Archivio storicol'archivio dei movimenti pugliesi"Benedetto Petrone"

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 salento no-nuke 2009: Puglia antinucleare/4

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INDICE GENERALE

Puglia e movimenti antinucleari

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Nel 24° anniversario di Chernobyl “ annunci,proclami e panzane” dei compari Berlusconi-Putin

1° EFFETTO ANNUNCIO
Nel giorno della tragedia di Chernobyl, costata finora 60.000 morti e 6.000.000 di contaminati, con quel cinico sadismo proprio degli affaristi , Berlusconi sostenuto dal compare Putin, proclama che entro il 2013 il governo darà il via al ritorno del nucleare in Italia .
Solo che non sa a che santo votarsi, dato che sarà costretto a prolungare ancora di un anno l’indicazione dei siti, nel tentativo di convincere le Regioni, comprese quelle del centrodestra, a rimuovere l’ostilità manifesta ad ospitare centrali nucleari.

2° EFFETTO ANNUNCIO
Italia e Russia parteciperanno al “ progetto Ignitor”(da realizzarsi in Russia) per la fusione nucleare.
La panzana serve per i media filonucleari, in quanto quel progetto – già abbandonato dalla UE per gli enormi costi e zero risultati – non ha alcuna rilevanza ai fini industriali.

3° EFFETTO ANNUNCIO
Enel-Italia è interessata a partecipare alla realizzazione di una centrale nucleare in Russia, a Kaliningrad. Un annuncio non si nega a nessuno ! C’è da scommettere, che a breve si saranno similari annunci relativi a Canada , Cina ed India !

Dunque l’incontro affaristico- amoroso tra Berlusconi e Putin è finalizzato a risollevare le sorti della lobby nucleare, oltre ad eliminare gli ostacoli frapposti all’ enorme business del gas russo.
Ma stante - 1) la crisi che rischia di sfasciare la UE, a partire dal crack Grecia ; 2) la riduzione dei consumi elettrici dovuti al drastico taglio dei redditi e dell’occupazione ; 3) le casse vuote dell’Enel, a fronte dell’enorme esposizione debitoria per l’acquisto di Endesa e altre centrali in Slovacchia,Bulgaria e Russia - la nuda realtà è che per tutta la legislatura non ci sarà il ritorno al nucleare ! E comunque sia , il governo intende elargire (come per il Ponte sullo Stretto) milioni di euro alla lobby nucleare, agli sponsor del centrodestra, ai media compiacenti per organizzare una martellante campagna pubblicitaria filo Nuke, sottraendo risorse preziose allo sviluppo delle energie rinnovabili.

Di concreto niente ! Muffa ! Moine, compreso l’impegno contratto al tempo del G8 per l’Abruzzo!
Un bluff da smascherare all’istante e di seguito, sollecitando la cittadinanza e le sue varie forme associative ad attivarsi, includendo anche il “ rifiuto del nucleare-energia padrona” tra le resistenze sociali che caratterizzano felicemente il perseguimento di un altro modello di vita e società, liberate da oscene lobbies , centri di poteri e riproduzione profittale.
L’inizio travolgente della campagna referendari “ l’acqua non si vende” è il segnale di avvio del cambiamento possibile.

Roma 27/4/2010 Vincenzo Miliucci-Confederaz ione Cobas



RICORDANDO CHERNOBYL DA RIVOLUZIONE COMUNISTA

CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA GIANCARLO LANDONIO

VIA STOPPANI 15  (QUART. SANT’ANNA dietro la p.zza princ.)

- ITALIA - 21052 – BUSTO ARSIZIO – VA –

e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it

Opuscolo diffuso in buon numero nell’anno 1986 in alcune realtà proletarie e operaie della provincia di Varese.

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DISASTRI

NUCLEARI

CHE FARE

 

INDICE

Presentazione pag. 3

Cap. 1 - La mappa delle centrali nucleari pag. 5

Cap. 2 - L'Italia nucleare pag. 5

Cap. 3 - Nucleare e militare pag. 7

Cap. 4 - disastri: Seveso, Harrisburg, Chernobyl pag. 8

Cap. 5 - Disastri e informazione pag. 12

Cap. 6 - L'atomo esige il comunismo pag. 12

Cap. 7 - Che fare pag. 13

 

PRESENTAZIONE

 

L'Ucraina, le regioni confinanti, i popoli europei si trovano da 12 giorni sotto la nuvola atomica sprigionatasi dalla centrale nucleare di Chernobyl (120 km da Kiev). È un disastro immane, dalle conseguenze perora incalcolabili, nuovo per le dimensioni e la gravità, che impone a tutti, governanti e masse, il problema della sopravvivenza della specie sul pianeta. Chernobyl, con la sua invisibile e contaminante polvere radioattiva, irradiata sul Vecchio Continente, è l'immagine spettrale della micidialità raggiunta dal capitale nucleare. Il mostro impalpabile che entra nella memoria e sconvolge le credenze (le assuefazioni) di centinaia di milioni di uomini, donne, giovani e bambini euro-asiatici.

Il disastro è gestito dalla menzogna di Stato. Tutti i governi, a partire da quello sovietico, si sono mossi e si stanno muovendo a difesa degli investimenti energetici (nucleari), cercando di circoscrivere Chernobyl. Proprio oggi Gorbaciov si è congratulato con Craxi per l'atteggiamento solidale del nostro governo. Nessuna verità è, quindi, acquisibile se non conquistata direttamente dalle masse popolari.

In questi giorni tormentosi e incerti le masse europee (non abbiamo notizia di quanto avviene in Russia) oscillano tra il panico e la corsa alla salvezza individuale, seguendo in maggioranza le prescrizioni governative. Solo ristrette avanguardie stanno operando un processo di chiarimento e di lotta pratica contro la nuova catastrofe; contro i responsabili dell'immancabile evento. Non esistono rifugi o isole incontaminabili. Il mondo d'oggi è tutto un intreccio. Perciò le conseguenze di questo disastro, il riprodursi di nuovi e più catastrofici disastri, sono eliminabili solo alla condizione di abbattere, nel mondo intero, il dominio del capitale, la produzione per il profitto. L'atomo non deve far paura: oggi, in regime capitalistico, distrugge; domani, in regime comunistico, ci darà energia sicura.

