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 La Basilicata e i movimenti antinucleari/2

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INDICE GENERALE

Basilicata antinucleare archiviolotte

Basilicata le lotte antinucleari  di oggi

Puglia e movimenti antinucleari

Italia

 

 

 I MOVIMENTI ANTINUCLEARI IN BASILICATA IERI ED OGGI

LA MEMORIA DEI MOVIMENTI

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BASILICATA ANTINUCLEARE OGGI

REPORT DEL

26 aprile 2010 ANNIVERSARIO DI CHERNOBYL 

Manifestazione davanti al centro nucleare di Rotondella  Un amaro e realistico report di una manifestazione che sconta la difficilissima situazione occupazionale e di rapina del territorio e con la quale i nuovi movimenti antinucleari e ambientalisti dovranno confrontarsi realisticamente. 

REPORT della GIORNATA ANTINUKE

 ROTONDELLA-SCANZANO JONICO

IN OCCASIONE DEL 24° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CHERNOBYL

 

Alle 16 di Lunedì 26 Aprile una delegazione del “Coordinamento Antinucleare Salute Ambiente Energia” di Basilicata, insieme alle delegazioni di antinuclearisti della Calabria e della Puglia, ad una delegazione dell’associazione “Scanziamo le Scorie” di Scanzano Jonico, hanno affisso striscioni sui cancelli dell’Itrec/Enea della Trisaia di Rotondella (MT); esposto gli striscioni del Coordinamento regionale e di Scanziamo le Scorie lungo la Statale Jonica 106 (saluti e colpi di clacson di solidarietà da molti conducenti e camionisti).

E’ stato distribuito il volantino del Coordinamento in occasione della giornata a carattere internazionale, con richiami alle politiche energetiche unilaterali ed aggressive del governo nazionale ed ai rischi di stravolgimento costituzionale che esse comportano anche di fronte al diniego dei diritti di esercizio dei poteri concorrenti dello stesso Ente Regione materializzato dall’impugnazione da parte dei ministri Fitto e Scajola del Piano Energetico Regionale di Basilicata, Campania, Puglia.

Presenti al sit in di protesta 50/60  persone; non molte/i le/i cittadine/i del metapontino, assenti associazioni storicamente ambientaliste quali “NoscorieTrisaia” di Rotondella (che comunque aveva promosso un’iniziativa antinucleare con raccolta firme per l’acqua il giorno prima a Policoro) e la “OLA” (Organizzazione Lucana Ambientalista) e numerosi altri soggetti sindacali, culturali, politici, in parte data anche la contemporaneità di iniziative a Matera ed in altri centri.

Presenti da subito ed interessati alle interviste i giornalisti di RAI 3 regionale e dei principali quotidiani locali (esito mediatico positivo, con servizi ai TG di tutte le ore e buoni articoli sul “Quotidiano” di Basilicata e sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”.

Nutrito il dispiegamento dei Carabinieri e della Digos nel piazzale antistante i cancelli della Trisaia, dove i lavori di adeguamento sono in corso e stando al cospicuo numero di automobili e più consistenti mezzi di trasporto si può stimare un numero di almeno 150 persone impegnate nel Centro a vario titolo.

Presenti all’iniziativa il neoeletto sindaco di Rotondella accompagnato da un assessore ed il rieletto sindaco di Nova Siri, che nel Maggio 2006 aveva ospitato, con un suo “Osservatorio Antinucleare” formato all’indomani della lotta contro i rischi di insediamento del sito unico nazionale delle scorie a Scanzano, un convegno nazionale antinucleare promosso dalla Confederazione Cobas (in tale occasione venne redatta la “Carta di Nova Siri”).

Gli amministratori intervenuti hanno sottolineato il radicale cambio di “clima” nelle relazioni con i dirigenti del Centro di ritrattamento e stoccaggio da quando è stato sostituito Carlo Jean

e non escludono che il nuovo “savoir faire” non sia dovuto al solo dato caratteriale dei nuovi dirigenti, ma molto più probabilmente alla sperimentazione dell’annunciata “nuova strategia comunicativa”, fatta di ascolto, “trasparenza” e…formazione.

