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80° inizio Lotta di Liberazione

Contributi di In-Formazione Antifascista

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

25 Luglio 1943, la caduta di Mussolini. Per Beppe Patrono e il Partito d’Azione di Brindisi  fu  svolta politica democratica, o  Colpo di Stato?

di Antonio Camuso (Archivio Storico Benedetto Petrone)

Per il Partito D’Azione di Brindisi , che aveva in Beppe Patrono il suo massimo esponente, la risposta  scelta fu la seconda quando, nel luglio del 1945  si volle ricordare in città l’anniversario di quell’avvenimento. Nel suo stile di fine intellettuale e colto ricercatore, che aveva a riferimento in Meridione, l’irpino Guido Dorso,  il nostro Beppe Patrono pubblicò un documento in vendita a Lire 3(tre) che riportava integralmente  lo scoop giornalistico fatto da un giornale svizzero il Neue Zuercker, nell’agosto del 1943, sui particolari della seduta del Gran Consiglio e sulle azioni conseguenti o meglio parallele, del Re e di Badoglio nell’ arrestare Mussolini e dichiarare sciolto il Partito Fascista.

 In un secondo articolo/puntata  ci riserviamo di dichiarire il mistero di quello scoop , ricordando  la complessa trama tessuta  dai Servizi Segreti Alleati , fascisti e  nazisti in Svizzera. Una trama che  nell’immediato dopoguerra permise il salvataggio e il riciclaggio di  criminali nazisti e fascisti ,in funzione anticomunista e anti-URSS,   ela loro messa a disposizione di quel Colpo di Stato Permanente  e/o strisciante in Paesi come l’Italia  , Grecia, ecc,  da attuare o minacciare  se le Sinistre avessero preso il potere.

Un documento, fatto stampare da Patrono,  sin’ora sconosciuto e venuto alla luce,  nel salvataggio di ciò che è rimasto dell’Archivio Storico della Valigia delle Indie. Salvare quel documento insieme a numerosi  altri è stato possibile grazie alla collaborazione da tempo attivata tra il sottoscritto Antonio Camuso, quale curatore dell’Archivio Storico Bendetto Petrone e Galiano Lombardi che per numerosi decenni insieme al compianto Cafiero Giancarlo diedero vita all’esperienza della Valigia delle Indie.

Nel leggere quell’unico foglio  ingiallito a distanza di 80 anni si rimane stupiti e risulta naturale porsi la domanda:”- Come fu possibile per un giornale svizzero ad essere a conoscenza e pubblicare particolari sul 25 luglio , a pochi giorni dai fatti in questione?”-

Particolari , che in Italia furono resi pubblici in versioni confuse e frammentate, solo dopo molti anni , nelle memorie dei gerarchi o, nel caso di Mussolini, solo un anno dopo nel giugno-luglio 1944 in alcune dichiarazioni su giornali a Milano. E’ un ulteriore conferma dell’acutezza politica di Beppe Patrono  il fatto che egli sia riuscito a rintracciare , quell’edizione svizzera dell’agosto 1943, affinchè fosse utile alla battaglia condotta dal Partito d’Azione contro la Monarchia , per  un radicale sradicamento di ciò che rimaneva del Regime Fascista  nel corpo dello Stato e per la svolta repubblicana nel nostro Paese.

Riuscire a  sfatare il mito del RE Vittorio Emanuele III, come colui che aveva abbattuto il Fascismo, fatto arrestare Mussolini , siglato l’armistizio con gli Alleati sino allacobelligeranza al loro fianco, fu  una delle battaglie principali del Partito D’Azione in chiave anti-monarchica.

In questa ottica la scelta di diffondere il testo svizzero che  definiva i fatti del 25 luglio “un  Colpo di Stato”, termine che  per antonomasia  è l’opposto di qualunque definizione che si avvicini alla parola democrazia.  

La tecnica del colpo di Stato.

La cronologia dei fatti ,  esposta nel Neue Zurcker e ripresa da Patrono,  non lascia dubbi sulla correttezza di quel termine. Il Gran Consiglio che metteva in minoranza il Duce , e il Re che lo riceveva per accettare le dimissione e poi arrestarlo fu una combine ben preparata. Il Re che metteva quel giorno  a capo dellal Polizia e al comando dei Reali Carabinieri uomini di sua sicura fiducia, e che questi ultimi mettessero sotto controllo  gli uffici telegrafici per bloccare   eventuali comunicazioni bellicose alla guardia pretoriana di Mussolini, la  Milizia  da parte dei  gerarchi fascisti fedeli al Duce,  come non definirle mosse da colpo di Stato?

