano contro le navi che portavano aiuti alla popolazione di Gaza.

Una mobilitazione nata sotto la spinta emotiva delle scene di uccisione a freddo di attivisti umanitari da parte delle forze speciali israeliane, ma  che non ha colto di sorpresa chi, come gli attivisti dell’associazione BrindisI per Gaza e delle associazioni storiche  proPalestina e antirazziste,  ha continue notizie di uccisioni a freddo di pescatori, contadini, giovani e donne palestinesi  , oggetto di un sadico tiro al bersaglio dei fucili e cannoni israeliano per impedire che essi , con le loro attività possano far vivere Gaza.

 A questo si aggiunge la pratica dell’uccisione e ferimento di operatori umanitari internazionali che spesso cercano invano di fare da scudo agli abitanti di Gaza e il cui elenco in questi giorni purtroppo si è tragicamente allungato.

Questo ci ha detto nell’aggiornamento dell’ultima ora, in una diretta telefonica da Gaza , Vittorio Arrigoni, giornalista, scrittore e attivista internazionale, portando i ringraziamenti in diretta  dei palestinesi e degli “internazionali” ai partecipanti della manifestazione presenti a Brindisi.

Molte le associazioni, sindacati e partiti presenti segno che la solidarietà al popolo palestinesi che in tanti modi, con aiuti economici, materiali, adozioni a distanza e manifestazioni politiche che anche nel lontano e nel recente passato hanno contraddistinto questa città che si sente profondamente legata con il destino dei popoli che si affacciano sul Mare Nostrum, il Mediterraneo .


 Un centinaio i rappresentanti dei Cobas , della CGIL, della rete 28 Aprile della CGIL, della USB ( unione sindacati di Base), dei vendoliani della SEL, quest’ultimi con una folta presenza da Ostuni dove ha residenza (uno dei 6 ostaggi umanitari italiani,  il tenore e anarchico Joe Fallisi)  , Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, presenti i giovani dell’UDS, le associazioni Brindisi per Gaza, Emergency, Terrarossa di Mesagne,  Rinascita Civica Brindisina,  di associazioni ambientaliste, Medicina democratica e Pugliantagonista.it  , oltre che i consiglieri Toni Matarelli e Vincenzo Guadalupi, che tutti insieme hanno manifestato per la liberazione immediata dei pacifisti internazionali, per la cessazione del blocco di Gaza, per una giusta pace in Palestina  e la condanna del governo   israeliano.

 Dal  presidio si è mossa una delegazione che si è recata presso il prefetto per portare tali richieste  ed in seguito si è deciso di proseguire nei prossimi giorni con iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondipro-Gaza , con proiezione di filmati di denuncia, da tenersi in città e provincia.

 

Comunicato redatto dalla redazione di Pugliantagonista.it a nome di tutte le associazioni

 

Brindisi 2 giugno 2010

 


 

BRINDISI PER GAZA

foto concerto Claudio Lolli

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GAZA FREE Incontri con Vittorio Arrigoni in Puglia 

Prima tappa a Brindisi il 26 novembre 2009

Via Annunziata 17 ore 20.00

(parallela Corso Garibaldi, 100mt da Piazza Vittoria)

Incontro/dibattito e video  con Arrigoni da poco tornato da Gaza.