Decine di famiglie in ognuno dei centri del circondario della Trisaia sono infatti materialmente coinvolte in attività formative gestite dalla Sogin che garantiscono- in un territorio dove le occasioni di reddito si riducono spaventosamente e dove negli ultimi 5  anni sono sparite e/o svendute alla speculazione 1.400 aziende agricole su circa 5.000- sussidi temporanei tra gli 800 e i 1.000 Euro.

Nell’Assemblea (patrocinata dal Sindaco) che si è tenuta in serata, subito dopo il sit in nei locali del Consiglio del Comune di Scanzano, i temi della strategia della comunicazione annunciata nel Dlgs di Febbraio e dell’incidenza degli effetti della diffusa crisi materiale di lavoro e di reddito sono stati trattati in maniera connessa, tanto più se le prospettive propagandate dal governo nazionale sono ispirate alla logica della “compensazione”.

Per chi vive e “respira” ogni giorno il disagio sociale nel metapontino e ne conosce le reali dinamiche di esercizio del potere “senza ombre” non è strano che all’assemblea fossero presenti soltanto – e non tutti- i soliti “addetti ai lavori”.

Compagni vecchi e nuovi hanno convenuto che “stavolta è tutta un’altra cosa”.

Gli stessi rappresentanti di Scanziamo le Scorie (hanno contatti coordinati con numerose associazioni cittadine e locali e 150 iscritti…) sono molto delusi da questo clima elusivo e scivoloso di tante persone che pur avvisate delle iniziative magari se ne stanno piuttosto a giocare a carte nei bar.

Dopo l’incontro con i dirigenti del Centro della Trisaia Francesco Cirillo e Gianni Lannes ci fanno sapere in assemblea della disponibilità a visitare – anche muniti di telecamere e macchine fotografiche- il Centro ed anche il famoso tubo da cui si sarebbero verificati in passato episodi di   sversamento di liquidi radioattivi verso i terreni coltivati in direzione della costa marina.

In realtà, ascoltando la lunga relazione del giornalista freelance Gianni Lannes (invitato dai compagni calabresi) sulle connessioni che legano la vicenda delle “carrette del mare” affondate nei nostri mari con carichi di veleni di ogni tipo ed anche radioattivi all’uccisione di Ilaria Alpi e Khrovatin, abbiamo appreso in premessa che il sopralluogo fotografico l’ha chiesto lui, aprendo alla possibilità di farsi accompagnare da qualcun altro interessato del luogo.

Ci si è interrogato sui passaggi da compiere (informazione diffusa e capillare nell’intera Regione e non solo nel Metapontino; invito agli amministratori locali a formare un coordinamento stabile, a cominciare dal Metapontino; pressione sulla nuova compagine governativa regionale su una  gestione meno mediatica e più ragionata dell’annunciata “disobbedienza civile” in caso di imposizione della scelta dell’Itrec o altro sito quale deposito unico nazionale delle scorie, ad iniziare dagli aspetti di rilievo legale, anche a fronte di eventuale esito positivo dell’impugnazione del Piear; attrezzatura di un “vademecum” di base per rispondere nelle scuole e nelle sedi universitarie all’imposizione della Gelmini a sostenere e propagandare la cultura del “nucleare è bello e sicuro”), ma anzitutto tutti i presenti hanno individuato nella frammentazione a vario titolo dei soggetti associativi dell’intera Regione il primo ostacolo per la possibilità di avviare un percorso all’altezza dei compiti che ci attendono.

Anche per questo motivo si è ritenuto di accogliere in pieno i rilievi e le preoccupazione espresse tramite missiva da Giorgio Ferrari circa l’impianto Itrec di Rotondella e di farne motivo di condivisione e di analisi con quanti hanno a cuore le sorti di questa terra, delle sue genti, di un suo futuro migliore e libero dalle miserie e dalle scorie.

