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Luciano Schielmann

Luciano Schielmann (1953-2002)  Dal Blog:  http://lotteoperaie.splinder.com/  contro la schiavitù salariale vite di classe

pagina curata autonomamente dal circolo proletario  G.Landonio di Varese

 

A sette anni dalla sua scomparsa

Il compagno Luciano Schielmann è morto nel pomeriggio del 4 marzo 2002, travolto da un’automobile lanciata a folle velocità, mentre percorreva in bicicletta la strada di Molinazzo, vicino a casa sua. [Commissione operaia della sezione di Milano di Riv. Com.] (Riceviamo e pubblichiamo)

Il compagno Luciano Schielmann è morto nel pomeriggio del 4 marzo 2002, travolto da un’automobile lanciata a folle velocità, mentre percorreva in bicicletta la strada di Molinazzo, vicino a casa sua. Poche ore dopo, come ogni lunedì sera, dovevamo riunirci con lui, per discutere l’ultimo documento che stava elaborando per il “Nucleo Promotore per la costituzione del Sindacato di Classe” alla SEA.

Luciano, nato ad Avio (TN) il 20 settembre 1953, aveva solo 48 anni. Fin da ragazzo, Luciano era stato attivo nelle lotte per la casa e per l’occupazione di spazi sociali. Egli lavorava alla SEA dal 1979. Era operaio addetto alla pulizia degli aerei sul “piazzale” dell’aeroporto di Linate. In precedenza aveva lavorato al “Quotidiano dei Lavoratori”, fino alla sua chiusura.

Appena assunto alla SEA, Luciano si è impegnato nelle lotte operaie, distinguendosi tra i lavoratori più attivi. Nel 1980 è stato eletto nel Consiglio d’Azienda, come rappresentante della sinistra CGIL. Ha deciso allora di non proseguire gli studi universitari (era iscritto a legge), per dedicarsi completamente alla lotta operaia e politica.

Fin dai primi anni ‘80, Luciano è entrato in conflitto con la politica filoaziendale dei sindacati confederali e con un gruppo di compagni ha formato il “Collettivo dei Lavoratori SEA”. In quegli anni Luciano ha maturato la sua esperienza di avanguardia di lotta.

All’inizio degli anni ’90, allo scopo di collegare le agitazioni dei lavoratori di Linate a quelle condotte a livello nazionale nel settore aeroportuale, il “Collettivo” ha deciso di confluire nelle RDB-CUB, aderendo al SANGA, che faceva parte di quella confederazione di base. Alle elezioni della nuova RSU di Linate, Luciano è stato nuovamente tra i più votati, entrando a far parte dell’Esecutivo RSU per il SANGA-CUB. Egli non ha tuttavia voluto avvalersi del “distacco sindacale”, considerandolo un privilegio che lo avrebbe separato dai compagni di lavoro e di lotta.

Il “Collettivo” di Linate non ha però condiviso la politica corporativa e la gestione verticista del SANGA, da cui si è staccato nel 1997 per costituire in SEA la rappresentanza aziendale del SULTA-CUB, che allora era particolarmente attivo tra gli assistenti di volo dell’Alitalia e tra i dipendenti dell’aeroporto di Fiumicino. Luciano ed i suoi compagni hanno inteso così rafforzare la lotta dei lavoratori di tutto il settore contro la politica di riorganizzazione del sistema del trasporto aereo, lanciata dallo Stato, dall’Alitalia e dai Comuni, incentrata sulla costituzione del nuovo “hub” di “Malpensa 2000” e sui progetti di “privatizzazione” delle società aeroportuali, di proprietà dei grandi comuni, e della compagnia aerea statale.

Luciano sapeva perfettamente che per i dipendenti della SEA, “Malpensa 2000” più la “privatizzazione” avrebbe significato e significano tuttora “massima competitività aziendale”, basata sulla disponibilità totale e sulla precarietà permanente del lavoro, con aumenti dei carichi di lavoro, riduzione dei riposi, turni più gravosi, introduzione dei contratti a termine, doppio regime salariale a danno dei giovani neo-assunti, maggiore pericolosità del lavoro, spezzettamento della società in più imprese per dividere i lavoratori, ecc...