Le sue testimonianze dell'operazione Piombo Fuso  su Gaza

Altre tappe in Puglia

27 novembre San Vito dei Normanni Libreria Icaro Via Cavour

28 novembre Lecce Libreria Icaro Via Liborio Romano ang.via Trinchese

29 novembre Torre Santa Susanna Sala conferenze CGIL PZZA Umberto1

30 novembre Taranto biblioteca comunale Piazza Dante Bestat

2 dicembre Foggia cinema falso movimento

per info

377 1324124

brindisipergaza@gmail.com


GAZA RESTIAMO UMANI 

DI VITTORIO ARRIGONI

RECENSIONE 

Abbiamo appena finito di leggere il libro Restiamo Umani di Vittorio Arrigoni  edito dal Manifesto un prezioso documento, all'interno del quale abbiamo trovato tutto quello che tv, giornali e internet non hanno detto.Il volontario dell'ISM Vittorio Arrigoni testimone all'interno della Striscia di Gaza, descrive giorno dopo giorno, come se fosse un diario, il genocidio portato avanti dal GOVERNO ISRAELIANO. Importantissimi i dati forniti dal documento, intanto partiamo dal fatto che in questo mese di guerra, dall'inizio dell'operazione "PIOMBO FUSO" 27 dicembre 2008 alla fine, gennaio 2009 vengono uccisi 1300 palestinesi, di cui più di 1 terzo sono bambini,circa 4500 i feriti. Non esiste confronto con i 18 morti israeliani provocati dai razzi qassam palestinesi dal 2002 ad oggi. Nel libro vengono elencati tutti i punti salienti dell'operazione militare, dalla chiusura del valico di EREZ dove vengono bloccati i giornalisti e volontari,(nessuno può entrare o uscire dalla PALESTINA)  al bombardamento dal cielo e dal mare sulla striscia di Gaza; una striscia larga 10 chilometri e lunga 40 trasformata in un grande poligono di tiro. Le truppe israeliane colpiscono con precisione gli edifici dell'ONU unico rifugio per i profughi palestinesi.In Italia e in tutto il mondo invece i mass media occidentali che non sono lì presenti, riferiscono  di lanci di razzi palestinesi, parlano di una guerra utile per sconfiggere i terroristi di HAMAS,riferiscono che gli attacchi israeliani avrebbero colpito chirurgicamente le basi di HAMAS., non parlano invece del GENOCIDIO in atto e delle violazioni di tutti i diritti dell'uomo. Nel libro troviamo i bombardamenti sul porto di gaza, centrate le centrali di polizia, colpita nella città di  Rafah  l'università islamica e le moschee, i depositi di medicinali, a Jabalia si scatena la furia Israeliana con gli ELICOTTERI APACHE con le bombe al fosforo, le ambulanze della mezzaluna rossa in tutta la Palestina sono  bersagliate, nel porto invece vengono speronati i volontari dell'ISM INTERNATIONAL SOLODARIETY MOVEMENT, vengono bloccati con i cannoni di acqua. Per non bastare successivamente faranno la loro parte anche i carri armati israeliani. TUTTO CIò NON é STATO RACCONTATO. ISRAELE DOVRà ESSERE PROCESSATA PER CRIMINI DI GUERRA E CONTRO L'UMANITà. Nel frattempo in Italia sono tante le manifestazioni di protesta in solidarietà al popolo palestinese,anche noi in puglia abbiamo protestato a TARANTO e a BARI per la conclusione del conflitto. In particolare ricordiamo le manifestazioni a BARI sotto la sede della RAI, in quel caso si è sollecitata la RAI a fare un informazione vera, a dare spazio al conflitto in palestina. RITENIAMO che il conflitto sia stato ad un unico senso,il solo obbiettivo era cancellare il popolo palestinese.  

"i civili di gaza hanno a disposizione 3 ore al giorno per cercare di sopravvivere;

i soldati israeliani le restanti 21 per cercare di sterminarli" John Ging capo dell'Unrwa AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI

 

"quando emergeranno le enormi distruzioni della Striscia di Gaza, non potrò più andare ad AMSTERDAM per turismo,ma solo per comparire davanti al Tribunale Internazionale dell'AJA" Ministro Israeliano (anonino)

Ringraziamo Vittorio Arrigoni per la sua testimonianza e invitiamo a seguire il volontario dell'ISM sul blog di Guerrillia Radio al link http://guerrillaradio.iobloggo.com/

 

la redazione di www.pugliantagonista.it

BRINDISI, 2 GIUGNO 2009

 

 