27 Aprile 2010                               Per il Coordinamento: Francesco Masi


 

LE ULTIME NOTIZIE TRATTE E INVIATECI DA 

http://www.olambientalista.it

E DA MOVIMENTO NOSCORIE TRISAIA

noscorietrisaia@libero.it

No alle trivellazioni nel territorio di Policoro. Approvato un documento congiunto in Consiglio comunale

Si è riunito nella serata di lunedì 11 gennaio il Consiglio comunale del centro jonico per discutere sull'attività di perforazione per la ricerca di idrocarburi nel territorio di Policoro, via Adua, e di due interrogazioni del consigliere di minoranza Antonio Di Sanza. Prima dell'inizio dei lavori il presidente della massima assise consiliare, Otello Marsano, ha letto un suo documento dove egli manifesta perplessità sulle attività di trivellazioni chiamando in causa tutte le istituzioni a fare chiarezza sulle scelte programmatiche della fascia jonica, area a vocazione agricola e turistica, e a concertare tali decisioni con le popolazioni interessate. Successivamente la seduta è stata sospesa per dare la possibilità ai capigruppo dei vari partiti e movimenti rappresentati in Consiglio comunale di redigere un ordine del giorno congiunto, inviato a tutti gli organi istituzionali, con il quale gli eletti evidenziano le loro preoccupazioni per questo genere di attività esplorative poiché
in contrasto con il Decreto del ministero dei Beni culturali del 1985 che ha catalogato Policoro città di interesse storico; per le conseguenze negative che potrebbe avere il territorio in termini di abbassamento del suolo, impatto ambientale sull'aria e inquinamento delle falde acquifere del sottosuolo nella zona Filici dove sono presenti numerose case coloniche e il centro Enea della Trisaia. Pertanto il Consiglio comunale nella sua unanimità chiede la sospensione dei lavori del pozzo "Masseria Morano 1" in attesa di rassicurazioni sull'impatto ambientale e contemporaneamente l'istituzione di una commissione tecnica per il monitoraggio ambientale di tutta l'area dove dal 4 gennaio sono iniziate le perforazioni per la ricerca di gas metano; una conferenza di servizi che veda coinvolti i Comuni della fascia jonica, la Provincia di Matera e la Regione Basilicata nella pianificazione unitaria degli indirizzi energetici e ambientali e la sua contrarietà ad altre forme di rilascio della
VIA (Valutazione di impatto ambientale) per altre trivellazioni in programma nel sottosuolo di Policoro. Ovviamente il documento è stato approvato all'unanimità. I lavori sono poi proseguiti con due interrogazioni. Con la prima il consigliere Antonio Di Sanza ha chiesto con quale procedura e con quali oneri per le casse comunali vengono eseguiti lavori di piccola falegnameria in alcune scuole comunali da ditte individuali del posto a cui ha risposto il vice sindaco, Rocco Leone, sostenendo come tali lavori sono a titolo gratuito e riguarderebbero solo l'inserimento di chiodi nei muri. Nella seconda, sempre Di Sanza, ha interrogato il sindaco relativamente ad: oneri, rispetto della privacy, sicurezza sul lavoro ed accesso agli atti di cittadini-volontari in alcuni uffici pubblici dell'Ente dopo l'approvazione di un'apposita delibera. Su questa seconda interrogazione, Nicola Lopatriello ha spiegato come ad oggi non ci sono volontari in Comune e che a tal proposito è stato chiesto un pa
rere al Dipartimento della Funzione Pubblica sulla possibilità in futuro, se il parere sarà positivo, che l'Ente si possa dotare di volontari la cui attività sarà comunque regolamentata. Sulla prima interrogazione Di Sanza si è detto insoddisfatto, mentre sulla seconda soddisfatto.
Pubblicato da luciano a 12.05 0 commenti



lunedì 11 gennaio 2010
Oggi Consiglio comunale
Il presidente del Consiglio comunale, Otello Marsano, ha convocato per
questa sera alle ore 18:00 la massima assise per discutere dei seguenti
punti all'ordine del giorno:

Discussione e approvazione documento sul tema delle trivellazioni
Interrogazioni del consigliere Antonio Di Sanza