Luciano è stato in prima linea contro la riorganizzazione della SEA, accelerata dopo la nomina di Albertini a Sindaco di Milano (1997) e quella di Fossa a Presidente (e poi anche Amministratore Delegato) della SEA.

Mentre CGIL-CISL-UIL firmavano uno dopo l’altro i famigerati accordi che hanno dato mano libera all’azienda, Luciano ed i suoi compagni si sono battuti con determinazione, sfidando la direzione, i confederali ed i meccanismi antisciopero messi in atto dallo Stato. La loro incisiva azione ha influenzato ed organizzato i giovani neo-assunti, perché ha attaccato il “doppio regime salariale”, strumento di divisione dei lavoratori, di ricatto occupazionale e di aumento dello sfruttamento. Grazie all’impegno ed all’esempio di Luciano molti giovani hanno trovato il coraggio di lottare.

Coerentemente con l’ispirazione classista della sua azione di avanguardia, Luciano non si è limitato ad organizzare i lavoratori della SEA, ma si è battuto contro il supersfruttamento degli operai delle imprese cui la SEA appaltava le pulizie e altri servizi.

Il SULTA-CUB di Linate e Malpensa, animato da Luciano e dai suoi compagni, ha così aumentato la propria influenza tra i lavoratori; ed ha continuato ad opporsi ed attaccare la politica di riorganizzazione condotta dai vertici aziendali, scontrandosi con gli apparati del potere: Prefettura, Commissione di Garanzia, Magistratura, Polizia, pronti ad intervenire in ogni occasione di lotta per prevenirla, soffocarla, reprimerla. Ad esempio, quando il SULTA-CUB ha proclamato per il 19 gennaio 2001 lo sciopero di protesta contro la morte sul lavoro dell’operaio Dario Comerio, rimasto fulminato a Malpensa pochi giorni prima, e per la tutela della sicurezza sul lavoro, il Prefetto di Milano ha subito ordinato il differimento dell’agitazione. Luciano e numerosi compagni hanno scioperato ugualmente, subendo l’immediata denuncia penale per “inosservanza di provvedimenti dell’autorità” e per giunta la sanzione di 600.000 lire a testa, decisa dal Prefetto in base alla legge antisciopero perché “le sfavorevoli condizioni di lavoro non giustificano l’inosservanza dell’ordinanza”.

In questa situazione di dura contrapposizione con l’azienda e con l’apparato statale, sono venuti al pettine i nodi dei conflitti tra la maggioranza del SULTA nazionale e il SULTA di Linate e Malpensa, costituito da Luciano e dai suoi compagni di lotta. La direzione nazionale è disposta ad accettare sia le norme anti-sciopero sia la stipula dei contratti anti-operai con l’azienda, pur di conquistare la cosiddetta “rappresentatività sindacale” con le relative garanzie (permessi, distacchi, ecc...). Luciano, che dal 1999 faceva parte della Segreteria Nazionale del SULTA, ed i compagni di Linate e Malpensa non hanno accettato di sottostare a questa castrazione sindacale, intendendo continuare a lottare senza compromessi per la difesa degli interessi operai. La rottura col SULTA è stata dunque inevitabile e si è consumata tra il 2000 e il 2001, con il “commissariamento” del SULTA lombardo da parte dei burocrati della direzione romana. Dopo l’eliminazione di Luciano e delle avanguardie della SEA, il SULTA si è piegato come i confederali alle esigenze di Fossa e Co.

I compagni che con Luciano facevano parte del “Collettivo” ed i giovani che li hanno seguiti si sono divisi: la maggior parte ha proseguito l’azione sindacale di base, costituendo in SEA la rappresentanza dello SLAI-COBAS o quella della neonata CUB Trasporti (cui si sono uniti numerosi ex aderenti al Sulta di altri aeroporti).