Quel riuscito Colpo di Stato subì una variante di rilievo quando il RE, scombinando “la combine”con i Gerarchi ribelli , e scusandoci per il gioco di parole, dopo essersi assicurato  dell’invio di  falsi messaggi telegrafici a tutte le sedi e reparti della Milizia ,che le imponevano l’obbedienza al Regio Esercito, firmò il decreto di scioglimento del Partito Fascista tra lo sconcerto e le vane proteste di  Grandi e Ciano, coautori della caduta di Mussolini.

 In questa prima parte dedicata al 25 luglio riportiamo integralmente quanto Beppe Patrono e la federazione provinciale di Brindisi, del Partito D’Azione pubblicarono per ricordare il 25 luglio ’43 e la caduta di Mussolini.

In una prossima seconda parte  analizzeremo  il ruolo che ebbero le stragi di civili indifesi per mano dei bombardieri angloamericani e pianificate dagli alti comandi Alleati e fortemente volute da Churchill per indurre casa Savoia e gerarchi fascisti “ribelli” alla defenestrazione di Mussolini. Riporteremo le proteste di Gaetano Salvemini dagli USA  contro quelle stragi e contro la tecnica del Colpo di Stato “stragista” , così come di esponenti dell’Anarchia.Infine confronteremo il ruolo dei servizi segreti alleati, fascisti e nazisti in Svizzera, durante il conflitto e nell’immediato dopoguerra in funzione anticomunista

 La tecnica del colpo dì Stato (Neue Zuercker, n 140 , agosto 1943)

Mentre il Re comunicava a Mussolini la fine della sua dittatura, il Maresciallo Badoglio aveva già preso le necessarie misure per evitare lo scoppio della guerra civile ed un intervento straniero. Al momento del Colpo di Stato la polizia era sottoposta a Chierici, uomo di fiducia di Mussolini ; i Carabinieri Reali erano stati comandati fino in ultimo dal generale Hazon, pure devotissimo a Mussolini. Hazon tuttavia aveva perduto la vita durante il primo bombardamento di Roma, il 19 luglio. Infine, Mussolini poteva contare sulla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, che durante gli ultimi vent'anni era stata la guardia armata della rivoluzione fascista e sulla quale si appoggiava Mussolini. La Milizia era comandata dal ten. gen. Galbiati, rimasto fedele aMussolini anche durante l'ultima  riunione del Gran Consiglio.

Badoglio tuttavia aveva già elaborato i suoi piani. L'ex capo della polizia, Senise, all'insaputa del
Chierici, aveva riassunto il comando la mattina del 25 luglio. 1 CC RR. dopo la morte del loro Comandante, di fatto, erano sottoposti a Badoglio. Rimaneva soltanto la Milizia, l'arma più potente del regime. La mattina del 26 luglio, il gen. Galbiati in vista dei risultali della riunione del Gran Consiglio vista dei risultali della riunione del Gran Consiglio e d'accordo con Scorza, stava disponendo uno schema dì telegramma circolare a tutti i Comandanti della Milizia nelle varie città d'Italia, telegrammi con cui ricevevano l'ordine di mobilitare i propri militi e di tenerli pronti ad ogni eventualità. Senise però riuscì in segreto ad impedire la spedizione di questi telegrammi. All'insaputa di Galbiati e Scorza, i diversi Comandi della Milizia ricevettero un altro telegramma, pure firmato da Galbiati, che conteneva la comunicazione che in avvenire la Milizia faceva parte
integrante dell'Esercito. 1 comandanti locali delia Milizia venivano invitati ad obbedire in assoluta disciplina agli ordini del maresciallo Badoglio. Nel frattempo Galbiati e Scorza erano fermamente convinti che il loro telegramma aveva raggiunto i destinatari e che quindi potevano disporre di tutte le Milizie fasciste d'Italia In tal modo furono paralizzati tutti i mezzi sui quali poggiava ia potenza del regime fascista. Così l'Esercito, fedele al Re ed a Badoglio, potè .prendere possesso del Paese, che si trovò infatti in stato di assedio. Inoltre furono "fermati,, tutti i vecchi capi del fascismo ; in tal modo il nuovo Governo aveva in mano tutti i comandi.”

 

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi, 28 luglio 2023

leggi anche:I bombardamenti terroristici sull'Italia , e la caduta di Mussolini e l'8 settembre

Le stragi di civili italiani per ottenere la resa  e il colpo di Stato Permanente nel dopoguerra in Italia

 

Nota questo articolo fa parte della  nuova rubrica Contributi di In-Formazione Antifascista , in occasione dell'80°  dell'Inizio della Lotta di Liberazione.

Sul sito di Pugliantagonista.it, cureremo  diversi approfondimenti di carattere storico attraverso il materiale documentario originale dell’epoca, custodito e catalogato nei diversi fondi dell’Archivio Storico Benedetto Petrone.

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Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi, 28 luglio 2023