Basilicata: Bario e Boro nelle dighe lucane

Ieri 08.01.201O alle 22.06
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione nazionale Radicali Italiani e segretario Radicali Lucani

Allegria! In questa nostra martoriata terra, eletta a discarica di rifiuti di varia natura, saccheggiata ed inquinata, non ci facciamo mancare proprio niente. Dopo l'incidente verificatosi presso il centro oli di Viggiano(PZ), emerge un preoccupante inquinamento delle acque potabili erogate da alcune delle principali dighe lucane. Succede che, nel novembre del 2009, analisi chimiche, effettuate dall'Ufficio Risorse Idriche, fanno emergere una preoccupante contaminazione delle acque contenute negli invasi della Camastra, del Pertusillo e di Montecotugno(la più grande diga in terra battuta d'Europa). Trattasi, gioverà ripeterlo, di acque destinate ad uso potabile ed irriguo. Le analisi in oggetto, inutile dirlo, non sono state né pubblicate, né rese note alla popolazione. Dalle analisi emerge una contaminazione da sostanze chimiche tossiche ed un'abnorme presenza di coliformi fecali. Tradotto: stiamo parlando di inquinamento di origine biologica e di inquinamento chimico di origine ind
ustriale. Camastra, Pertusillo, Montecotugno, presa A.I.P di Savoia di Lucania: analizziamo punto per punto le analisi effettuate dall'Arpab nel mese di novembre 2009. L'invaso della Camastra, completato nel 1970, serve la città di Potenza ed ha una portata massima di 32 mc di acqua. Come viene ottimamente illustrato dal sito dell'Autorità di Bacino della Basilicata, l'80% delle acque della diga della Camastra vengono erogate per uso potabile, mentre il 13% è destinato ad uso irriguo. Per le acque della Camastra emerge un inquinamento da Bario, Boro ed un superamento dei limiti consentiti dalla legge in riferimento ai cloruri. A cosa sia dovuta la presenza di Bario in quantità superiori ai limiti stabiliti dalla legge, non lo sappiamo. Sta di fatto che i composti di Bario sono usati dalle industrie di gas e petrolio per fare fango perforante e che il Bario può avere effetti tossici sulla salute umana. Piccole quantità di bario solubile in acqua possono indurre in una persona difficol
tà di respirazione, aumento della pressione sanguigna, variazione del ritmo cardiaco, irritazione dello stomaco, debolezza muscolare, cambiamenti nei riflessi nervosi, gonfiamento di cervello e fegato, danni a cuore e reni. Anche il Boro può essere nocivo per la salute umana. Il Boro può infettare stomaco, fegato, reni e cervello. Non meno preoccupante, per quanto ci riguarda, è la presenza, oltre i limiti consentiti, di Cloruri. Quella di Monte Cotugno(Senise) è la più grande diga della Basilicata, con una portata di 530 mc di acqua. Le acque della Diga di Montecotugno vengono utilizzate anche dalla Regione Puglia per uso potabile e irriguo. In Basilicata, le acque della diga di Senise vengono utilizzate prevalentemente per scopi irrigui(41,9%) e per un 3% per uso potabile; in Puglia, invece, l'acqua proveniente da Monte Cotugno viene utilizzata prevalentemente per usi potabili(40,4%). Per ciò che concerne Montecotugno, le analisi mostrano un inquinamento da Bario e una presenza di
coliformi totali 5 volte superiore ai limiti di legge. Anche le acque della diga del Pertusillo, completata nel 1963, risultano contaminate dalla presenza di Bario. Le acque del Pertusillo vengono utilizzate per scopi prevalentemente irrigui in Basilicata e per scopi prevalentemente potabili dalla Puglia. Infine, la situazione della Presa A.I.P. di Savoia di Lucania. Anche in questo caso le analisi effettuate dall'Arpab mostrano una contaminazione da Bario e un impressionante sforamento per ciò che concerne la presenza di Coliformi Fecali, Coliformi totali e streptococchi fecali. Insomma, con decenza parlando, una enorme quantità di merda. Il quadro che emerge dalle analisi, di cui siamo fortunosamente venuti in possesso, è a dir poco preoccupante e fa sorgere interrogativi che ci auguriamo possano presto trovare adeguate risposte. Intanto c'è da chiedere alle autorità competenti cosa sia stato fatto per ovviare ai problemi riscontrati, al fine di tutelare la salute dei cittadini luc
ani e pugliesi. Nel contempo, alla luce dei dati illustrati, riteniamo opportuno che la Regione Basilicata e le autorità competenti aprano un'inchiesta per comprendere le ragioni che hanno determinato un inquinamento dei tre principali invasi lucani. Infine, ma non ultimo, chiediamo che al più presto la Regione provveda a garantire l'effettuazione di analisi ad ampio spettro e un'adeguata depurazione delle acque. Una volta di più chiediamo alla Regione e all'Arpab di garantire la possibilità di un controllo diffuso da parte dei cittadini per garantire il diritto a conoscere per deliberare.

