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RICORDI

Brindisi 31 dicembre 1973-

 1 gennaio 1974

 

 Un capodanno con  l’eliminazione di un nemico del popolo (un coniglio dal pelo rosso), compagni maoisti squattrinati  e una manifestazione di Lotta Continua in  solidarietà dinanzi al Carcere di Via Appia

di Antonio Camuso

 

Racconto autobiografico  sulla sinistra rivoluzionaria brindisina ,a due puntate, nell’anno della crisi petrolifera.

ovvero storie di militanti  affamati e squattrinati …. e quando la solidarietà a chi vive l’inferno carcerario la si faceva seriamente.

 

Il coniglio era stato cucinato in maniera perfetta, alla stessa maniera come io gli avevo organizzato la “festa” ed ora mi stavo gustando gli ultimi pezzettini di carne e tendini attaccati all’osso che era nel mio piatto.

Quel maledetto coniglio, maschio, dal pelo rosso di una stazza di diversi chili, mi aveva fatto passare dei brutti momenti, quando qualche mese prima, andando a ripulire la sua gabbia, mi aveva addentato ad una mano.

Tra le imprecazioni  di mio padre ero ricorso prima al Pronto Soccorso per una antitetanica  e poi al veterinario comunale  affinché  escludesse che fosse affetto da rabbia.

Risultato: coniglio restituitoci dopo qualche giorno e ...  cosa “tragica” per mio padre,  pagamento di 2000 lire. Ma il lato peggiore era che, ritornato in gabbia ,il coniglio continuava a dimostrare una ostilità rabbiosa nei miei confronti ricambiata dalla mia incazzatura del dovergli ripulire la stessa, quotidianamente, dai suoi bisogni.

La mia voglia di vendetta fu appagata quando, in quei giorni di fine dicembre73, incontrai la coppia Lucia-Luciano ultimi rappresentanti  a Brindisi - insieme all’operaio Gino Carrino-, dell’ex Unione UCI (m-l) giornale Servire il popolo, organizzazione dalla quale ero uscito nel1972 dopo l’autoproclamazione in Partito, PC(ml)I ,giornale La voce operaia

.

.Nonostante ciò i rapporti con gli ex-compagni di organizzazione continuavano poiché come m-l seguivo l’ostinato lavoro che Michele Boato ed i ragazzi di Lotta Continua  brindisina stavano facendo sulla questione Proletari in divisa .

Con mio grande dispiacere le condizioni economiche dei due compagni Lucia e Luciano erano tali  che quella sera di Fine-anno non si potevano permettere altro che un piatto di maccheroni al pomodoro, a causa degli scarsi proventi, in quei giorni di festa, dalla vendita  militante del giornale dinanzi  al piazzale delle ditte appaltatrici della Montedison.

Pensando alla  mia agognata vendetta  sul coniglio dal pelo rosso ,mi autoinvitai : “-Questa sera festeggiamo insieme questo fined’anno! Al secondo e alla frutta  ci penso io!-“

La rappresaglia proletaria contro il coniglio che a dispetto del suo mantello rosso addentava chi ogni giorno era additato come “rosso”, fu portata a compimento secondo le modalità della Lotta Armata .

1)      Alle 14.30 del giorno 30, dopo aver atteso che mio padre fosse andato a fare la sua solita pennichella pomeridiana ,mi avviai verso le conigliere ,non prima però di aver riempito una bella borsa a rete (di quelle che si usavano negli anni 60 prima che dilagasse la busta in plastica), datami da Lucia , di arance ,mandarini e limoni del mio giardino.

2)       un colpo di clacson proveniente dalla macchina di Luciano parcheggiata a ridosso di un muretto di cinta secondario diede il via  all’azione proletaria che avrebbe portato all’eliminazione di un nemico del popolo e riempito le pance dei maoisti brindisini.

3)      Con le mani protette da un paio di guanti in rete metallica (ed… amianto… guanto per sostituzione canna di mitragliatrice MG della seconda Guerra Mondiale recuperato da mio padre artificiere della Marina), sorpresi il grosso coniglio rosso aprendo la gabbia in un orario che non se la aspettava, lo afferrai per le orecchie  a due mani

4)      mentre il  bastardo scalciava come un ossesso e  alla bell’emmeglio mi avviai verso una scaletta appoggiata precedentemente contro il muro di cinta.

