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2 OTTOBRE 2010

MANIFESTAZIONE A MESSINA NO PONTE

La recente manifestazione dei precari della scuola a Messina segnala
quali siano le vere priorità. NON IL PONTE SULLO STRETTO , MA LA
SCUOLA PUBBLICA, IL LAVORO, I SERVIZI, I BENI COMUNI.
Il Ponte si
configura oggi come una mera operazione a carattere speculativo.
Lungi
dall'essere utile (unisce due regioni fortemente deficitarie dal punto
di vista infrastrutturale), non risponde a nessuna delle domande e ai
bisogni che il Sud pone, mostrando, invece, come sta accadendo con la
dislocazione delle
trivelle sulle due sponde dello Stretto, il suo
vero volto devastante e
autoritario.
Ciò che sta avvenendo, in
sostanza, è l'esplicitazione in vivo dei poteri che
la Legge
Obiettivo
conferisce ai soggetti concessionari delle grandi opere e
che si
traduce nella subordinazione del territorio ai profitti dei
grandi
pescecani degli appalti pubblici.
Il grande sperpero di denaro
pubblico
si traduce, peraltro, in una modesta
produzione di posti di
lavoro.
Molto di più e molto meglio si potrebbe fare se
le stesse
risorse
venissero utilizzate per la cura delle città, delle colline,
delle
coste.
La Confederazione Cobas ha da sempre dato il proprio
contributo
alla buona
riuscita delle manifestazioni No Ponte.
Anche
questa volta
il nostro impegno è garantito.
Insieme ad altre realtà
dell'autorganizzazione sociale organizzeremo pullman
per la
manifestazione del 2 ottobre.2010
L'appuntamento è alle h. 12:00 in V.le
delle Scienze (ingr. principale
Università) altezza Stazione Metro
d'Orléans.
Il contributo A/R è di 10 euro.
Le prenotazioni vengono
raccolte presso la Confederazione Cobas P.zza Unità
d'Italia, 11.
Contatti: Andrea Ballarò tel. 091349192 (dalle 16,30 alle 19,30),
cell.
3202477337 mail c.cobassicilia@tin.it

Per la Confederazione
Cobas
Renato Franzitta


23 DICEMBRE 2009 LA PRIMA PIETRA DEL PONTE?

NO! SOLO I FUNERALI DELLA PRIMA VITTIMA

(Ovvero... la gestione dell'ordine pubblico nelle manifestazioni ambientaliste?     Tanti manganelli, nessun ambulanza!)

Mentre il Ministro Matteoli insiste nella pagliacciata della prima
pietra, invitiamo tutte e tutti a partecipare ai funerali del compagno
Franco Nisticò che si terranno domani a Badolato (CZ) alle 16.
Stringiamoci attorno alla famiglia, ma soprattutto continuiamo a lottare
perché è quello che Franco a chiesto a tutte/i noi...
/http://www.youtube.com/watch?v=L0czezee3Vk

*Il 23 dicembre è una giornata storica!*

Lo proclama in grande stile il Ministro Matteoli. Ed infatti è così, ma
non tanto per la fantomatica prima pietra del Ponte che, nonostante
tutti gli annunci in pompa magna, non si può proprio "posare": non solo
manca, come ben noto, il progetto esecutivo del Ponte, ma manca anche
quello della Variante di Cannitello.
L'11 dicembre è stata aperta una nuova procedura di VIA, e il nuovo
progetto è attualmente sottoposto a verifica di ottemperanza delle
prescrizioni Cipe: non si può né mettere né tantomeno togliere una
pietra fino al 10 febbraio. Questo lo dovrebbe sapere il Ministro, la
Stretto di Messina s.p.a. e tutti quei dottoroni che straparlano di
sviluppo senza specificare che a beneficiare di questo "sviluppo"
sarebbero solo la stretto di Messina s.p.a. con la sua mandria di
consulenti, l'Impregilo e le mafie calabrese e siciliana.