Il   9  gennaio   2010    dalle ore   8,30    ti aspettiamo
            nella  piazza  Eraclea di  Policoro  per    dire   
NO  ALLE TRIVELLAZIONI
                                SI  ALLA SALUTE ,
             ALL'AGRICOLTURA  E AL TURISMO

         
Nel nostro territorio ci vengono imposte, contro ogni regola di democrazia, con la forza e senza coinvolgere le popolazioni locali, le trivellazioni di gas e idrocarburi.A Policoro e nel Metapontino sono previste numerose perforazioni oltre a quella di Via Adua.

Il petrolio e il gas sono risorse a termine e non sono rinnovabili, finiscono e lasciano i segni indelebili dell'inquinamento nell'acqua, nell'ambiente, nell'aria e causano effetti deleteri sulla salute pregiudicando la qualità di vita delle popolazioni.

Le trivellazioni sono incompatibili con le economie locali come agricoltura e turismo, l'inquinamento distrugge l'ambiente in cui si sviluppano queste economie.

Le trivellazioni arricchiscono soltanto le compagnie petrolifere e coloro che ruotano attorno ad esse, i risultati dopo 10 anni di estrazioni petrolifere in Basilicata sono evidenti: spopolamento ed emigrazione soprattutto delle nuove generazioni.

La storia insegna che le lobby del petrolio non hanno mai arricchito il popolo.

In mancanza di seri programmi di sviluppo nel territorio Metapontino dobbiamo tutelare le nostre fonti di reddito come l'agricoltura, le attività turistiche, commerciali e di servizio che costituiscono l'indotto dell'economia locale, ma soprattutto dobbiamo salvaguardare la salute dei cittadini e il loro futuro (in dieci anni i tumori in Basilicata sono raddoppiati e dopo il 2010 superiamo la media nazionale nonostante la Basilicata non sia una regione industriale).

Difendiamo la nostra  terra dagli interessi delle multinazionali e da chi vuole riempirla di discariche di rifiuti  petroliferi  e  rifiuti di ogni genere  ,compresi quelli nucleari.
 

             PARTECIPA PER   DECIDERE IL TUO FUTURO
                                                     

                   COMITATO BOSCO SOPRANO
 NO ALLE TRIVELLE NELLE CASE   COLONICHE
                    bosco soprano@gmail.com
                                                        
  n.b.  alle ore 8,30 i trattori si concentreranno nei pressi di piazza Eraclea 

 