Per il 1° Maggio abbiamo coniato la seguente parola d'ordine: «Inquinamenti - radioattività, nell'era nucleare, importano una generale micidialità. Non c'è scampo alla distruzione senza lotta decisa per la rivoluzione». Questa parola d'ordine ben riassume i termini del problema drammatico posto all'umanità da Chernobyl e ben ne indica la soluzione storica.

 

Milano 8 maggio 1986

L'Esecutivo Centrale di Rivoluzione Comunista

 

Cap. 1

LA MAPPA DELLE CENTRALI NUCLEARI

 

Il mondo è pieno di centrali nucleari. All'inizio del 1985 erano in attività 333 reattori elettronucleari per la potenza complessiva di 221.903 megawatt (MW). Alla stessa data risultavano in costruzione altri 152 reattori nucleari per complessivi 143.173 megawatt; mentre figuravano ordinati altri 82 reattori per 80.823 megawatt. Quindi tra attivi, in costruzione e in progettazione, c'erano l'anno scorso, nel complesso, 567 reattori, per un totale di 445.899 megawatt (1).

Ecco dove sono dislocati i reattori in esercizio e in costruzione. Gli Stati Uniti dispongono di 86 centrali in funzione e di 40 in costruzione. La Russia di 40 in esercizio e di 6 in costruzione (tra questi quattro da 1500 MW). Il Giappone dispone di 29 centrali in esercizio e di 11 in costruzione. L'Europa occidentale di 132 in esercizio e di 39 in costruzione. L'Europa orientale di 14 centrali in funzione e di 30 in costruzione. Africa, Asia, America Latina, dispongono di 18 reattori attivi, in tutto, e di altrettanti in costruzione.

Nella comunità economica europea la parte del leone spetta alla Francia, con 33 e più centrali nucleari. All'Italia spetta quella di cenerentola.

 

Cap. 2

L'ITALIA NUCLEARE

 

La produzione nucleare è stata, dalla seconda guerra mondiale, la via percorsa da ogni imperialismo per affermare la propria supremazia economico-militare sul resto del mondo. Gli Stati Uniti, prima potenza planetaria, hanno creato per primi l'industria nucleare allo scopo di garantirsi il dominio mondiale. La loro industria nucleare è, essenzialmente, militare: produzione di bombe atomiche, sottomarini nucleari, testate per missili nucleari, ecc.

L'Italia ha un ristretto impianto nucleare. Attualmente dispone di quattro centrali in funzione e di altre due in costruzione. Delle quattro centrali in funzione, tre risalgono ai primi anni sessanta. E sono: a) la centrale di Borgo Sabotino (Latina), ordinata dall'ENI all'ente atomico inglese, divenuta operativa nel 1962; b) la centrale sul Garigliano, ordinata dall'IRI alla General Electric, entra in funzione nel 1964; c) la centrale di Trino Vercellese ordinata dalla Edison alla Westinghouse, entrata, anch'essa, in funzione nel 1964. La quarta, che è la più potente (840 MW), è quella di Caorso, ordinata dall'ENEL all'Ansaldo, ed entrata in funzione nel 1983 (2). Le due centrali in costruzione sono quelle di Montalto di Castro e di Trino Vercellese, ciascuna con 2 reattori da 1000 MW l'uno.

Nonostante il ridotto impianto nucleare, dovuto a precisi condizionamenti (3) politico-sociali, interni ed internazionali, l'Italia si colloca in posizione avanzata nella tecnologia nucleare: nella progettazione, costruzione e gestione di reattori nucleari, sia di tipo tradizionale (ad uranio arricchito) che di tipo moderno (al plutonio). Oggi il nostro comparto nucleare, IRI-FINMECCANICA e FIAT, guidato dall'Ansaldo e sotto la regia dell'ENEL-CNR-ENEA fabbrica ed esporta centrali elettronucleari; partecipa ai progetti più avanzati, su scala europea ed internazionale, in materia energetica-nucleare; punta all'affermazione del proprio reattore (Cirene); concorre ai progetti di militarizzazione dello spazio; persegue la propria espansione con ogni mezzo. Pertanto, anche se la produzione di energia elettronucleare ha una bassa incidenza sulla produzione elettrica globale, sia in termini assoluti che in termini relativi, l'industria nucleare italiana si colloca, sul plano tecnologico, nel gruppo di testa dei paesi imperialistici più forti.

Per completare il quadro della consistenza nucleare italiana bisogna ricordare che l'ENEL è proprietario di un terzo della centrale a plutonio di Tricostine (Lione) di 2.500 MW. Si tratta dell'unica centrale a plutonio esistente al mondo. La comproprietà italo-francese è legata al progetto militare «Eurodif».

 

Cap. 3

NUCLEARE E MILITARE

 

L'energia nucleare è sorta come prodotto sofisticato dell'industria bellica. Ed è una base di sviluppo dell'industria bellica. Il nucleare è militare per il militare. Ciò non vuol dire, tuttavia, che l'atomo porti questa impronta e questo destino eternamente e senza via di scampo; ma, semplicemente, che così è in regime capitalistico.

Questa matrice del nucleare importa, tra le altre implicazioni, due conseguenze fondamentali. La prima è che ogni progresso, in campo energetico-nucleare, è una diretta filiazione o sta in stretta connessione con il progresso della tecnologia militare. Il nucleare progredisce col militare per la potenza distruttiva del militare. Solo per ricaduta le scoperte in campo nucleare hanno trovato e troveranno applicazione in campo produttivo. Quindi, in questo particolare momento, il nucleare è legato alla militarizzazione dello spazio, allo sviluppo delle armi a laser o raggi X.