Luciano, invece, ha voluto riflettere a fondo sulla situazione operaia, sui rapporti di classe con il padronato e lo Stato, ed ha fatto un bilancio dell’esperienza di due decenni di lotta autonoma. Egli è giunto alla conclusione che la difesa degli interessi di classe è possibile solo con lo sviluppo del partito rivoluzionario e del sindacato di classe; e che ogni lotta aziendale o di settore deve essere inserita in un quadro più vasto, di lotta proletaria, antipadronale e antistatale.

Luciano ha maturato questo bilancio sulla base dell’esperienza di lotta dei lavoratori del settore aeroportuale, dove la resistenza operaia ai processi di riorganizzazione aziendale si è scontrata costantemente con i meccanismi repressivi dello Stato; e dove i sindacati di base o autonomi hanno rivelato che i loro limiti professionalisti li conducevano inevitabilmente a sottomettersi alle esigenze aziendali ed alle leggi antisciopero, che tutelano quelle esigenze.

Luciano, fatto questo bilancio, si è lanciato con la passione e la modestia che l’hanno sempre caratterizzato nell’azione per la costruzione del Sindacato di classe.

Dal mese di ottobre 2001 ha partecipato stabilmente alle riunioni della Commissione Operaia della Sezione di Milano, analizzando la situazione dei lavoratori SEA; l’offensiva in atto contro di loro (le sanzioni e le denuncie antisciopero); il disastro dell’8 ottobre 2001 a Linate e le sue cause; come costituire e sviluppare i nuovi organismi di lotta per sfidare l’azienda e lo Stato.

Luciano è stato instancabile, nell’elaborazione e nell’azione. È stato un “vulcano”: ha scritto documenti e volantini; è intervenuto in ogni assemblea; dopo il disastro di Linate, che ha messo in luce l’estrema pericolosità delle condizioni di lavoro alla SEA, ha criticato la sottomissione operaia al produttivismo mortifero ed al profitto, ed ha preso di petto lo stesso presidente Fossa, denunciandone le responsabilità in occasione di una sua “visita” sul “piazzale” di Linate. Per questo motivo, nel dicembre 2001 Luciano ha subito la sospensione dal lavoro, rischiando il licenziamento, che la SEA non ha potuto attuare di fronte alla sua fermezza ed all’appoggio immediato dei suoi compagni di lavoro. Da notare che, nell’occasione, i rappresentanti di Cisl, Uil e Ugl hanno manifestato la propria solidarietà ... a Giorgio Fossa.

Luciano aveva costituito sul suo posto di lavoro il “Nucleo promotore per la costituzione del Sindacato di Classe”, che segnava il suo passaggio da avanguardia operaia, conosciuto e stimato in tutta Italia, ad avanguardia politica.

La morte lo ha colto nel momento di massimo impegno, togliendo ai suoi compagni di lotta e alla classe operaia milanese un “capo” esperto e fidato; ed alla nostra organizzazione un apporto vivo, una forza in movimento, un’avanguardia politica proletaria appassionata e capace.

I giovani e gli operai di avanguardia prendano esempio da Luciano, dal suo impegno risoluto, dal suo odio per lo sfruttamento e per gli sfruttatori, dalla sua fiducia nella capacità di lotta e rivoluzionaria del proletariato, della sua fiducia ed azione per il comunismo.

Al suo funerale, sabato 9 marzo 2002, erano presenti centinaia di lavoratori, colleghi e compagni, venuti da Milano e da tutta Italia, che lo hanno salutato a pugno chiuso, stringendosi vicino alla sua compagna di vita e di lotta alla SEA.

Non ti dimenticheremo, compagno Luciano Schielmann.

- V. opuscolo a lui dedicato: clicca qui.
 
Un saluto a pugno chiuso

a Luciano Schielmann

 

 

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