13 agosto 2009BLITZ DI FERRAGOSTO :SANTOCHIRICO AUTORIZZA UN POZZO PETROLIFERO LUNGO LA COSTA JONICA
Mentre numerose associazioni tentano di salvare il mare Jonio e tutte le economie collegate dalle piattaforme petrolifere , l'assessore Santochirico con il suo blitz di ferragosto fa invece autorizzare una nuova trivellazione sulla costa jonica , nello specifico il nuovo pozzo masseria Morano Dir 1 ad opera della Gas Plus nella concessione Policoro . Nonostante tutte le osservazioni alla V.I.A. inoltrate all'epoca dalla sezione di Rifondazione Comunista di Policoro , e in barba a tutte le lacune che presentava la a richiesta di VIA si procederà a trivellare nelle case coloniche e abitazioni(visibili anche su google earth), vicino a pozzi d'acqua di uso consortile e potabile ,vicino al centro nucleare itrec ( entro pochissimi Km),senza garantire opportuni controlli previsti da una rete fissa di monitoraggio ambientale . La cosa grave in termini puramente economici è che dall'estrazione di gas i cittadini di Policoro non ne trarranno alcun beneficio(non esistono royalites sul gas). Al
contrario si beccheranno l'inquinamento atmosferico (per non dimenticare il mortale idrogeno solforato ) , del suolo e delle acque ( sostanze chimiche usate per sciogliere la crosta terreste,molte volte tenute sotto segreto industriale), le trivelle ad uranio impoverito (come se non bastassero i rifiuti radioattivi dell'itrec) o i pericolosi fenomeni di subsidenza che possono sempre mettere in pericolo i rifiuti nucleari del centro Sogin generando frane, allagamenti o sprofondamenti del suolo lungo la vena gasifera del pozzo. (in alto adriatico Galan ha proibito di trivellare per evitare di affondare Venezia e la laguna,mentre nel polesine ci sono state alluvioni) Tutto a scapito della salute dei cittadini e dell'economia agricola e turistica dell'area, che invece di guadagnare occupazione con le estrazioni perde posti di lavoro in altre attività come l'agricoltura e il turismo.
Il sindaco di Policoro non può rimanere indifferente di fronte a questo ennesimo attacco scellerato nei confronti della salute pubblica e delle economie del territorio. Ha il dovere di convocare con urgenza un consiglio comunale aperto ai cittadini che ignari devono subire dall'alto imposizioni che fanno male al futuro del territorio. Il sindaco in qualità di massima autorità locale responsabile della salute pubblica deve bloccare qualsiasi attività pericolosa per la salute e l'incolumità pubblica, e nel caso in oggetto non ci sono le condizioni necessarie affinchè le attività estrattive possano procedere vicino le abitazioni ( quando nel resto del mondo vengono fatte a centinaia di Km di distanze) o peggio ancora vicino ad un centro nucleare .Non è un caso che a Policoro si è reduci da un grosso incidente petrolifero nel 1991 quando un pozzo di gas esplose e bruciò per oltre 15 giorni inquinando una vasta area del territorio.


D'altra parte invitiamo l'assesore Santochirico a ritirare l'autorizzazione per l'intesa in quanto abbiamo più volte sollevato il pericolo di estrazioni per la salute dei cittadini vicino centri abitati, ma sopratutto il pericolo di estrarre vicino il centro nucleare Sogin e nel suo circondario. L'assessore inoltre deve dare ancora risposte sulla chiusura del pozzo rivolta 01 a 200 metri dal centro nucleare sogin in quanto non basta la giustifica che ad autorizzarlo fu il ministero dell'industria nel 1987,qui non esiste fino a prova contraria uno studio della sua non pericolosità nei confronti del deposito di scorie nucleari e combustibile riprocessato.
Le trivellazioni vicino i centri nucleari sono circostanze dove nemmeno la Sogin può dare sicurezza per i fenomeni indotti di subsidenza nel terreno e che non sono previste da nessun piano di emergenza nucleare , perchè in nessuna parte del mondo l'incoscienza è cosi' tanta da trivellare vicino i centri nucleari.Santochirico deve inoltre spiegare perchè si autorizzano delle srl che ci portano via il gas dal territorio senza nulla in cambio e che nulla hanno a vedere con lo sfatato interesse nazionale danneggiando le economie locali e la salute dei cittadini, quali interessi pertanto spingono in pieno ferragosto le autorizzazioni regionali? Forse il misero contributo della SEL che i becchini della politica intendono gestire o il potere arrogato che tanto male fa allo stesso Partito Democratico dove nonostante tutto ci sono persone desiderose di fare qualcosa di utile per il territorio?


 

Pozzo Rivolta 001: è un problema di date
di perforazione o di rischi di perforazioni?