5)      Dall’altro lato c’era Luciano che con un bel sacco di Yuta  accolse il controrivoluzionario. Caricate in auto anche le arance ci demmo appuntamento all’indomani sera….

 

Sera del 31 dicembre1973  Via Barletta…La cena a base di pasta al sugo di coniglio,spezzatino di coniglio al sugo e coniglio brasato, condita con del rosso brindisino preso in una taverna di Via Lata terminò con i brindisi alla Rivoluzione  Proletaria, a Mao,Marx,Lenin Stalin, come era usanza  allora tra gli m-l .

 Ci eravamo divertiti nel racconto a due mani di Lucia e Luciano che prima di dare inizio alle operazioni di scuoiatura  e frollatura del coniglio, per la sua eliminazione come nemico del popolo avevano richiesto l’intervento di Gino Carrino che, come presidente del Tribunale rivoluzionario aveva applicato la sentenza di morte con la sua chiave inglese chiedendo in cambio che per il pranzo di Capodanno gliene si lasciasse un pezzetto” per togliersi lo spilo”.

In quel momento di condivisione eravamo euforici e nello stesso tempo rilassati e da questo piccole episodio personale ognuno di noi aveva tratto la convinzione di poter avere la forza di affrontare le prove che nel futuro il Fato ci avrebbe riservato, ma la serata non finiva lì….

Avevamo cenato con largo anticipo su mia richiesta: :”-Questa sera intorno alle23,00-23,30 , Salvatore De Carolis mi ha detto che Pino Marella, Carlo il Fornaio, e gli altri di Lotta Continua staranno sotto il Carcere in una piccola manifestazione di solidarietà ai detenuti.

 Lo si fa a quell’ora approfittando che non c’è una macchina in giro e Pino proverà a parlare col megafono con alcuni detenuti, con cui è in contatto…”-

Fine prima parte.

 

inizio seconda parte: Carcere di Brindisi 31 dicembre 1973 ore 23,20

“-Ci son tanti compagni di cui ci son negati perchè questa giustizia li vuole carcerati…

Liberare tutti,vuol dir lottare ancora…”-

Mentre mi avvicino alle mura del carcere sento distintamente cantare  questa canzone a due voci

Una proveniente sicuramente da un megafono, dall’altra più debole  e più distante con uno strano eco

Giunto nello spiazzo antistante alle mura di cinta site in via piazza ,trovo una ventina di compagni, molti di Lotta Continua,a ridosso di un furgoncino o un grosso Ape sul cui pianale è salito Pino Marella che impugna un  Megafono

“-Micheleee!!!!sono Pino , come stai?.”-

Faccio fatica  a comprendere con chi Pino stia cercando di parlare,poi nella semioscurità in cui è avvolta la parte centrale del carcere, dalla ala destra ,da alcune  finestre vedo fuoriuscire degli stracci di color presumibilmente rosso che vengono agitati…

 

“-Ciao Salvatore, da quand’è che è iniziata?”- “ Ciao Antonio, da poco…”-

“-Zitti, state in silenzio, stanno rispondendo!”- ci urla Pino

In effetti ci arrivano le voci di più detenuti

“-Ciao Pino, sono Michele…ciao Pino, sono Massimo… grazie  che siete venuti, grazie ..”-

E’ di nuovo Pino a rispondere col Megafono:

“-Noi di Lotta Continua siamo qui questa sera,per portarvi il conforto della nostra presenza in questo momento in cui vorreste essere con le vostre famiglie .Mentre voi vivete in condizioni invivibili e siete accusati di reati di poco conto i padroni, i ladri di Stato,i grandi speculatori e truffatori, nonostante la crisi, gozzovigliano  nei loro yacht, o in località da favola facendo scorrere fiumi di champagne e wisky. Sono loro che dovrebbero essere tra quelle sbarre e non voi.!!!