Il 23 dicembre è però una giornata maledettamente importante per noi:
alle 16 si terranno a Badolato Marina i funerali di Franco Nisticò, il
compagno morto sul palco di Cannitello, vittima della campagna di
criminalizzazione che hanno costruito attorno al nostro movimento e di
una gestione militarista della piazza tesa solo a reprimere. Eppure sono
anni che il movimento No Ponte organizza manifestazioni e iniziative
nell'area dello Stretto, cortei, campeggi, concerti: anni in cui si è
sempre dimostrato, iniziativa dopo iniziativa, la natura pacifica quanto
determinata del movimento e, soprattutto, il suo grande senso di
responsabilità. Proprio come sabato 19 dicembre a Cannitello.

Lo abbiamo detto in tutti i modi e lo ribadiamo ancora una volta: quello
che è successo il 19 dicembre è di una pericolosità inaudita! Un corteo
pacifico, colorato, festoso come è sempre stato e come si sapeva bene
sarebbe stato, costretto però a sfilare in una città militarizzata, con
mimetiche di ogni tipo, blindati, motovedette, elicotteri, magari anche
qualche sottomarino nascosto: si temevano scontri e devastazioni! Eppure
il corteo scorre tranquillo e si arriva in piazza a Cannitello dov'è
allestito il palco: tra gli arrivi dei numerosi spezzoni e l'attesa per
gli "Artisti contro il Ponte", iniziano a susseguirsi i vari interventi,
fino all'accorato appello di Franco Nisticò, un appello all'unità, un
appello all'impegno comune, tutti insieme, giovani ed anziani, per
ridare fiato e prospettive alla lotta, per aprire un cammino nuovo per
questa terra sistematicamente violentata. Poi la tragedia, Franco si
accascia colpito da un malore, lo Sciamano dal palco, pronto ad aprire
il pomeriggio di musica e spettacolo, richiede ripetutamente dal
microfono l'intervento di medici, si inizia il massaggio cardiaco, si
pratica la respirazione bocca a bocca, ma non c'è l'ambulanza invocata
da tutti, né gli strumenti per supportare lo sforzo dei medici! Ci sono
manganelli, scudi, blindati, motovedette, elicotteri, tutte le divise,
ma non c'è un'ambulanza... Franco viene trasportato in ospedale con un
mezzo della polizia tra l'indignazione della piazza che ha assistito
alla tragedia, vedendo l'inadeguatezza di chi doveva garantire "l'ordine
e la sicurezza": ma se davvero ci fossero stati scontri come qualcuno si
aspettava -- o ci sperava -- che cosa sarebbe successo con tutti quei
manganelli e senza neanche un'ambulanza?

Qualcuno ha definito Franco Nisticò la prima vittima del Ponte. Forse lo
è, forse non lo è, considerando le vittime della grande guerra di
'ndrangheta reggina che la DDA collega proprio agli appetiti riguardo i
miliardi del Ponte. Sicuramente Franco è vittima di un sistema
repressivo che ci vorrebbe precari, flessibili, inquinati, silenti nel
vedere svendere la nostra terra o la nostra acqua e vittime di quelle
istituzioni che oggi si palleggiano vergognosamente le responsabilità.
L'appello di Franco, le sue parole comunque ricche di speranza e di
fiducia nel popolo calabrese, rimbombano ancora nelle nostre orecchie e
quell'appello vogliamo raccogliere, perché soltanto lottando tutti
insieme possiamo dare dignità e futuro a questa terra; lo faremo a
cominciare dal 23 dicembre giorno in cui saremo tutti a Badolato a
salutare Franco come avrebbe voluto, col pugno chiuso alzato e la
bandiera rossa listata a lutto.