La seconda conseguenza è che tutta la produzione nucleare, il sistema di sicurezza, l'elaborazione dei dati, i dissesti ecologici, gli effetti nocivi, ecc. ecc., sono tutti coperti dal segreto. Non solo dal segreto tecnico-industriale, ma dal segreto militare: di sicurezza interna e internazionale. Quindi tutta la materia degli incidenti nucleari è rigidamente controllata dai corpi specializzati e super-segreti, militari e paramilitari. Siamo nel cuore della logica di classe e di Stato. Pertanto le popolazioni ne sapranno sempre poco o niente in quanto la verità, le cognizioni tecnico-scientifiche, restano sopraffatte dalle esigenze tattico-strategiche militari.

 

Cap. 4

I DISASTRI: SEVESO, HARRISBURG, CHERNOBYL

 

Gli incidenti nucleari sono più numerosi di quanto si sa. Negli ultimi 15 anni ci sono stati più di cento incidenti di proporzioni rilevanti. L'Italia non ha avuto ancora un grave incidente nucleare; ha, però, avuto, tra gli altri, il disastro di Seveso. Ci pare quindi opportuno, considerando i due incidenti nucleari più gravi, quello di Harrisburg e questo di Chernobyl, menzionare il disastro di Seveso. Tanto più che, a 10 anni di distanza e dopo tutte le opere di decontaminazione, la diossina regna ancora nella zona infestata.

SEVESO - Il 10 luglio 1976 una nube tossica si sprigionava dall'ICMESA, una fabbrica chimica nei pressi di Seveso alle porte di Milano, ed avvolgeva gli abitanti. La fabbrica produceva triclorofenolo, una sostanza tossica usata come diserbante, ed impiegata dagli Stati Uniti nel Vietnam per defoliare le foreste e distruggere i raccolti. Il micidiale veleno avvolgeva Seveso, Meda, Cesano Maderno e tanti altri piccoli paesi della Brianza. Gli effetti sono sconvolgenti: il veleno brucia i tessuti, agisce sull'apparato genetico, deforma i nascituri.

La gente si barrica in casa al passaggio della nube, che rende l'aria irrespirabile. Il giorno dopo conigli, galline, ecc., stramazzano al suolo. Le foglie degli alberi sembrano divorate dagli insetti. Un centinaio di intossicati viene ricoverato negli ospedali. Le donne incinte vengono avviate alla clinica per abortire; le altre alla sterilizzazione. Seveso, Meda e parte di Cesano Maderno vengono sgomberati e recintati da filo spinato. Truppe specializzate, addestrate in materia nucleare vengono poste a controllo del territorio, della popolazione, della fabbrica e attrezzature. I dirigenti dall'ICMESA cercano di nascondere tutto e, successivamente, di minimizzare il disastro come se si trattasse di nulla. Da parte loro le autorità fingono di ignorare cosa si produceva all'ICMESA. È stato il primo esperimento di controllo politico-militare di una popolazione colpita da un disastro moderno (4).

HARRISBURG - Il guasto nella centrale di Harrisburg precede quello di Chernobyl. Il 28 marzo 1979 un milione di americani si trovano, di colpo, sotto l'incubo della contaminazione radioattiva. Nella centrale nucleare di Harrisburg in Pensylvania, chiamata Tre miglia, fuoriesce gas contaminato. Un guasto al sistema di raffreddamento minaccia di far esplodere l'impianto. La zona dell'incidente viene presidiata militarmente. Una parte della popolazione viene evacuata. I tecnici, dopo vari tentativi, riescono a tamponare la falla. Non si è saputo come hanno fatto. L'unica cosa che si è fissata nella memoria di decine di milioni di persone è il fatto che una massa enorme di individui si è trovata, all'improvviso, sull'orlo della catastrofe (5).

CHERNOBYL - Nella notte tra il 25-26 aprile avviene un'esplosione in uno dei quattro reattori della centrale nucleare di Chernobyl. Chernobyl è a 120 km da Kiev (la terza città della Russia, con circa 2.500.000 abitanti) nella regione dell'Ucraina. Dall'esplosione fuoriesce una enorme quantità di materiale radioattivo e si forma una nube atomica immensa. Dapprima questa nube viene sospinta dai venti verso la Scandinavia; poi viene spinta verso l'Europa centrale e meridionale, investendo anche l'Italia.

Le prime notizie dell'esplosione giungono dopo alcuni giorni. Il 28 si parla di due morti e di feriti e si dice che è fornita l'assistenza medica alla popolazione. Il 29 mezza Europa si trova sotto la pioggia radioattiva e lo shoc atomico. Si cominciano ad avvertire direttamente le proporzioni colossali della nuova catastrofe. Secondo la commissione d'inchiesta russa, l'incidente si sarebbe verificato in uno degli edifici del quarto blocco energetico della centrale, provocando la distruzione di una parte della struttura edilizia e il danneggiamento di un reattore (gli altri tre sarebbero stati bloccati). Le autorità italiane tranquillizzano. Il 30 il responsabile dell'ente nucleare, il prof. Colombo dell'Enea, dice che non c'è pericolo e che il disastro è legato al tipo di impianto russo, mancante della sicurezza dei nostri impianti. Il ministro della Protezione Civile, Zamberletti, il 2 maggio rassicura da parte sua la popolazione dichiarando che non c'è alcun pericolo e che l'unica precauzione da prendere è quella di lavare la «verdura a foglia». Due ore dopo il ministro della Sanità Degan emette un'ordinanza con cui proibisce lo smercio della verdura a foglia e il consumo di latte fresco per 15 giorni da parte di donne incinte e di bambini inferiori ai 10 anni.

