ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE

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NICOLA LATORRE

28 NOVEMBRE 2005 Lettera aperta alla città

28 NOVEMBRE 2005:LETTERA APERTA AL GOVERNO COMUNALE ED I PARTITI CHE LO
SOSTENGONO

Ventisette anni..si fa presto a dirlo.
Molti pensano che gli anni possono esser sepolti nell'oblio,a volte
rinchiusi nell'armadio del dimenticatoio storico...Però per altri,tanti
credo, nonostante il peso degli anni che schiaccia memoria&ragioni, ci sono
Storie(quelle umane,politiche,sociali) che sono ancor lì:presenti come un
grumo denso nella/della propria vita.A volte queste Storie hanno segnato
insieme alle persone anche le città:acora adesso,ripeto ventisette anni
dopo,Storie come quella di Benedetto Petrone un 28 novembre  continua a
esser un ombra lunga che si affaccia su Bari..ne segnò,in quel momento,un
passaggio paradigmatico  nella politica,nella rottura di un processo
popolare che significativamente,ed in particolare a Barivecchia,vedeva 
l'avanzare di una domanda di
trasformazione,sociale,produttiva,culturale...una riappropiazione della
politica da parte di quei tanti attori che, da protagonisti, già disegnavano
una alternativa:di vita,relazioni,mappe urbane. Non era l'assalto al
cielo,però si lunghe scale(spesso fragili ed autocostruite come quelle di
Ceuta e Melilla..)che scalavano&violavano i muri alti dell'allora rigidità
padronale,in fabbrica come nei quartieri,della divisione e selezione di
classe nei saperi,di un feroce patriarcato-violento&inquisitorio- che ancora
relegava corpi,sessualità,autonomia delle donne,nella clandestinità
familistica,sociale,repressiva.. così come superava i muraglioni delle fogne
chiamate  galere,dov'era(ed è) imprigionato il  presente e futuro di tanti
proletari/e..
L'abbiamo detto tutti ,nelle nostre multiple differenze,come una sola voce
in tutti questi lunghi anni: a uccidere Benedetto quella sera del 28
novembre del 1977 non furono solo i  bastardi fascisti or
ganizzati dal/nel MSI:chi armò i coltelli che assasinarono  Benny e ferirono
Franco Intranò furono quei poteri forti,le mafie di potere
politico-economico,che avevano messo le mani sulla città e che nei 
movimenti di allora  vedevano un pericolo reale, una messa in crisi di quei
progetti di "modernizzazione" che,in marce diverse,effetivamente negli anni
a seguire conseguirono realizzare a Bari ed in gran parte della regione.
Ventisette anni..con l'immagine sorridente di Benedetto sono cresciute a
Bari più generazioni politiche di comunisti/e,di compagni e compagne,molti
ancora non nati nelle vicende di dolore&rabbia di quei giorni. Un senso
collettivo di appartenenza,il riflettersi senza nessuna mitica guerriera e/o
sacrificale in un compagno come tanti allora ed oggi eravamo e sono...
In tutti questi anni una rivendicazione ha accomunato queste generazioni ed
i propri corollari oraganizzati o meno;quella di un risarcimento,simbolico
però dovuto, non solo  a Benny,quanto alla città,alla sua memoria,alla sua
gente,a quel desiderio di cambiare che si volle interrompere con le lame e
che come un fiume carsico è ritornato ad emergere in tutti questi anni,in
mille conflitti che sono,in parte,ciò che ha anche determinato l'affermarsi
di un voto a sinistra con il quale si è ridata,insieme ai governi dei
territori,una speranza all'alternativa.
Per questo credo che sia necessario e doveroso  che chi oggi governa la
città di Bari e ne compone la sua compagine di maggioranza,annunci il
prossimo 28 novembre la decisione di intitolare una strada o piazza barese a
Benedetto Petrone.Lo chiedo con queste poche righe(per tanti anni l'ho
/abbiamo fatto,ponendo una targa in Piazza Prefettura...)che,nonostante la
distanza,spero però arrivino forti&chiare.
Lo chiedo al Sindaco Emiliano,lo chiedo ai Democratici di Sinistra(in parte
palingenesi di quel Pci in cui,grazie alla struttura giovanile
dell'epoca,Benny militava),lo chiedo ancor con più forza a Rifondazione
Comunista,al suo assesore Pasquale Martino.Tu Pasquale sei stato tra i pochi
che cercarono di ridar dignità alla memoria di Benedetto e della città
d'allora:scrivesti tu (con l'aiuto prezioso di altri compagni certo) quel
libro "le due città",che tentò di rompere la cortina di omertà politica, di
deviazioni poliziesche e giudiziare,della teoria dello "scontro tra
estremisti",del "pazzo" Pino Piccolo di cui gran parte della
stampa(incominciando dalla Gazzetta)si fece portavoce per negare il ruolo
dell'Intero MSI(quello di Di Crollalanza a cui si è intitolato il
Lungomare!),della DC e dei potentati economici&levantini baresi.Tu,
Pasquale,oggi al governo di quella città ancor ferita,hai di sicuro viva la
memoria di quel 28 novembre di ventisette anni fa.
A te,come agli altri attori politici&istituzionali del centro-sinistra
barese,chiedo una assunzione di responsabilità affinchè con questo semplice
atto,qual è la inclusione nella toponomastica cittadina,sia restituita alla
città di Bari parte della sua dignità,confinata ad oggi nella memoria
ferita,il cui nome è BENEDETTO PETRONE.

Nicola Latorre