Solo la lotta porta risultati! Ciao Franco! Alla lotta!


c.s.o.a. "A.Cartella"
via Quarnaro I, Gallico
89135 Reggio Calabria
http://www.csoacartella.org

Reggio Calabria, 19 dicembre 2009 Comunicato Stampa


Un corteo di circa 20000 manifestanti era riuscito a smentire il clima di tensione che da giorni si respirava ed a confermare che il 19 dicembre, come annunciato, sarebbe stata una giornata di festa. A rendere questa festa un’occasione di lutto e rabbia è stato, invece, il decesso di Franco Nisticò, il quale subito dopo il suo intervenuto sul palco, in rappresentanza del Cordinamento per la SS106, si è accasciato sul palco a causa di un malore. Dopo avere ripetutamente richiesto l’intervento di un’ambulanza, anche attraverso il microfono del palco e dopo i primi interventi di soccorso dei medici presenti tra i manifestanti, è giunto sul posto il camioncino sanitario della Polizia di Stato che è risultato però essere sfornito degli adeguati strumenti di soccorso per questa circostanza. Dopo circa 20 minuti Franco è stato accompagnato dalla Polizia di Stato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, mentre ci veniva assicurato che “aveva ancora il polso”. A quel punto, in quanto organizzatori, abbiamo deciso di sospendere la manifestazione. La sproporzione tra il massiccio dispiegamento delle forze dell’ordine e la scarsa e pericolosamente inadeguata presenza di presidi sanitari, si è rivelata fatale per il prosieguo della giornata, mettendo, a nostro parere, a rischio la stessa incolumità dei manifestanti. Dopo un paio d’ore è giunta in piazza la drammatica notizia che tutti temevano. La Rete No Ponte, che ha organizzato la giornata, esprime dolore e rabbia per quanto accaduto, assoluta vicinanza ai familiari di Franco e provvederà domani stesso a rendere noto come intende chiedere chiarezza su quanto di incomprensibile è avvenuto oggi a Villa san Giovanni.


Rete No Ponte

UN GRANDE AMICO DEL POPOLO KURDO, FRANCO NISTICO', IERI E' MORTO, DOPO UN INTERVENTO POLITICO DAL PALCO DEI "NO al PONTE".

L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE AZAD RICORDA CON AFFETTO L'EX SINDACO DI BADOLATO CHE TANTO SI DIEDE DA FARE PIU' DI  DIECI ANNI OR SONO , PER PROCURARE UNA CASA E UN PIATTO DI PASTA A CHI AVEVA PERSO TUTTO IN FUGA DALLA TURCHIA. POI  DIEDE LORO CORAGGIO E LAVORO.

AI FAMIGLIARI E AI SUOI COLLEGHI DI LAVORO SENTITE CONDOGLIANZE 19 dicembre 2009


 

Ottomila a Messina contro il ponte e la crisi![da Infoaut]

 

 


Era difficile immaginare di riuscire a realizzare, già dai primi passi del rinato movimento contro la costruzione del ponte sullo stretto, una mobilitazione numericamente significativa.
Eppure il corteo di circa ottomila persone che questo sabato ha attraversato Messina ha mostrato, nonostante i due anni di ibernazione procurati dalle ambigue promesse del governo Prodi, che il popolo  NoPonte non solo è ancora in ottima salute ma anche combattivo come, del resto, è sempre stato. L'obiettivo massimo per quest'appuntamento è stato, dal punto di vista dei numeri, raggiunto e superato, ma il corteo di ieri ha mostrato anche altro.
Le note positive sulla giornata dell'otto non riguardano infatti solamente, come già detto,il dato quantitativo, ciò che anzi fa guardare al prosieguo della mobilitazione con ottimismo è la capacità che il corteo ha avuto di legare le questioni del ponte e della crisi in tutte le sue declinazioni (uno dei ruoli che il ponte avrà sarà infatti quello di trasferire ingenti quantità di denaro pubblico nelle mani di pochi affaristi incarnando, secondo la formula della socializzazione dei debiti e privatizzazione dei profitti, l'exit-strategy futura che i governi si sono dati a quella che propagandano come una congiuntura già superata) e tutti i nuovi contributi che hanno arricchito e rinnovato il patrimonio di saperi collettivi generati dalla e nella lotta in questi anni, ponendo l'attenzione, non più e non tanto su questioni di mero ambientalismo, quanto piuttosto sulla militarizzazione che l'eventuale costruzione del ponte porterà sui due versanti dello stretto o sulla insostenibilità economica e sociale di un opera grottescamente abnorme eppure inutile.
Un corteo quello di ieri che è inoltre riuscito anche a muoversi oltre il pur ampio orizzonte della questione ponte e grandi opere, portando, con lo striscione immediatamente successivo a quello storico d'apertura, solidarietà agli operai dell'INSSE che da circa un anno lottano affinchè il loro stabilimento non venga smantellato dall'avidità di un pugno di speculatori.