Nei giorni successivi e fino a oggi, 8 maggio, è un susseguirsi di notizie contraddittorie sui livelli di radioattività, sui pericoli di contaminazione, sugli effetti sulla salute, ecc. ecc. Senza fornire dati attendibili sulla natura, propagazione, entità, ecc., delle contaminazioni radioattive, i rappresentanti di governo e gli esperti di Stato ci ammanniscono a turno ora la tranquillità ora il pericolo! La gente, nelle grandi città, rovescia in pattumiera latte e verdura e prende d'assalto i supermercati per riempire i frigo di roba varia e scatolame. I prodotti di serra diventano l'ancora di salvezza. Se Chernobyl fosse stata più vicina all'Italia e se la distanza non avesse diluito gli effetti della radioattività ci troveremmo nel caos. Istruttiva al riguardo la diatriba in corso tra enti di Stato sui metodi di rilevazione della radioattività, sulla «soglia di pericolo», sui livelli tollerabili di «curie», ecc. ecc., in cui un ente protettore della salute pubblica dice una cosa e un altro ente protettore ne dice una opposta (6).

I dati provvisori della catastrofe, a parte la radioattività piovuta in Europa, sono questi: a) due morti e 207 ricoverati in ospedale; b) 92.000 persone evacuate; c) creazione in un raggio di 30 km di una zona vuota «deserto nucleare»; d) precauzioni per la popolazione; e) evacuazione dei bambini e ragazzi da Kiev. Sono solo le prime rilevazioni. Il reattore continua a bruciare e rischia addirittura di sprofondare nel terreno. Zagladin ha ammesso che «le radiazioni e le contaminazioni non sono state liquidate». Le conseguenze sono, quindi, ancora tutte da calcolare. E ci vorranno diversi anni per sapere, anche qui, da noi, cosa rischiamo (7).

 

Cap. 5

DISASTRI E INFORMAZIONE

 

Bisogna, anche se non rientra propriamente in argomento, dire una parola sul rapporto disastri-informazione. La società contemporanea esiste, nella sua immagine quotidiana, attraverso l'informazione. Tutti i mezzi di informazione sono nelle mani dei gruppi di potere o di associazioni e agenzie a servizio del potere. Quindi sono portavoce del potere.

Il Cremlino ha tenuto al buio, per diversi giorni, sia gli operai e i contadini russi che i popoli europei. Palazzo Chigi, con tutti i suoi sofisticati mezzi di informazione (TV, radio, stampa, ecc.), ha fatto altrettanto e peggio. Ha parlato di rischio assicurando, al contempo, tranquillità. Gli esperti, con la loro ridda di ipotesi contrastanti su ogni pur modesta questione, ci hanno dato un saggio, non di come la scienza si degradi a lotteria, bensì di come l'uso spregiudicato della scienza serva alla gestione statale del disastro. Quindi tutto il sistema dei mezzi di informazione si integra e culmina nella utilizzazione autoritaria, militaristica, del disastro da parte del potere.

Per le masse proletarie, la verità sulla catastrofe in corso può essere acquisita, non attraverso le informazioni dispensate dai governi e dalle autorità, bensì lottando contro di loro, contro il loro monopolio dei mezzi di informazione. È questa, e solo questa, la strada per conoscere Chernobyl, le sue conseguenze, presenti e future, i suoi legami interni con nuovi giganteschi disastri di prossimo accadimento, ecc. ecc.

 

Cap. 6

L'ATOMO ESIGE IL COMUNISMO

 

La catastrofe di Chernobyl dice, immediatamente e principalmente, tre cose. Primo, conferma che l'energia nucleare (come ogni altra fonte di energia), da forza produttiva diviene, nelle esistenti società capitalistiche, forza distruttiva e che ciò esprime al massimo grado la contraddizione propria del capitalismo (modo di produzione basato sulla ricerca del profitto a danno dell'uomo). Secondo, insegna indelebilmente che la radioattività non si ferma ai confini e che tutti i popoli sono esposti, volenti o nolenti, agli effetti devastanti del dominio del capitale. Terzo, che il livello di estensione e il grado di micidialità delle catastrofi contemporanee investe continenti e nazioni e riguarda, là per là, la vita di milioni di uomini.

Chernobyl è un campanello d'allarme. O abbattere l'imperialismo o soffocare nelle catastrofi. L'atomo esige il comunismo. La verità è alquanto semplice: le forze produttive hanno raggiunto una potenza tale, nel quadro della crescente unitarietà economica del mondo, che, dirette capitalisticamente, come oggi, non possono generare che distruzione e morte. Occorre una direzione sociale e collettiva che guidi queste forze a beneficio dell'umanità. Il problema è, quindi, sempre quello: quello del potere; di chi deve dirigere, i padroni o i lavoratori.

 

Cap. 7

CHE FARE

 

Il dato di partenza, che va assunto definitivamente, è che inquinamenti e radioattività hanno raggiunto il livello della micidialità di massa, in profondità (distruzioni irreversibili) ed in estensione (sovranazionalità); e che in essi si rivela e riproduce il carattere antagonico, anti-sociale, della produzione basata sul profitto. Non c'è un antidoto tecnico-scientifico, che possa salvare l'umanità da questi processi devastanti. Il rimedio è di natura politico-sociale e risiede nella lotta rivoluzionaria contro la società del capitale. Quindi è questa la posizione da assumere senza abbandonarsi al panico o ficcarsi in rifugi illusori.

Assumendo questa impostazione, il che fare pratico passa attraverso l'articolazione: a) del controllo proletario sulla produzione e sull'ambiente; b) sull'autodifesa di massa dagli impianti nocivi e dalle fonti inquinanti e ionizzanti; c) dall'acquisizione e subordinazione della scienza, tecniche, attrezzature, ecc. alle esigenze delle masse.

Bisogna che le masse popolari, la gioventù, prendano l'iniziativa pratica nelle proprie mani, affermando una pratica sociale anti-statale su ogni terreno, compreso quello nucleare. Rompere con la delega allo Stato. Non più cavie delle sue pratiche mortifere e controrivoluzionarie; ma protagonisti nella lotta proletaria.

Il nucleare non deve far paura. Oggi distrugge, domani ci darà energia sicura. Attacchiamo lo Stato reazionario, il blocco dominante, i suoi meccanismi di potere, sul piano interno e internazionale. Impadroniamoci della tecnologia trasformandola in uno strumento sicuro di edificazione sociale, di costruzione e sviluppo, della società collettiva, ricca e sicura, senza distruzioni pianificate e guerre.

