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      NOVEMBRE 2005:LETTERA APERTA AL GOVERNO COMUNALE ED I PARTITI CHE LO SOSTENGONO
 
 Ventisette anni..si fa presto a dirlo.
 Molti pensano che gli anni possono esser sepolti nell'oblio,a volte
 rinchiusi nell'armadio del dimenticatoio storico...Però per altri,tanti
 credo, nonostante il peso degli anni che schiaccia memoria&ragioni, ci 
      sono
 Storie(quelle umane,politiche,sociali) che sono ancor lì:presenti come un
 grumo denso nella/della propria vita.A volte queste Storie hanno segnato
 insieme alle persone anche le città:acora adesso,ripeto ventisette anni
 dopo,Storie come quella di Benedetto Petrone un 28 novembre  continua a
 esser un ombra lunga che si affaccia su Bari..ne segnò,in quel momento,un
 passaggio paradigmatico  nella politica,nella rottura di un processo
 popolare che significativamente,ed in particolare a Barivecchia,vedeva
 l'avanzare di una domanda di
 trasformazione,sociale,produttiva,culturale...una riappropiazione della
 politica da parte di quei tanti attori che, da protagonisti, già 
      disegnavano
 una alternativa:di vita,relazioni,mappe urbane. Non era l'assalto al
 cielo,però si lunghe scale(spesso fragili ed autocostruite come quelle di
 Ceuta e Melilla..)che scalavano&violavano i muri alti dell'allora rigidità
 padronale,in fabbrica come nei quartieri,della divisione e selezione di
 classe nei saperi,di un feroce patriarcato-violento&inquisitorio- che 
      ancora
 relegava corpi,sessualità,autonomia delle donne,nella clandestinità
 familistica,sociale,repressiva.. così come superava i muraglioni delle 
      fogne
 chiamate  galere,dov'era(ed è) imprigionato il  presente e futuro di tanti
 proletari/e..
 L'abbiamo detto tutti ,nelle nostre multiple differenze,come una sola voce
 in tutti questi lunghi anni: a uccidere Benedetto quella sera del 28
 novembre del 1977 non furono solo i  bastardi fascisti or
 ganizzati dal/nel MSI:chi armò i coltelli che assasinarono  Benny e 
      ferirono
 Franco Intranò furono quei poteri forti,le mafie di potere
 politico-economico,che avevano messo le mani sulla città e che nei
 movimenti di allora  vedevano un pericolo reale, una messa in crisi di 
      quei
 progetti di "modernizzazione" che,in marce diverse,effetivamente negli 
      anni
 a seguire conseguirono realizzare a Bari ed in gran parte della regione.
 Ventisette anni..con l'immagine sorridente di Benedetto sono cresciute a
 Bari più generazioni politiche di comunisti/e,di compagni e compagne,molti
 ancora non nati nelle vicende di dolore&rabbia di quei giorni. Un senso
 collettivo di appartenenza,il riflettersi senza nessuna mitica guerriera 
      e/o
 sacrificale in un compagno come tanti allora ed oggi eravamo e sono...
 In tutti questi anni una rivendicazione ha accomunato queste generazioni 
      ed
 i propri corollari oraganizzati o meno;quella di un risarcimento,simbolico
 però dovuto, non solo  a Benny,quanto alla città,alla sua memoria,alla sua
 gente,a quel desiderio di cambiare che si volle interrompere con le lame e
 che come un fiume carsico è ritornato ad emergere in tutti questi anni,in
 mille conflitti che sono,in parte,ciò che ha anche determinato 
      l'affermarsi
 di un voto a sinistra con il quale si è ridata,insieme ai governi dei
 territori,una speranza all'alternativa.
 Per questo credo che sia necessario e doveroso  che chi oggi governa la
 città di Bari e ne compone la sua compagine di maggioranza,annunci il
 prossimo 28 novembre la decisione di intitolare una strada o piazza barese 
      a
 Benedetto Petrone.Lo chiedo con queste poche righe(per tanti anni l'ho
 /abbiamo fatto,ponendo una targa in Piazza Prefettura...)che,nonostante la
 distanza,spero però arrivino forti&chiare.
 Lo chiedo al Sindaco Emiliano,lo chiedo ai Democratici di Sinistra(in 
      parte
 palingenesi di quel Pci in cui,grazie alla struttura giovanile
 dell'epoca,Benny militava),lo chiedo ancor con più forza a Rifondazione
 Comunista,al suo assesore Pasquale Martino.Tu Pasquale sei stato tra i 
      pochi
 che cercarono di ridar dignità alla memoria di Benedetto e della città
 d'allora:scrivesti tu (con l'aiuto prezioso di altri compagni certo) quel
 libro "le due città",che tentò di rompere la cortina di omertà politica, 
      di
 deviazioni poliziesche e giudiziare,della teoria dello "scontro tra
 estremisti",del "pazzo" Pino Piccolo di cui gran parte della
 stampa(incominciando dalla Gazzetta)si fece portavoce per negare il ruolo
 dell'Intero MSI(quello di Di Crollalanza a cui si è intitolato il
 Lungomare!),della DC e dei potentati economici&levantini baresi.Tu,
 Pasquale,oggi al governo di quella città ancor ferita,hai di sicuro viva 
      la
 memoria di quel 28 novembre di ventisette anni fa.
 A te,come agli altri attori politici&istituzionali del centro-sinistra
 barese,chiedo una assunzione di responsabilità affinchè con questo 
      semplice
 atto,qual è la inclusione nella toponomastica cittadina,sia restituita 
      alla
 città di Bari parte della sua dignità,confinata ad oggi nella memoria
 ferita,il cui nome è BENEDETTO PETRONE.
 
 Nicola Latorre
 
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