Ottimi sono dunque gli auspici per quella che si annuncia però essere una lunga e durissima lotta, su una questione tanto cruciale per i destini degli abitanti dello stretto.


leggi gli approfondimenti,foto, interviste su INFOAUT:
http://www.infoaut.org

 

Manifestazione 8 Agosto 2009
Ore 18.00 Piazza Cairoli - MESSINA
Contro il Ponte e per la tutela dei territori

Il piano per le infrastrutture varato dal Governo si configura come un vero e proprio regalo nei confronti dei grossi contractor (Impregilo in testa) che fanno del rapporto con le istituzioni pubbliche la loro fortuna. Dei 16 miliardi di Euro complessivi, 1,3 sono stati destinati al Ponte sullo Stretto, opera che ha acquisito un valore simbolico ormai superiore anche allo stanziamento previsto. All&apos;operazione infrastrutture viene assegnato il significato del rilancio dell&apos;economia e dell&apos;occupazione. Si tratta di un nuovo corso a carattere globale con enormi investimenti (seppure ogni paese lo configuri con caratteristiche differenti). In realtà difficilmente questo tipo di politiche avrà un vero effetto anticiclico (ancora meno miglioreranno le condizioni di vita dei lavoratori colpiti dalla crisi), ma sicuramente servirà a trasferire risorse dal pubblico alle imprese private che sono impegnate in questo settore di mercato. La costruzione del ponte sullo Stretto, al di là del portato di distruzione di un&apos;area paesaggisticamente straordinaria e di importanza unica dal punto di vista naturalistico e della devastazione cui condurrebbe Messina e Villa San Giovanni a causa di immensi cantieri che interesserebbero queste città per molti anni, non ha alcuna logica dal punto di vista trasportistico ed economico. Tutti gli studi condotti negli ultimi anni, infatti, a partire da quelli degli advisor ingaggiati dal governo italiano indicano in alti tassi di crescita del meridione (almeno il 3,8 %) la condizione perch´ il ponte possa essere seppur minimamente profittevole. A tali tassi corrisponderebbe, infatti, un incremento dei transiti che indurrebbe quegli introiti che giustificherebbero economicamente l&apos;opera. Com&apos;è evidente, però, siamo molto lontani da questi dati ed infatti negli ultimi anni il traffico nello Stretto di Messina ha visto un netto ridimensionamento piuttosto che l&apos;auspicato incremento. I tanto sbandierati ingorghi agli imbarcaderi (che giustificherebbero l&apos;opera) sono in realtà ormai rari e in larga misura causati da una riduzione della flotta e dalla progressiva opera di dismissione portata avanti dalle Ferrovie dello Stato nel mezzogiorno. E allora sarà alquanto difficile che possa esserci un investimento di privati in un&apos;opera che non dà alcuna garanzia di profitti (nonostante le clausole di rivalsa che prevedono il rimborso del 50% dell&apos;investimento allo scadere della concessione). Il finanziamento (se ci sarà, col miliardo e trecento milioni attuali avvieranno progettazione ed opere propedeutiche e/o compensative) sarà interamente pubblico e verrà, come spesso ripetuto da Matteoli, recuperato in larga parte sul mercato finanziario (attraverso prestiti e/o obbligazioni) rinviando il debito alle generazioni successive. Inoltre, i 40000 addetti propagandati dal Governo sono da ridurre, secondo recenti studi, basati peraltro anche sulle rilevazioni condotte dagli advisor, a circa 5000 di cui solo 2000 locali. Il movimento Noponte ha sempre espresso la propria contrarietà al Ponte sullo Stretto non soltanto per motivazioni ambientali, economiche, trasportistiche, sociali ma anche sollevando gravi interrogativi su aspetti tecnici legati alla scarsa valutazione sull&apos;alta sismicità dell&apos;area, sulla tenuta delle saldature del Ponte, sui limiti tecnologici attuali per garantire una "luce" così lunga, ecc.. Quegli interrogativi sono oggi confermati ed addirittura aggravati non da un tecnico qualsiasi ma addirittura da quello che fu il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte ovvero il prof. Remo Calzona che dichiara apertamente in una intervista a "La Repubblica" di avere sbagliato le previsioni: la soluzione del Ponte a campata unica è oggi assai più costosa e per nulla immune da crisi strutturali; il Ponte potrebbe collassare a causa della fatica dei materiali (il cosiddetto fletter,che provocò la caduta del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles); è molto probabile che il Ponte subisca il fenomeno del galopping, ovvero una deformazione patita in Danimarca dal nastro d'asfalto del ponte sullo Storebelt, impedendo il passaggio di cose e persone, ovvero il motivo ufficiale per il quale si costruisce un Ponte!!! Il 22 gennaio 2006 una grande manifestazione partecipata da decine di migliaia di persone (con la partecipazione di una folta delegazione di No Tav) invase le strade di Messina e determinò di fatto uno stop alla costruzione del ponte. Il Governo Prodi, infatti, inserì l&apos;opera tra quelle non prioritarie. Non cancellò, però, la Stretto di Messina Spa (società incaricata di gestire la costruzione del ponte), né rescisse il contratto firmato da Berlusconi con Impregilo poco prima della scadenza del suo mandato è risultato, così, agevole al nuovo Governo Berlusconi rilanciare l'operazione. Per fermare nuovamente la costruzione del ponte sullo Stretto sarà oggi necessario ricostruire le condizioni che portarono a quella grande mobilitazione di piazza. Lo abbiamo fatto una volta, possiamo rifarlo. 