 

La salvaguardia della salute è inseparabile dalla lotta al dominio del capitale e del potere statale.

Non andare a riempirsi di scatolame nei supermarket. Discernere oculatamente ciò che può fare bene da ciò che può fare male sulla base della esperienza pratica, e dell'acquisizione degli strumenti e mezzi di controllo tecnico-scientifici.

Non interrarsi nei rifugi sotterranei, ma mobilitarsi nelle piazze.

Creare i comitati, organizzarsi nel fronte proletario. Guerra sociale contro il marciume statale.

 

(1) Questi dati, come quelli successivi sulla ubicazione degli impianti nucleari, sono tratti da pubblicazioni dell'"agenzia atomica internazionale"; vanno quindi presi con le dovute cautele e per il loro significato approssimativo; almeno per quanto riguarda gli altri paesi; perché, per l'Italia, supplisce la nostra conoscenza diretta.

(2) È la vera centrale italiana, in quanto realizzata dall'Ansaldo su brevetto General Electric. Si tratta di un reattore che impiega uranio arricchito moderato da acqua bollente.

(3) Il primo ostacolo allo sviluppo degli impianti nucleari in Italia è stato costituito dal veto americano e dall'opposizione dei gruppi ex elettrici e petroliferi. È solo nel 1975 che viene lanciato, col governo Moro, il «Programma Energetico Nazionale». Questo pone il nucleare a perno della riorganizzazione dell'industria. Esso prevede la costruzione di 16 centrali da 1000 MW (Fiat-IRI-Ansaldo), la partecipazione italiana ai progetti francesi per l'arricchimento dell'uranio e la costruzione di reattori veloci (CNEN-NIRA), il consorzio interno (ENEL-ENI-CNEN) nel ciclo del combustibile nucleare. Tuttavia il piano resta sulla carta per le resistenze interne dei gruppi petrolchimici e per le opposizioni popolari agli impianti.

L'11 gennaio 1980 il governo Cossiga rilancia il Programma energetico come piano di nuclearizzazione del sistema. Il CIPI rifà un nuovo piano che prevede: a) la costruzione di centrali nucleari per 10.000 MW, di cui tre, da 2000 MW, in Piemonte-Lombardia-Puglia; b) centrali a carbone per 12.000 MW; c) centrali a turbogas (1130 MW) e idroelettriche (750 MW). Per spianare la strada agli impianti e superare le opposizioni popolari vengono, con decreto-legge, modificate le leggi n. 880/74 e n. 393/75 che riconoscevano un certo potere di veto ai comuni, sotto forma di contributo proporzionato alla potenza della centrale. Nello stesso periodo si forma il cartello nucleare IRI-FINMECCANICA e FIAT, guidato dall'Ansaldo.

Il nuovo piano nucleare si scontra ora con le resistenze popolari sui siti o localizzazione delle centrali. Con la legge 10 gennaio 1983 n. 8 il governo aggira le opposizioni dei comuni e delle popolazioni interessate, stabilendo che: «qualora ... non sia stata perfezionata la procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di insediamento è effettuata dal CIPE, su proposta del Ministro per l'industria, il commercio e l'artigianato, tenendo presente le indicazioni eventualmente emerse nella procedura precedentemente esperita». È così che si arriva alla localizzazione della centrale di Trino Vercellese per il Piemonte. Resta da localizzare il sito per la Lombardia (Viadana - San Benedetto Po, le cui popolazioni si sono pronunciate per il no), nonché per la Puglia (Avetrana o Carovigno). Restano candidate alla centrale nucleare: Sicilia, Basilicata, Campania, Veneto.

(4) Scrivevamo su Lotte Operaie Murale n. 122 e n. 123 che la chimica capitalistica è peggio della peste e che tutto il territorio è sotto la costante azione inquinante e distruttiva di questa chimica: da Porto Marghera a Ottana; da Ravenna a Priolo e Gela.

(5) Osservavamo su R.C. Murale (n. 35 del 1° aprile 1979) che il disastro mancato di Harrisburg non era che uno degli incidenti dell'industria nucleare e che questo tipo di industria non può che essere gravido di questo e di più catastrofici incidenti. Osservavamo, altresì, che l'industria capitalistica in generale, non solo quindi la nucleare, provoca quotidianamente, col suo costante inquinamento e devastazioni della natura, ecc., disastri colossali; e che i disastri nucleari non sono che una specie, un tipo, anche se il più terrificante, di questi disastri.

(6) Il curie è l'unità di misura del materiale radioattivo che si disintegra ogni secondo producendo radiazioni. È suddiviso in sottomultipli: il millesimo di curie (m), il milionesimo di curie (micro-curie), il miliardesimo di curie (nano-curie), il millesimo di miliardesimo (pico-curie), il milionesimo di miliardesimo di curie (femto-curie). Accanto a questo sistema di misura della radioattività ne sussistono diversi altri.

(7) Sul rapporto radioattività-vita si sa poco; e non perché la materia è nuova. Si fanno radiografie dall'inizio del secolo e da Nagasaki e Hiroscima sono passati 40 anni, punteggiati da incidenti nucleari. Si sa poco in quanto, con lo sviluppo della produzione nucleare, gli studi di biomedica, anziché essere favoriti, sono stati scoraggiati. Sicché, rilevando che in una settimana abbiamo assorbito un decimo della radioattività naturale che si assorbe in un anno, non sappiamo quali sono le conseguenze sulla nostra salute. D'altra parte tutta l'attenzione delle autorità e dei comitati tecnico-scientifici è concentrata nella rilevazione dello iodio 131, che ha durata breve; mentre sono trascurati i radionuclidi di Cesio 137 (che attacca muscoli e ovaie), di stronzio 90 (che attacca le ossa), ecc., i cui effetti sono di lunga durata.

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Milano maggio 1986. 