Liberare tutti vuol dir lottare ancora….”-

E’in un’atmosfera irreale quanto sta avvenendo:in un totale assenza di traffico stradale,l’intero quartiere della Commenda  è avvolto nel silenzio e nella semioscurità poichè con le norme dell’austerity si è intimato di risparmiare da una certa ora su illuminazione pubblica e privata e le uniche luci sono quelle  delimitano le mura esterne del carcere. Le stesse sentinelle che ci osservano dall’alto,non dicono nulla, quasi a solidarizzare con noi perché gli facciamo compagnia, sembrerebbe che potremmo stare qui per ore e nessuno ci verrebbe a disturbare.

 

“-Dai forza, compà,  sbrighiamoci !mancano dieci minuti!!!”- Ad un tratto una strana agitazione si impadronisce di alcuni compagni e mentre Pino sta ancora cantando Liberare tutti con il sottofondo dei detenuti che lo seguono,  dalle mani di qualcuno spunta fuori una Very,  una grossa pistola per segnalazioni,di quelle che si usano sulle navi,poi un colpo sordo e il cielo che su di noi si illumina di una luce intensa.

Per un bel po’ di secondi stiamo tutti in silenzio col naso all’insù, i compagni, le guardie carcerarie, i detenuti.  Poi man mano che il paracadute che sostiene l’artificio luminoso discende ci accorgiamo che chi l’ha sparato ha puntato verso il dentro delle mura del  carcere, onde far gustare sino all’ultimo gli effetti ai detenuti.

“-Auguri compagni detenuti!Auguri di Buon anno!!!”- strilla al megafono Pino, ma già Carlo lo acchiappa  per la giacca e lo tira giù.

“-Forza muoviamoci, fra poco qui arriva la polizia, le guardie li avranno avvisati!!!”-

“-Ciao compà. Buon anno a tutti!”-

In pochi istanti il nostro gruppo si divide separandosi. Io mi incammino lungo la via Appia.

Fatte poche decine di metri mi ritrovo in un’altra scena da teatro di guerra : dal cielo piovono giù suppellettili, piatti, secchi di immondizia, mentre balconi e finestre si illuminano di quelle che chiamiamo scintille.

A questo punto comprendo che è giunta mezzanotte . I brindisini  anch’essi colpiti dalla crisi quell’anno si decisero, quasi si fossero passati la voce  di risparmiare sui botti ed invece di disfarsi fragorosamente  di tutto ciò che avevano di vecchio in casa. Per un pò cercai di continuare il cammino ma all’arrivo da un terzo piano di un WC di porcellana che schiantandosi lanciò schegge per qualche decina di metri decisi di mettermi al riparo sotto un balcone e attendere che  i depositi di munizioni dei brindisini fossero esauriti….

Iniziava così il 1974, un anno terribile , contrassegnato non solo dalla crisi, le domeniche a piedi, dagli strascichi del colera sull'economia locale,  da trame golpiste,  stragi fasciste,  insomma  tutto ciò che poi diede le fondamenta al periodo seguente dei cosiddetti anni di piombo…

Ma, quel piccolo gruppo di compagni di quella sera, non sapeva che a distanza di tre anni ci si sarebbe ritrovati ancora a gridare sotto il carcere,ma questa volta per richiedere la libertà di Pino Marella,  arrestato per le sue attività di sostegno ai detenuti, ritenute pericolose…

Una battaglia che vincemmo e che diede a molti di  noi la forza di continuare a lottare, in difesa dei più deboli degli emarginati, di coloro che altri ritengono solo immondizia, che fossero carcerati o extracomunitari clandestini…

Anche nelle lotte contro le Centrali a Carbone e nucleare degli anni 80, si volle far in modo che le manifestazioni a Brindisi passassero sotto il carcere onde far sapere ai detenuti che non ci dimenticavamo di loro….ma di tutto ciò sarà opportuno parlarne un’altra volta

 

 

Fine seconda parte

Antonio Camuso 31 dicembre 2013,   ...quarant'anni dopo

vedi anche : Lotte contro il  carcere a Brindisi , parte uno e parte due