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ALTRE INFO IMPORTANTI

Fonte : http://www.infopal.it/leggi.php?id=11183

INTERVISTA A VITTORIO ARRIGONI

Vittorio Arrigoni, volontario dell'Ism - International solidarity movement,
vive a Gaza da circa un anno, ed è stato testimone diretto e unica voce
giornalistica italiana (e non solo) del genocidio perpetrato da Israele nei
ventidue giorni (27 dicembre - 18 gennaio) di "Piombo Fuso".Vittorio ha
pubblicato per il Manifestolibri, "Gaza, restiamo umani", il diario delle
settimane di bombardamenti contro la Striscia.
Gli abbiamo rivolto alcune domande.
L'esercito israeliano si è auto-assolto (L'esercito israeliano si auto-
assolve. La condanna delle organizzazioni umanitarie.), dopo aver portato a
termine cinque "indagini". Queste sono le sue conclusioni: “Durante i
combattimenti di Gaza, le forze di difesa israeliane hanno operato in accordo
con le leggi internazionali”. Le uccisioni di civili inermi sono state definite
“incidenti operativi”. Come commenta questi fatti?
  Li commento come ha recentemente fatto Amnesty International, stroncando
queste conclusioni per mancanza di credibilità. Secondo Amnesty “è
responsabilità di coloro che hanno effettuato bombardamenti, attacchi di
artiglieria e di altro tipo, provare che queste aggressioni erano veramente
rivolte a obiettivi militari legittimi; non è compito delle vittime provare che
non erano coinvolte in attività di combattimento. Ad oggi le informazioni
fornite dall’esercito non hanno dimostrato niente. L’indagine dell’esercito
israeliano non sostituisce l’inchiesta completa, indipendente e imparziale di
cui c’è bisogno”.
Prima di Amnesty International, era stato un rapporto pubblicato dall’ong
Human Right Watch (Hrw), a porre l’accento sui crimini di guerra israeliani,
per le armi usate e per la condotta adottata dal suo esercito nel corso dell’
offensiva di gennaio a Gaza, in particolare sull’uso di ordigni al fosforo
bianco.
Se non bastasse, durante il massacro ricordo fu la  Croce Rossa
Internazionale a levare la sua voce per denunciare la violazione dei diritti
umani di feriti e paremedici palestinesi. Alla fine li hanno ascoltati anche
all'interno d'Israele: l'organizzazione umanitaria israeliana "Dottori per i
diritti umani" (Phr) ha denunciato che nell'operazione Piombo fuso l'esercito
israeliano "ha violato i codici etici...per aver attaccato personale medico;
aver danneggiato strutture sanitarie e aver colpito indiscriminatamente civili
non coinvolti nelle operazioni". Tsahal (l'esercito israeliano), prosegue Phr,
"non solo non ha consentito l'evacuazione delle famiglie palestinesi assediate
e ferite, ma ha anche impedito alle squadre palestinesi di soccorso di
raggiungere i feriti". In particolare 16 membri del personale medico
palestinese sono rimasti uccisi durante i combattimenti e altri 25 sono rimasti
feriti mentre prestavano i soccorsi alla popolazione. Nonostante il ministro
della Difesa Ehud Barak continui a definire l'esercito israeliano come "il più
morale del mondo", Israele ha rifiutato di cooperare con la missione di
accertamento dei fatti disposta dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu,
guidata dal giudice Richard Goldstone, il quale ha chiaramente espresso l’
intenzione di indagare sulle violazioni al diritto internazionale commesse da
tutte le parti in causa nel conflitto che ha avuto luogo a Gaza e nel sud di
Israele. Non mi sorprendo. Una vera democrazia è in grado di processare il suo
esercito per crimini di guerra. Israele chiaramente non è una democrazia
compiuta.