Edizione a cura di: RIVOLUZIONE COMUNISTA
SEDE CENTRALE: P.za Morselli, 3 - 20154 Milano-

e-mail: rivoluzionec@libero.it
http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/

 


Roma 10 febbraio 2010

SI RITORNA AL NUCLEARE

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201002articoli/52089girata.asp

 

ROMA
Semaforo verde dal Consiglio dei Ministri alla costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro Paese. E' stato approvato questa mattina il decreto legislativo che comprende i criteri per la scelta dei luoghi in cui nasceranno, la realizzazione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica nucleare, la fabbricazione del combustibile nucleare, e pure i sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, incentivi economici ai territori che ospiteranno le centrali e campagne informative al pubblico.

Secondo il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, si apre il percorso porterà alla costruzione della prima centrale nel 2013. «Il provvedimento - ha detto - si caratterizza per la trasparenza e il rispetto assoluto della sicurezza delle persone e dell’ambiente. La produzione di energia elettrica inizierà dal 2020». Il provvedimento aveva già avuto il parere positivo delle commissioni parlamentari competenti e del Consiglio di Stato. Dopo il no delle Regioni, invece, non c’è stato il tempo per il passaggio in Conferenza Unificata Stato-Regioni, previsto dopo il via libera del Consiglio dei ministri. Il conflitto tra istituzioni aperto dal mancato passaggio in Conferenza Unificata porta le Regioni ad attaccare a testa bassa, e il conflitto è reso più aspro dal fatto che sulle misure per il nucleare pendono alcuni ricorsi "incrociati" alla Consulta: 11 Regioni hanno impugnato il ddl Sviluppo, mentre il Governo ha portato davanti alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che escludono la possibilità di centrali sul loro territorio.

Sul neclare infuria la polemica politica. «I candidati di centrodestra alle prossime elezioni regionali hanno l’obbligo morale di dire con chiarezza e serietà ai cittadini se nel proprio territorio ci saranno impianti atomici», attacca la capogruppo del Pd in commissione Ambiente, Raffaella Mariani. «Intanto - aggiunge la Mariani - apprendiamo che Formigoni e Zaia hanno già dichiarato che le loro regioni non hanno bisogno di centrali nucleari. Da parte nostra spiegheremo agli elettori che le scelte in materia di politica energetica il Governo le impone "dall’alto" perchè sarà ignorato il parere delle regioni, degli enti locali e dei cittadini stessi». L'Italia dei valori accusa il governo di aver calato una "cortina fumogena" sui nuovi siti delle centrali nucleari, un atteggiamento «omertoso» che è «gravissimo»: saranno i cittadini a pagare «le scelte dissennate» del centrodestra, sostiene il presidente dei deputati di Idv Massimo Donadi.


Comunicato stampa 4 febbraio 2010



NUCLEARE : governo nervoso e instabile !
Nonostante la debordante maggioranza parlamentare, le ripetute decretazioni d'urgenza e i voti di fiducia, il governo non è riuscito ancora ad approvare il " decreto legislativo" per l'attuazione della Legge 99/09 " ritorno al nucleare" , in cui sono previsti : l'istituzione e l'organigramma dell'Agenzia Nucleare, i criteri di scelta delle località" nucleari", le cosidette " compensazioni" alle amministrazioni locali, l'introduzione della " tassa nucleare" sulla bolletta elettrica.
Nel perdurare della feroce crisi che falcidia posti di lavoro e redditi familiari, mentre dispone ulteriori tagli al già misero welfare, questo governo berlusconiano sull''orlo di una crisi di nervi non trova meglio da fare che denunciare le regioni Basilicata,Campania e Puglia , che nella Finanziaria Regionale 2010 hanno escluso i loro territori ai fini del piano nucleare.
Il governo di centrodestra impugnerà davanti la Corte Costituzionale quelle decisioni " per impedire che altre Regioni seguano l'esempio" : mira strabica e fallace , in quanto sono 13 le Regioni che hanno denunciato il ritorno al nucleare del governo, che a breve vedrà il pronunciamento della Consulta !
Intanto le popolazioni di queste Regioni hanno già dato vita a comitati e coordinamenti antinucleari, e si apprestano a dare filo da torcere al governo : il 20 marzo a Roma , ci sarà una grande manifestazione " per la ripubblicizzazione dell'acqua, la tutela dei beni comuni, il rifiuto del nucleare e delle "grandi-inutili- dannose opere".

Roma 4/2/010
Coordinamento Antinucleare salute,ambiente, energia

rassegna stampa



Nucleare, anche il Governo va alla Consulta
Impugnate le leggi di Puglia Campania e Basilicata. Scajola: “Necessario per non creare un precedente. Il 10 il Cdm sui siti”

Claudio Scajola
Roma, 4 febbraio - Il Governo reagisce all’ostracismo delle Regioni in tema di nucleare (QE 27/1) e porta davanti alla Consulta le leggi regionali anti-atomo di Puglia, Campania e Basilicata.

“Non impugnare le tre leggi – ha sottolineato in una nota il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, promotore dell’iniziativa - avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione di infrastrutture necessarie per il Paese”.

Il responsabile del Mse ha aggiunto che l’impugnativa è “necessaria per ragioni di diritto e di merito”. Sul primo punto, infatti, “le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l’esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell’ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)” .

Riguardo al merito, aggiunge Scajola, “il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del Governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell’energia per le famiglie e per le imprese, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo”.

Il ministro ha inoltre ricordato che “al prossimo Consiglio dei Ministri del 10 febbraio ci sarà l’approvazione definitiva del decreto legislativo recante tra l’altro misure sulla definizione dei criteri per la localizzazione delle centrali nucleari”.

Nel dettaglio, le tre leggi oggetto di impugnativa dinanzi alla Consulta sono la n. 30/09 della Regione Puglia, la n. 2/10 della Campania e la n. 1/10 della Basilicata. Praticamente identiche nei contenuti, le tre norme dichiarano i rispettivi territori indisponibili a ospitare centrali nucleari o depositi di scorie, in assenza di un preciso accordo con lo Stato.

