ANTIFASCISMO

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BRINDISI, 9/9/75.:IL SEGRETARIO DEL MSI LUIGI  MARTINESI,   ARRESTATO PER SEQUESTRO DI PERSONA!

MAFIA SICILIANA, NEOFASCISTI E  NEONAZISTI  PUGLIESI E SEQUESTRI DI PERSONA NELL’ITALIA DEGLI ANNI 70.

Premessa

Grazie al lavoro di catalogazione del materiale messo a disposizione da Nicola Latorre  per l’Archivio Storico Benedetto Petrone , partendo da un interessante articolo apparso sulla rivista NUOVA GENERAZIONE, quindicinale della federazione giovanile comunista itaLiana FGCI del 12 ottobre 1975,   che possiamo riaprire una pagina tra le più oscure  del nostro paese, quella che legò le imprese dell’organizzazione Terroristica nera di Ordine Nuovo, con  imprese malavitose compiute anche sul territorio pugliese con la partecipazione attiva di insospettabili esponenti della destra “ufficiale”. Una pagina  che parla di legami con mafiosi e contrabbandieri di armi e di droga, di elementi neofascisti e neonazisti in soggiorno obbligato nella nostra regione, mentre contemporaneamente le organizzazioni camorristiche e mafiose  stavano per far diventare la Puglia la base del contrabbando…

LA STORIA

 Fu nel 1975 che il legame tra la mafia siciliana , boss della malavita nazionale e organizzazioni neonaziste e neofasciste ed esponenti della destra ufficiale saltò agli occhi di tutti grazie ad alcune clamorose inchieste giudiziarie.

Quella che aveva visto a Novara coinvolto  Giuliano Angelini , uno dei carcerieri della povera Cristina Mazzotti, rapita ed uccisa, presente nelle inchieste sulla strage fascista di  Piazza Fontana del 69 e sul quale pendeva un dossier della magistratura su un traffico di armi .

Un sequestro che aveva fatto comprendere come i neofascisti non disdegnassero far soldi facili concordando  sequestri di persona con le organizzazioni malavitose, mafia per prima,  che controllavano le diverse parti del territorio nazionale. Uno strano sequestro “risoltosi”! con la confessione del boss mafioso Stefano di Blanda e concluso con il misterioso suicidio del colpevole in pieno rituale di Cosa Nostra.( vedasi Maquis n1 gennaio 1976)

 

IL SEQUESTRO MARIANO E ORDINE NUOVO

Nel 1975  scoppia il caso che vede direttamente coinvolti  i fascisti brindisini nel sequestro del banchiere Mariano e sulla successiva inchiesta che mise in risalto  i legami tra ORDINE NUOVO , la mafia siciliana, altri elementi malavitosi legati al riciclaggio di denaro sporco ed esponenti ufficiali della destra italiana, quella in doppio petto di Almirante.

La notizia , nel settembre 95,  a Brindisi scoppia come una bomba: il segretario provinciale del MSI di Brindisi, LUIGI MARTINESI, 44 ANNI, PROCURATORE LEGALE, RISULTA ESSERE UNO DEGLI ORGANIZZATORI DEL SEQUESTRO DEL BANCHIERE leccese Luigi Mariano, liberato dopo il pagamento di un riscatto della cifra ingentissima di 280 milioni di  lire dei due miliardi  richiesti..

 

Coinvolti con lui il camerata brindisino Mario Luceri proprietario di una delle ville dove fu rinchiuso il banchiere, e Mario Pellegrini un noto esponente della destra extraparlamentare in soggiorno obbligato a San Pancrazio Talentino (BR) per le sue malefatte  da fascista in Versilia Ai primi accertamenti degli investigatori quei soldi dovevano servire per finanziare  la “Pietra Eletta” un organizzazione clandestina neonazista , dai rituali massonici,  che agiva in Puglia agli ordini di “ORDINE NUOVO”. Successivamente  si scoprì  dopo le confessioni dello stesso Martinesi la rete di complicità e legami occulti che ORDINE NUOVO, AVANGUARDIA NAZIONALE , BRIGATE NERE,avevano sul territorio nazionale.

Quell’ORDINE  NUOVO di PIER LUIGI CONCUTELLI , che condannò a morte il giudice OCCORSIO, e che aveva avuto come base la Sicilia in cui la mafia regnava incontrastata.

 

DA ESPONENTI DEL MSI A TERRORISTI NERI

 

  Un Concutelli, comandante militare dell’organizzazione neonazista,  che nel giugno del 1975 si presentò alle elezioni di Palermo nelle liste del MSI e che due mesi dopo insieme al segretario di Brindisi, Luigi Martinesi organizzò il sequestro Mariano.

Il 24 ottobre del ‘69, Concutelli  era stato  arrestato a Bello Lampo, nei pressi di Palermo, mentre si stava esercitando  in un campo paramilitare, uno dei tanti che i fascisti in quegli anni organizzavano impunemente, con delle armi insieme ad altri camerati:un Concutelli che per questo reato era stato in carcere 14 mesi ma che  il MSI tranquillamente nel 1975  candidò a Palermo.

Per Martinesi, con fama di duro e che la polizia lo aveva precedentemente sospettato per aver messo una bomba davanti al Palazzo del Comune di Brindisi, la storia si concluse diversamente, dopo l’arresto,  due anni dopo fece  rivelazioni clamorose, ma col contagocce:  i sequestri :

—  sequestro      Perfetti   Egidio,   consumato   il   13 gennaio 1975, cessato il 23 gennaio 1975;

—  sequestro       Campisi Nicola, consumato l'1 luglio 1975, cessato l’11 luglio 1975;

—  sequestro       Corleo Luigi, consumato il 17 luglio 1975;

— sequestro        Mariano Luigi, consumato il 23 lu­glio 1975, cessato il 9.9.1975

 risultavano essere stati preparati a tavolino a ROMA  da una cerchia  di esponenti della destra di cui solo alcuni quelli conosciuti dalla polizia come “ estremisti” fece il nome ma degli insospettabili e legati ai “ servizi deviati”  preferì tacere.

 

A Brindisi , una delle roccaforti del MSI,  il segretario nazionale Almirante  destituì dalla carica  LUigi Martinesi, ma l’intero apparato interno  fu tenuto fuori dalle indagini, come se a Brindisi, le scritte inneggianti ad Avanguardia Nazionale, Ordine nuovo, gli assalti e accoltellamenti di studenti, gli appoggi ai fascisti italiani  e greci, il supporto logistico ai campi paramilitari in Grecia , i legami con gli altri esponenti di Ordine Nuovo e di Avanguardia Nazionale in Puglia fossero tutti e solo opera di un nostalgico  che di giorno faceva il segretario di un partito parlamentare e la notte uno staKanovista del Terrorismo Nero.

 

 

Una storia che continua con legami con la massoneria servizi deviati e tanto altro che solo in parte potrete leggere nel memoriale PERI http://www.montagnalonga.it/Il%20Rapporto%20Peri/il%20rapporto%20peri%202.html

 

  redatto dalla procura di Marsala dal quale  ha preso lo spunto la trasmissione di La storia siamo noi sull’uccisione del giudice Occorsio