ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE

IL 77 A BARI E BENEDETTO PETRONE

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28-29 NOVEMBRE 1977

LE FOTO DI REPUBBLICA

FONTE foto: http://bari.repubblica.it/multimedia/home/1351240/1/10

 

riportiamo la testimonianza di Nicola Latorre sull'assassinio di Benedetto

-trattasi di stralcio  dell'apporto di Nicola Latorre nella stesura collettiva del libro  GLI AUTONOMI

            

I giorni di Benedetto

Ci avviamo all'autunno attraversando mesi segnati dalla quotidiana violenza fascista . A Carrassi e Poggiofranco la situazione era ormai critica, con la persistente presenza organizzata della “Passaquindici”, la cui leadership già iniziava a tessere relazioni con il gruppo terrorista di Terza Posizione. La stessa “Gazzetta” era stata fatta oggetto di una incursione squadrista, rea di aver pubblicato alcuni articoli di denuncia sull'irrespirabile clima di intimidazione che gli abitanti dei quartieri erano costretti a vivere.

Da qualche settimana, il giro di noi compagni piú giovani aveva dato vita alle “ronde” per il centro commerciale:entravamo in gruppo nei negozi di abbigliamento ed i calzaturifici dove lavoravano 10-12 ore al giorno ragazzi e ragazze,la maggior parte minorenni,imponendo una sorta di “riduzione d'orario” attraverso la chiusura anticipata del negozio. La sera del 28 novembre,tra risa e scherzi, tornammo da una di quelle “ronde” al giardino dell'Ateneo. Di lì a poco l'arrivo di un compagno trafelato ruppe la nostra allegria:Benedetto Petrone e Francesco Intranó ,entrambi militanti della FGCI della città vecchia,erano stati accoltellati gravemente dai fascisti. Di Benedetto ero amico. Quasi coetanei,da quando aveva lasciato il ragioneria per lavorare nel mercato rionale vicino casa ,ci frequentavamo spesso. Anche se della FGCI era un proletario cosciente ed un antifascista militante,con le nostre stesse passioni ed inquietudini, fortemente critico verso quel suo partito che vedeva rinunciare alle lotte per stringere accordi con la borghesia e la Dc.

I fascisti ,quasi un centinaio usciti dalla centralissima federazione provinciale di via Piccinni, aveva teso un vero agguato a un gruppo di una quindicina di compagni di barivecchia i quali,avvisati della presenza di noti fascisti nei pressi del quartiere,si erano recati a dare un occhiata a quel che succedeva. I fascisti li aggrediscono a pochissimi metri dalla Prefettura,dove misteriosamente era scomparso il presidio della polizia che permanentemente ne vigilava l'entrata. Benedetto,claudicante sin da piccolo ad una gamba,viene raggiunto e più mani lo accoltellano a morte,cade e per lunghi minuti viene ancora colpito con spranghe e chiavi inglesi. Francesco, attardandosi in suo aiuto,viene anch’egli gravemente ferito dalle lame.......

prossima puntata

LOTTA CONTINUA:morire a 18 anni...

 la reazione dei compagni

i funerali di Benedetto,l'ultimo saluto ...

Giuseppe Piccolo , fascista e provocatore promosso ad assassino...

un documento dell'ORA ( organizzazione rivoluzionaria anarchica) su i fascisti baresi e le coperture, l'assassinio di Benedetto

 

28NOVEMBRE 2005 lettera aperta alla città ...di Nicola Latorre