Si profila ora una guerra incrociata davanti alla Corte Costituzionale, visto che ben 13 Regioni hanno a loro volta impugnato il potere sostitutivo del Governo previsto nella Legge Manovra n. 99/2009 in tema di nucleare.


 

 

REPORT SU Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia”/report riunione 18 ottobre 2009-10-21

Presenti le delegazioni di Toscana,Lazio,Basilicata,Puglia e di un compagno Aquilano di  “Epicentro Solidale” - giustificate le assenze di Piemonte e Lombardia - si è svolta a Roma il 18/X c/o la sede Cobas  la riunione del Coordinamento Antinucleare.

Fatto il punto sui veloci sviluppi governativi – leggi,regolamenti,adempimenti,strumenti – tesi a predisporre  il “ritorno” al nucleare ( nella previsione che l’indicazione dei siti slitterà al dopo elezioni regionali/marzo 2010 ) si è passati ad individuare gli ulteriori percorsi di comunicazione-informazione tendenti a moltiplicare l’azione critica , concreta e popolare al “piano nucleare”;  opposizione che già si esprime contro i costruendi “ depositi di scorie”(limitrofi a ex centrali).

Peraltro, presente un compagno del “ Comitato contro l’inceneritore di Albano(RM)” – che comunicava lo stato di quella battaglia e la richiesta rivolta al Coordinamento di partecipare ad una prossima iniziativa assembleare “ contro il nucleare” – si è confermato il convincimento e le sollecitazioni a promuovere/ partecipare a confronti  invocanti la ricomposizione delle resistenze/vertenze territoriali-nazionali,tali da determinare quella necessaria massa critica nei confronti dei governi locali-centrali, così da raggiungere risultati utili e futuribili.

Intanto si è data l’adesione : 1) alla manifestazione del 24/X ad Amantea(CS) “ per la bonifica della Calabria dalle navi dei veleni e dalle discariche di morte”;  2)  alle iniziative promosse in tutto il territorio nazionale contro la proliferazione di inceneritori,rigassificatori, centrali turbogas/carbone/biomasse, inquinamento elettrosmog e Ogm ; 3)alle battaglie contro le “grandi opere” (Ponte sullo Stretto,Tav-Val Susa, base Dal Molin )devastanti e speculative ; 4) sopratutto  alle campagne contro la privatizzazione dei beni comuni, i particolare dell’acqua “ privatizzata per decreto il 25 settembre 2009”, con iniziative tese a far dichiarare negli Statuti Comunali l’acqua” bene umano universale, la cui gestione senza fini di lucro è priva di rilevanza economica “e ad imporre la decadenza del decreto il 25 novembre prossimo.

Infine le proposte-indicazioni condivise :

1)      realizzazione di un 2° volantone ( dopo quello iniziale che illustrava il rifiuto del nucleare e che ci ha portato alla 1° Assemblea del 5 marzo a Lucca) oltremodo necessario  dopo : a) la legge sul “piano nucleare”, contenente tra l’altro la individuazione dei siti ; b) la decisione di 11 Regioni di impugnare la legge davanti la Corte Costituzionale ; c) la decisione di nuove privatizzazioni.  Il volantone dovrà contenere anche i riferimenti e la richiesta alle altre resistenze-vertenze  di un coinvolgimento comune; così come  è stata valutata necessaria l’unità d’azione con altre realtà – vedi Lega Ambiente e Comitato per le energie rinnovabili (Mattioli-Grandi &C) – che hanno apertamente dichiarato la loro ostilità al “ piano nucleare”. Sempre al fine della promozione /formazione di una coscienza antinucleare è stata prevista la realizzazione di un video di   ’30 minuti.

2)       convocazione della 2° Assemblea Antinucleare per il fine gennaio 2010 a Roma(30-31/1); con possibile proiezione di una iniziativa contestuale a Montalto di Castro (VT), stante che questo è  al momento il sito più probabile per la “ prima pietra” del ritorno al nucleare, situato sul mare e dove l’Enel non deve espropriare terreni nè chiedere autorizzazioni.  A Montalto,il 31 ottobre Lega Ambiente farà un’iniziativa antinuke , sarà l’occasione per il nascente Coordinamento Antinucleare Lazio-Maremma per diffondere materiali e riprendere collegamenti ;

3)      presentazione del Coordinamento Antinucleare promuovendo  la nascita di altri Coordinamenti Regionali.Sono annunciate per novembre le Assemblee Regionali in Toscana ( sede da indicare; Lucca sta preparando una Mostra itinerante e riproducibile)e in Puglia (località Ostuni ) ; la Basilicata provvederà al più presto “ a presentare” il Coordinamento, anche alla luce del fatto che il governo considera sempre Scanzano/deposito scorie azionale; il compagno de L’Aquila si rende disponibile a diffondere in Abruzzo la comunicazione antinucleare . Successivamente , è pervenuta da Alfonso Navarra (MI) la convocazione per il 21 novembre ad Arcore/davanti la villa di Berlusconi  di una iniziativa antinuke , a cui va data l’adesione partecipando attivamente alla realizzazione. Così come vanno previste azioni tese a promuovere delibere per “ Comuni-Province-Regioni, Denuclearizzati”;

4)      entro 10gg. , la struttura lucchese assicura l’agibilità / la facile funzionalità / l’aggiornamento costante  del sito  www.rossovivo.net “ e della lista  “energia@rossovivo.net.

 


 

REPORT SU ASSEMBLEE E FOTO

20 - 23 AGOSTO 2009 IN SALENTO , CAMPEGGIO ANTINUCLEARE

programma aggiornato al 15 agosto

Programma campeggio antinucleare 20-23 Agosto c/o zona Masseria 
Fattezze( Porto Cesareo ).