Costruiamo insieme una grande manifestazione
per giorno 8 Agosto 2009

  adesione del CSOA Cartella

http://www.strill.it/index.php?option=com_content&task=view&id=45271&Itemid=86

MESSINA: diciannovenne NOPONTISTA  fermato di peso  PROVE DI FASCISMO   il video


QUANDO LOTTARE CONTRO IL PONTE PORTA MALE

RICORDI E COMMENTI ATTRAVERSO LE FOTO DELLE PRIME MANIFESTAZIONI NOPONTE

LUGLIO 2002 LA RETE DEL SUD RIBELLE PROMUOVE IL 1° CAMPEGGIO NOPONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

durante una delle iniziative mentre i no-ponte sono a Messina, il campeggio è devastato da un furioso incendio e i manifestanti costretti ad essere ospitati a spese della protezione civile in un hotel , durante un'altre vi sono delle intimidazioni e minacce da parte di piccoli personaggi malavitosi, nonostante tutto la manifestazione si fa.

 Alcuni di coloro che sono ritratti in questa foto pochi mesi dopo saranno arrestati ( e poi liberati) nell'assurda incriminazione del SUD RIBELLE di essere il mandante dei fatti di Genova e di aver cospirato per abbattere lo Stato

campeggio noponte 2003

LA LOTTA CRESCE E SI ESTENDE. DA QUALCHE CENTINAIO DI MANIFESTANTI DEL 2002 SI PASSA A MIGLIAIA NEL 2003 CON LA SOLIDARIETA' DEI COMPAGNI CALABRESI

 

 

 

 

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