 
Autore: OLA|Organizzazione Lucana Ambientalista 
 
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - ed il Movimento NoScorie Trisaia, in merito alla nota stampa del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata sulla questione del Pozzo Rivolta 001 - apparsa lunedì 3 Agosto 2009 su Basilicatanet.it - rimandano al mittente ogni accusa di infondatezza.

In merito, gli uffici regionali in oggetto - in perfetto gergo burocratese e politichese - ribadendo di non aver mai autorizzato il Pozzo Rivolta 001 essendo stato "autorizzato già nel 1987 dall'allora Ministero per l'Industria", oltre a disorientare l'attenzione dei cittadini, esprimono posizioni senza alcun significato. Infatti, l'aver scoperto questo non cambia né la sostanza, né la forma della richiesta del Movimento NoScorie Trisaia - ancora valida - di chiusura cautelativa del pozzo, né tantomeno salva il Dipartimento Ambiente dalle sue responsabilità.

La OLA e NoScorie, ricordano come all'ultimo Tavolo della Trasparenza del marzo scorso - mentre veniva chiesto alla Regione di non perforare nei dintorni dell'Itrec di Rotondella - data l'estrema pericolosità del materiale radioattivo presente - la stessa nascondeva ai partecipanti l'esistenza del pozzo Rivolta 001, piazzato nel bel mezzo di un'area idrica (il torrente Rivolta e il fiume Sinni) e a circa 200 metri dall'area dei rifiuti radioattivi del centro della Trisaia. Atteggiamento, questo, oltre modo gravissimo per le possibili implicazioni per la salute dei cittadini e per gli ecosistemi naturali e costieri del Metapontino.

 
Pubblicato il: 04 Agosto 2009 - Ore 23:17

 


 

NOSCORIE TRISAIA
noscorietrisaia@libero.it
 
01.08.2009
 



CHIUDETE IL POZZO DI GAS RIVOLTA 01 E'
' PERICOLOSO PER I RIFIUTI NUCLEARI DELL'ITREC


Ha dell'assurdo e dell'impensabile, ma tutto questo avviene in Basilicata dove gli amministratori regionali abbagliati sulla via di Damasco dalle compagnie petrolifere hanno concesso il V.I.A alle trivellazione e all'estrazione di gas a 200 metri dal centro nucleare Sogin della Trisaia.
Mentre in tutto il mondo creano e impongono fasce di rispetto e divieti vicino i corsi d'acqua,le coste ,i centri abitati e sopratutto i centri nucleari, qui in Basilicata per far arricchire di qualche migliaio di mc di gas pochi eletti si mette a rischio e repentaglio la stabilità del suolo dove è presente un centro nucleare con rifiuti nucleari di II e III categoria, in pratica i più pericolosi. Il pozzo in questione si chiama Rivolta 01 , è a 200 mt dal centro nucleare, in mezzo a due fiumi posizionato centralmente a poche centinaia di metri tra il Rivolta e il Sinni, a poche centinaia di metri dall'area SIC Bosco Pantano ,a 2 Km dalla spiaggia di Rivolta e dei villaggi turistici ,a 2 Km dal centro urbano di Nova Siri Scalo . Il pozzo di idrocarburi si trova nella concessione Nova Siri Scalo, una piccolissima concessione che a sua volta è inglobata o imboscata nella concessione Policoro .Il pozzo comunque è ubicato nel territorio di Rotondella ed è in esercizio dal 2004 con una pr
oduzione media annua di 46.000 mc ed è gestito dalla Gas Plus.
Il centro Sogin della Trisaia attende la sistemazione della messa in sicurezza dei rifiuti di II e III categoria ad opera della Sogin che terminerà secondo il suo cronoprogramma la sistemazione nel 2019 .Nel centro ci sono numerose situazioni precarie legate alle fosse interrate dove sono presenti i rifiuti di II e III cat. ,le piscine dove è presente il combustibile di Elk River con le 64 barre uranio torio ,nonchè i liquidi ad alta attività custoditi in una cisterna a cui è proibito avvicinarsi che devono essere solidificati ,nonchè altri capannoni con bidoni di scorie e impianti sensibili .Già nel dicembre 2006 la fossa interrata fu oggetto di un incidente e di una perdita radioattiva che fu arginata successivamente con una barriera impermeabile per evitare altre perdite radioattive nel terreno . I pozzi di gas oltre all'inquinamento atmosferico (non esistono in zona centraline fisse con controlli  dell'Arpab) e/o alle falde acquifere generano pericolosi fenomeni di sub sidenza ,o
ssia di abbassamento del suolo fino a 5/6 metri ,tanto da proibirli nelle zone del Polesine(dove hanno generato alluvioni) e vicino agli alvei fluviali ,i corsi d'acqua e le zone lagunari. La zona in questione si trova in mezzo a due fiumi,era una zona paludosa bonificata, ed è poco distante dal mare e dall'alveo del fiume Sinni .
In pratica l'area ha caratteristiche simili alle zone incriminate del Nord Italia( dove le istituzioni hanno proibito le trivellazioni nel Polesine e  in Alto Adriatico).
 