L'Europa si è già dimenticata del genocidio nella Striscia di Gaza, lo hanno
dimostrato le defezioni alla Conferenza contro il Razzismo, a Durban. Che
opinione si è fatto di questi avvenimenti e del clamore suscitato?  
Per via che la bozza del testo finale della conferenza Onu sul razzismo,
tenutasi poi a Ginevra, conteneva accuse durissime contro Israele, la
conferenza è stata boicottata da Stati Uniti, Canada, Italia, Olanda, Polonia,
e ultima ad annunciare la defezione, anche la Germania. A quanto pare c'è una
parte di Occidente che ritiene giusto continuare a far pagare l'irrisarcibile
prezzo dell'Olocausto ai non colpevoli palestinesi. Cosa conteneva di così
scandaloso quella bozza? Accusava Israele “per la sua violazione dei diritti
umani internazionali, i crimini contro l’umanita’ e una forma contemporanea di
apartheid”. Esattamente ciò che ripetono  da anni inascoltati i premi Nobel
Nelson Mandela, Desmond Tutu, Jimmy Carter, Wole Soyinka e José Saramago. Mica
dei Frattini qualsiasi... Poco importa,  una conferenza più partecipata e una
più forte presa di posizione contro Israele di quella finale poi edulcorata
dalla Nazioni Unite, non avrebbe cambiato di una virgola la situazione. Dal
1948 sino oggi, Israele ha sempre ignorato radicalmente il diritto
internazionale e ha esercitato la sua sovranità in modo assolutamente
arbitrario, sostenuta dagli Stati Uniti, che in sede di Consiglio di Sicurezza,
hanno sempre coperto i crimini israeliani con il loro diritto di veto. Contando
anche su un'ampia complicità di di stati europei, Israele può tranquillamente
ignorare il diritto internazionale perché è come gli Stati Uniti, legibus
soluta, al di sopra della legge. Per cui un massacro di civili come quello
subito a Gaza è puro esercizio della sua routine criminale.  
Il suo libro è una testimonianza forte, un'istantanea dei 22 giorni di
massacri israeliani contro la Striscia. Come vive ora? Cosa prova e come sta la
gente di Gaza?  
Il piombo non è più fuso ma continua ancora a piombarci addosso a intervalli
regolari. L'altro giorno, due minatori palestinesi uccisi dai bombaramenti
israeliani su Rafah, e i contadini sono quotidianamente presi di mira dai
cecchini mentre lavorano al confine (vedi video). Ogni mattina presto mi
svegliano, qui davanti al porto, i colpi di mitragliatrice della marina
israeliana che impedisce ai pescherecci palestinesi di andare poche miglie
oltre la loro costa. Qui a Gaza è morta la speranza, sembra di vivere
nell'intervallo fra una tragedia e l'altra, non si sono ancora dissipati i
fantasmi, i traumi dell'ultimo massacro, che nuovi lutti (oltre la sofferenza
dell'assedio) si annunciano a breve. A quanto pare l'esercito israeliano si sta
esercitando per una nuova carneficina, data per imminente.  
Qual è la sua impressione dei recenti dialoghi interpalestinesi al Cairo?
Inoltre, come viene considerata attualmente Hamas tra la popolazione
locale?  
I continui rimandi a un accordo fra le varie fazione certo non fanno bene al
morale di una popolazione che vorrebbe unità nazionale, innanzitutto. Ma la
domanda sorge spontanea, Israele è chiaro che continuerà a non riconoscere un
governo palestinese presieduto anche solo in coalizione da Hamas, quale sarà
allora la risposta della comunità internazionale? Mi auguro non si continui a
boicottare il partito islamico, che ricordo è uscito vincitore da elezioni
libere e democratiche.
Per quanto riguarda la popolarità dell'attuale governo, la settimana scorsa
Hamas ha perso le elezioni svoltesi all'interno dell'unione dei lavoratori
dell'Unrwa (diecimila dipendenti), dopo molti anni in cui usciva vincente. Ciò
lascia intravedere un calo dei consensi nella popolazione di Gaza, a mio avviso
fisiologico come per qualsiasi altro governo in carica.  
Quando ritornerà in Italia?  
Il mese prossimo proveranno ad attraccare al porto qui di fronte a dove vivo
8 imbarcazioni del Free Gaza Movement, cariche di aiuti umanitari, attivisti e 
premi Nobel per la pace. Se la marina israeliana non si macchierà di pirateria
come sua abitudine, potrebbero essere per me la possibilità di fuoriuscire da
questa immensa prigione a cielo aperto.
Certo non mi è facile lasciare Gaza e i suoi civili in una situazione
peggiore di come l'ho incontrata, specie alla vigilia di un possibile nuovo
attacco israeliano, possibilmente questa volta senza scomodi testimoni
internazionali.

 

 

 

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