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Osservatorio sui Balcani di Brindisi
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ANNUARIO

RESISTENZA/49

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1945

Resistenza

 

GIORNATA DELLA MEMORIA 2021

La complicità delle imprese italiane ad Auschwitz

di Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Parte terza

Bibliografia, link , allegati e foto

Bibliografia e link

1)     Storia e Dossier n44 ottobre 1990, “imprese italiane ad Auswitz 1942-1945”Bruno Mantelli (Archivio St. B.Petrone, fondo socialisti- Brindisi) - Fertilio Dario Pagina 29 (18 marzo 2001) - Corriere della Sera

2)    Wikipedia: Auschwitz-Monowitz (vari link)

3)      Vgl. Dazzi. Accordi. S. 310-325 (italienische Version) sowie S. 332-346 (deutsche Version); du Abkom-
men wurde ferner als separates Heft von der HNFCE gedruckt unter dem Titel
Contratto per l'esecuzione di lavori di costruzione in partecipazione con imprese germaniche, nei cantieri di Heydebreck, Blechhammer e Auschwitz

4)     .(Bundesarchiv 146-2007-0054)

5)    Wikipedia:processo Farben Norimberga

6)      http://www.schiavidihitler.it/pagine_ricerca/fabbriche_risposta.asp

7)      https://report-age.com/2018/08/14/tragedia-ponte-morandi-lingegnere-realizzo-anche-in-abruzzo-capolavori-dingegneria/

8)    http://060608.it/it/eventi-e-spettacoli/visite-guidate-e-didattica/educare-alle-mostre-educare-alla-citta-architettura-e-ingegneria-a-roma-tra-le-due-guerre-nell-attivita-dell-imprenditore-tedesco-rodolfo-stoelcker.html

9)   Se questo è un uomo, Primo Levi,ed la Repubblica 2002(Arch.st.B Petrone)

 

Elenco allegati:

1)      Allegato 1: mappa 1 foto Auschitz I-II-III

2)      Allegato 2: mappa 2 Auschwitz III-Monowitz cantiere Buna Werke

3)      Allegato 3, mappa 3 campi e sistema ferroviario

4)      Allegato 4 a e b: foto lavoratori italiani

5)      Allegato 5 c e d) foto Buna 1944 e schiavi ebrei al lavoro a Monowitz

6)      Allegato 6 e : foto ing Stoelcker; Allegato 6 f e g :mostra marzo 2020 Roma ing Stoelcker

7)      Allegato 7:il manifesto 29 febbraio 2020, Antonio Camuso , Una storia «formativa» che rimuove la complicità con l’Olocausto

8)      Allegato 8: Se questo è un uomo, Primo Levi,ed la Repubblica 2002(Arch.st.B Petrone)

9)      Allegato 9: Rappresentazione schematica peltrolchimico Brindisi Montedison anni 60

                      

 

ALLEGATI

 

ALLEGATO 1) Mappa 1, foto aerogrammetrica presa dagli Alleati il 26 giugno del 1944   e dove si ha il quadro dell’insieme dei tre grandi lager di Auschwitz . Nella parte a nord, in alto vi è il campo di sterminio di Birkenau, al centro vi è il campo di Auschwitz I Buchenwald con l’arrivo della linea ferroviaria; in basso a sud, il complessso industriale di Monowitz-Auschwitz III ed i suoi sottocampi che ospitavano lavoratori civili, prigionieri alleati, lavoratori forzati provenienti dalla Polonia, Russia , Ucraina, ecc, e il Lager IX con gli schiavi ebrei.

MAPPA 1  AUSCHWITZ BIRKENAU-BUCHENWALD-MONOWITZ

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ALLEGATO 2) Nella mappa 2 sono illustrate le disposizioni della zona industriale e poi dei sottocampi annessi al complesso di Buna –Monowitz. Con una freccia sono indicati  il Lager I ospitante i lavoratori italiani delle ditte d’appalto nel 1944, e il lager 9”Pulvertum”  ospitante gli ebrei lavoratori-schiavi e dove viveva Primo Levi.