La spiaggia di Rivolta inoltre è sottoposta ad un aggressivo fenomeno di erosione che porta via oltre un metro di spiaggia l'anno. Per spiegare la subsidenza (in parole povere) è come quando nel sottosuolo si estrae gas e si sgonfia una sacca (come un palloncino)e nella parte superiore del terreno si creano delle depressioni ,che possono generare danni di qualsiasi tipo a cose e/o persone vicino le aree trivellate.

Il problema della subsidenza e dei danni delle trivellazioni è stato ben esposto dalle associazioni nelle osservazioni alle procedure di V.I.A. (Valutazioni di Impatto Ambientale)ai lavori di messa in sicurezza che la Sogin dovrà effettuare nel centro delle Trisaia , e nell'ultimo tavolo della trasparenza è stato chiesto all'assessore Santochirico esplicitamente di proibire qualsiasi trivellazioni intorno al centro nucleare per questo motivo (ignorando che proprio sotto al centro ci fosse un pozzo attivo di cui lo stesso assessore era a conoscenza). Qui non facciamo nessun allarmismo, ma facciamo notare alle istituzioni la troppa facilità con cui si concedono i pareri e senza studi approfonditi  le valutazioni necessarie sopratutto quando si tratta di nucleare .Se agli impianti nucleari anche a pozzo esaurito dovesse succedere qualcosa a livello di stabilità del suolo,o un incidente in esercizio, chi mai garantirebbe contro un eventuale incidente nucleare che metterebbe a rischio l'i
ncolumità di migliaia o milioni di persone e di economie collegate ?

Non abbiamo inoltre citato i possibili danni agli investimenti turistici presenti a Nova Siri o quelli di prossima realizzazione proprio alla Rivolta di Rotondella , l'incolumità degli agricoltori e dei lavoratori delle aree industriali di Policoro o degli abitanti di Nova Siri che già drenano i propri garage con pompe autoclave per abitare già nel retrodunale della costa sotto il livello del mare.
Pertanto chiediamo all'assessore Santochirico e ai Sindaci del territorio una convocazione di urgenza del tavolo della trasparenza ,anche per informare l'ignara Sogin di tutto quello che gli accade sotto casa , per poi per definire il blocco di simili attività pericolose per le quali molti potrebbero sfuggire alle proprie responsabilità visto che nessuno può dare sufficienti garanzie in materia nucleare.


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dall'unmig .it
 
 
Concessione di coltivazione
NOVA SIRI SCALO
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Titolari
 
GAS PLUS ITALIANA (100,00%)  (r.u.)
(situazione al 31/05/2009)
   Regione
 
Basilicata (7,5 Kmq)
 

Concessione di coltivazione NOVA SIRI SCALO 

Scheda di dettaglio del titolo
Produzione annuale di Gas naturale

 

pozzo  rivolta 01

 



Produzione di GAS NATURALE (Smc)



Numero anni: 6
Produzione media annuale: 464.272
Produzione media mensile: 46.427

 

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