Giovedì 20 Agosto ore 18,00:
-Presentazione del Campeggio
-Piano energetico ambientale della Regione Puglia , ovvero come si
consegna il territorio agli speculatori anche con il solare ed il
fotovoltaico.
Venerdì 21 Agosto ore 18,00:
ripresa della scelta nucleare in Italia e necessità di una forte
opposizione popolare
Sabato 22 Agosto ore 10,00:
Battaglia per i beni comuni e contro le grandi opere speculative :
la ricostruzione Aquilana , il Ponte , la Tav, il piano rifiuti
Sabato 22 Agosto ore 18,00:
iniziativa di controinformazione a Melpignano per la chiusura della
"NOTTE DELLA TARANTA"
ciascuno prepari-porti striscioni/bandiere delle lotte territoriali-
sociali
Domenica 23 Agosto ore 10,00:
Assemblea Antinucleare , percorsi e iniziative per i prossimi mesi
Domenica 23 Agosto ore 18,00:
Manifestazione pubblica a Porto Cesareo con musica

Sono già previste  altre iniziative , ed altre se ne possono
aggiungere:
Venerdì 21 Agosto ore 10,00:
Workshop ecofemminista sul tema  "Globalizzazione e leadership
delle
donne nelle lotte per la difesa della salute e dell´ambiente"
Brindisi 14.08.09
Comitato promotore comitato antinucleare pugliese
Coordinamento nazionale antinucleare salute-ambiente-energia
Per contatti:boboaprile@tiscali.it e 368 582406

 invito

Nell’ambito delle molteplici battaglie sociali e ambientali che caratterizzano il panorama delle resistenze popolari i Italia , nell’autunno 2008  si rimetteva in moto un circuito di esperienze , soggettività e collettività per contrastare il disegno governativo del riavvio del Nucleare Civile .

Nonostante le lotte di un decennio e  il referendum del 1987 avessero  decretato a livelli plebiscitari  la chiusura delle centrali e del ciclo nucleare , il 2 luglio 2009 la Camera ha approvato il “ DDL Sviluppo-pacchetto anticrisi” che contiene il ritorno al nucleare .Entro 6 mesi il governo renderà noti i  siti  ,  dichiarati di “ interesse strategico-militare” per evitare e superare d’imperio i contrasti con le Amministrazioni Locali            : una aperta dichiarazione di guerra alle popolazioni  !

Dopo un anno di riunioni e iniziative pubbliche , che ha visto la nascita del Coordinamento Nazionale Antinucleare salute-ambiente-energia, il Coordinamento Pugliese impegnato a sconfiggere i previsti insediamenti nucleari in Puglia come nel resto d’Italia ( già prima di Cernobyl, nel 1985, il movimento vietò il nucleare in Puglia) , organizza un campeggio di lotta , in agosto in Salento, giornate di convivialità,di pizzica , di impegno.

LOCALITA'

Il campeggio di lotta si svolge dal  20  al  23  agosto presso la “ Masseria Fattezze”, a 2Km dal mar Ionio /Porto Cesareo : il periodo coincide con il percorso della “ Notte della Taranta”, che si sposta in vari paesi del  Salento per concludersi il 22 /8 a Melpignano.

VEDI MAPPA

Si è scelto questo posto , già noto in Salento come riferimento culturale, per poter essere liberi da ingressi e pass :il costo giornaliero è di 5 euro, la cucina autogestita sfornerà specialità salentine.

 PROGRAMMA

     

Il Campeggio di lotta verterà principalmente sul nucleare e l’ energia padrona , ma verranno trattati altri argomentiall'ordine del giorno della agenda politica autunnale : la crisi, la precarietà e il reddito, il razzismo, le “ grandi opere”: dalla Tav  al Ponte sullo Stretto , dalle autostrade ai trafori ,dagli inceneritori ai rigassificatori, insomma tutto ciò che è la continuità di un modello di sviluppo che ha già lasciato sui territori solo morte e distruzione.                 .
Il Campeggio di lotta  avrà un ampio sguardo sulla  situazione Internazionale, con particolare riferimento  alle lotte di Liberazione in Palestina, Kurdistan, Nigeria .                                                     

Il programma di massima è questo :      

 Giovedì  20  agosto       

Ore 18 presentazione del Campeggio , interventi delle situazioni presenti

Ore 19,30  scenari internazionali

Venerdì 21  agosto

Ore 18  crisi. Lavoro,precarietà,reddito

Ore 19,30  beni comuni – piano energetico regionale

Sabato  22  agosto

Ore 18  assemblea antinucleare e scelte energetiche

Domenica  23  agosto

Ore  18  iniziativa esterna, sul sito nucleare previsto , a Avetrana

Ore  21  festa serale finale con tanta musica salentina

 

 

Coordinamento Pugliese / Coordinamento Nazionale Antinucleare salute-ambiente-energia

( info : boboaprile@tiscali.it  tel.  368582406 )

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In allegato : mappa , sul come arrivare alla Masseria Fattezze


 

 seconda RIUNIONE PRELIMINARE a Lecce 

Lunedì 27 luglio alle 20 a Lecce
presso la sede dei Cobas sita in viale Studenti 37 ( vicino Croce
Rossa ) è indetta una riunione per definire ed organizzare insieme il
campeggio antinucleare che si svolgerà nel salento dal 20 al 23 agosto in
località masseria Fattezze.
Il campeggio vuole essere un momento di discussione
e confronto che riteniamo necessario per ripartire con un forte
movimento pugliese in grado di contrastare sia la scelta nuclearista del
governo Berlusconi che per affrontare le mille vertenze aperte sui nostri
territori


RIUNIONE PRELIMINARE a Maruggio lecce

Venerdì 17 Luglio invitiamo tutti a partecipare ad una riunione a
Maruggio.
questa riunione   ha lo scopo di costruire insieme il campeggio
antinucleare che si svolgerà nel salento dal 20 al 23 agosto.
l'appuntamento è alle ore 19,30 vicino al cimitero di Maruggio , per
poi portarci in una amena campagna.
numero di cellulare di riferimento è Teo3493581298.






20 – 23 AGOSTO IN SALENTO ,  CAMPEGGIO   ANTINUCLEARE

                         

C

 

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