MAPPA 2 AUSCHWITZ III –BUNA-WERKE-MONOWITZ

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ALLEGATO 3 )Mappa illustrante la disposizione dei tre campi , le linee feroviarie e la stazione di Dwory dove sino al luglio 1942gli ebrei di Auschwits scendevano per lavorare nell complesso industriale Farben-Buna MAPPA 3 DISPOSIZIONE DEI CAMPI I-II-III  di AUSCHWITZ

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Allegato 4) alcune foto che riprendono i lavoratori italiani

a)   Servizio di barbiere per i lavoratori italiani

b)ALLOGGIO STANDARD PER I LAVORATORI ITALIANI

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Allegato 5)  c)L’impianto Buna –Werke della Farben nel 1944

d) Deportati-schiavi ebrei al lavoro nella BUNA

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Allegato 6) e) L’Ingegner Stoelcker in maniche di camicia

f-g) La mostra del marzo 2020 dedicata all’ingegner Stoelker Rodolfo

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Allegato 7) L’articolo-denuncia sul Manifesto

Una storia «formativa» che rimuove la complicità con l’Olocausto

- Antonio Camuso, 29.02.2020 © 2021 IL NUOVO MANIFESTO SOCIETÀ COOP. EDITRICE

Il Comune di Roma e l'ingegner Stoelcker. L'imprenditore italo-tedesco sarà al centro di unincontro educativo al Museo in Trastevere sull'architettura fra le due guerre. Ma sarebbe meglioricordare il suo contributo allo sforzo bellico nazista e al sistema concentrazionario

L’incontro Architettura e ingegneria a Roma tra le due guerre nell’attività dell’imprenditore tedescoRodolfo Stoelcker(4 marzo, Museo di Roma in Trastevere) è un evento inserito nel programmacapitolino «Educare alle mostre, educare alla città», con il contributo di biblioteche, università,accademie e istituti storici. «Patrimonio Comune, Conoscere è Partecipare» è lo slogan di questaserie di eventi, con relativo attestato di formazione, ma se il conoscere è tarpato da omissioni,diviene mistificazione della storia e banalizzazione del reato più grave: complicità nell’Olocausto.

Una pagina vergognosa per l’Italia e il suo sistema imprenditoriale fu, infatti, la partecipazione delle Imprese italiane allo sforzo bellico nazista e al sistema concentrazionario. Il 14 marzo 1942 sotto gli auspici della Federazione Fascista delle imprese edili e della costruzione, e del suo presidente l’ing. Aurelio Aureli, fu firmato a Roma un contratto d’appalto tra 50 aziende italiane e l’industria chimica tedesca IG Farben con l’invio di 10mila lavoratori specializzati e non, in quattro cantieri industriali della Farben. Tra essi, quello di Auschwitz dove, a sette km. di distanza, era in costruzione la fabbrica chimica Buna-Werke di benzina sintetica e nel quale le imprese romane, ing Stoelcker, ing Martini, ing Pagani, ing Palermo, l’anonima Edile Stradale e la piacentina G. Peotti s’impegnarono a fornire 1196 dipendenti per un primo appalto della durata di 8 mesi, rinnovabile su richiesta tedesca.

L’ingegnere Aurelio Aureli, già presidente della Lazio, per la sua opera d’intermediazione, il 23Aprile 1942 fu premiato dal Regime fascista con l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro. E Rodolfo Stoelcker? L’ingegnere italo-tedesco si affacciò alla ribalta dei grandi costruttori, partecipando alla fondazione della Ferrobeton e poi in proprio nel 1914 costituendo a Roma, l’ing Rodolfo StoelckerAnonima Costruzioni. Ben presto divenne famoso per opere avveniristiche: la Casa dell’automobile1929 e i garage di aziende del trasporto pubblico, Sta a Tuscolana e Atac a Trastevere. Grazie agli ottimi rapporti con il regime fascista partecipò all’edificazione, all’università La Sapienza (Lettere, Giurisprudenza e il Rettorato), ma anche ad appalti in tutta Italia. Il suo capolavoro fu il massiccio Ponte Amedeo di Savoia, dopo l’abbattimento di quello in ferro ai Fiorentini. Ma l’occasione per divenire un’impresa di rango internazionale giunse nel marzo del 1942, quando rispose entusiasticamente alla richiesta di partecipare allo sforzo bellico e industriale della Germania nazista.

La IG Farben, colosso monopolista della chimica, nel sito Auschwitz, nella località di Monowitz a sette km dal lager, stava facendo spianare da deportati ebrei e non, i terreni per le fondazioni del sancta santorum della genialità chimica tedesca: produrre benzina attraverso la sintesi del carbone. 1196 italiani, manovali, operai specializzati, tecnici e ingegneri, la maggior parte dipendenti dall’impresa Ing Rodolfo Stoelcker, lavorarono così bene, servendosi anche degli schiavi deportati che, alla scadenza dell’appalto, nel gennaio del 1943, la Farben e le Ss chiesero infuriati il loro ritorno dalle ferie natalizie. Grazie anche al contributo italiano, e all’ing Stoelcker, fu edificato quel complesso Buna–Werke e quella Torre del Carburo, dove il deportato ebreo Primo Levi lavorò dal1944, poi descritta in Se questo è un uomo. Con la caduta del fascismo e l’Armistizio, Stoelckerritornò a lavorare in Italia e nel dopoguerra collaborò con Morandi ad ultimare il ponte sul fiume

Orta, prima di dichiarare bancarotta nel 1955. Ci auguriamo che il 4 marzo, in occasione dell’evento, si alzi un grido di protesta dall’Anpi e dalla Roma antifascista affinché la cultura non sia messa, anch’essa, al servizio della rimozione della «banalità del male».

Antonio Camuso Archivio Storico Benedetto Petrone

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ALLEGATO 8)“Se questo è un Uomo” di Primo Levi     

    

…mi salvai grazie al sostegno ricevuto dall’operaio civile italiano Lorenzo…

“-La storia della mia relazione con Lorenzo è insieme lunga e breve, piana ed enigmatica; essa è una storia di un tempo e di una condizione ormai cancellati da ogni realtà presente, e perciò non credo che potrà essere compresa altrimenti di come si comprendono oggi i fatti della leggenda e della storia più remota.

In termini concreti, essa si riduce a poca cosa: un operaio civile italiano mi portò un pezzo di pane e gli avanzi del suo rancio ogni giorno per sei mesi; mi donò una sua maglia piena di toppe; scrisse per me in Italia una cartolina, e mi fece avere la risposta. Per tutto questo, non chiese né accettò alcun compenso, perché era buono e semplice, e non pensava che si dovesse fare il bene per un compenso.

Tutto questo non deve sembrare poco… Infatti, noi per i civili siamo gli intoccabili. I civili, più o meno esplicitamente, e con tutte le sfumature che stanno fra il disprezzo e la commiserazione, pensano che, per essere stati condannati a questa nostra vita, per essere ridotti a questa nostra condizione, noi dobbiamo essera macchiati di una qualche misteriosa gravissima colpa.  Ci odono parlare in molte lingue diverse, che essi non comprendono, e che suonano loro grottesche come voci animali; ci vedono ignobilmente asserviti, senza capelli, senza onore e senza nome, ogni giorno percossi, ogni giorno più abietti, e mai leggono nei nostri occhi una luce di ribellione, o di pace, o di fede. Ci conoscono ladri e malfidi, fangosi cenciosi e affamati, e, confondendo l'effetto con la causa, ci giudicano degni della nostra abiezione. Chi potrebbe distinguere i nostri visi? Per loro noi siamo «Kazett», neutro singolare.

Naturalmente questo non impediva loro di gettarci qualche volta un pezzo di pane o una patata, o di affidarci, dopo la distribuzione della «Zivilsuppe» in cantiere, le loro gamelle da raschiare e restituire lavate.
Essi vi si inducono per togliersi di torno qualche importuno sguardo famelico, o per un momentaneo impulso di umanità, o per la semplice curiosità di vederci accorrere da ogni parte a contenderci il boccone l'un l'altro, bestialmente e senza ritegno, finché il più forte lo ingozza, e allora tutti eli altri se ne vanno scornati e zoppicanti. Ora, tra me e Lorenzo non avvenne nulla di ciò…io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente rammentato, … che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all'odio e alla paura; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia metteva conto di conservarsi. Ma Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo.”-

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ALLEGATO 9) L’IMPIANTO PETROLCHIMICO DI BRINDISI NEGLI ANNI 60

Fine parte terza

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

27 gennaio 2021, giornata della Memoria.

 

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