RESISTENZA

I MOVIMENTI DI LOTTA NEGLI ANNI 60 E 70 NEL MONDO

RACCONTATI DA NOI

ONORE A

Gino DONE'

PARTIGIANO INTERNAZIONALISTA

riceviamo da Soccorso Popolare e ci associamo al ricordo del compagno Gino Done'

Saremo in alcuni compagni di Padova e Venezia al funerale del partigiano e dell'internazionalista Gino Doné al cimitero di Spinea giovedì prossimo 27 marzo2008 alle ore 14.

 

Gino Doné era nato nel 1925 da un padre contadino dipendente a San Biagio di Callalta nel Trevigiano. La famiglia si trasferì poi nel Sandonatese. Militare in Jugoslavia nella seconda guerra mondiale, sfuggito alla cattura dei tedeschi da Pola riesce a raggiungere Grado e inizia subito la resistenza distinguendosi nell'aiuto ai fuggiaschi dei campi di concentramento ( la più grande fuga di prigionieri di guerra mai verificatasi). Dopo la fine della resistenza nel clima di repressione antipartigiana e di discriminazione sui posti di lavoro, come altre migliaia di partigiani è costretto ad emigrare prima nelle miniere del Belgio e fabbriche della Germania e poi in America Centrale. Come clandestino arriva su un cargo all'Avana verso il 1950 e lavora nell'edilizia. Si lega ad ambienti della resistenza a Batista. Sostituendo un cognato infortunatosi si reca al Messico per portare aiuti  a Fidel che sta organizzando la spedizione del Grahnma. Convinto da Fidel si aggrega alla spedizione è sarà l'unico europeo degli 82 barbudos del Grahma. Diventerà amico del Che che salva in una occasione. Diventa anche il portabandiera della colonna. In missione in città individuato e con una pesante taglia addosso riesce a riparare da parenti della moglie negli USA dove resterà a lungo per ritornare infine in Italia. Sempre fedele ai suoi ideali, sempre modesto, sempre pronto a partecipare alle iniziative in difesa della resistenza e della rivoluzione cubana. Gino, che si definiva un "selvaggio maledetto", è stato ed è un grande personaggio di quel proletariato, di quegli strati contadini,  migranti, proletari che nelle nostre terre e nel mondo si sono battuti concretamente , duramente per un mondo diverso contro i padroni delle terre, delle fabbriche delle banche.  Saremo a salutarlo giovedì non vedendo in lui una figura patriottica da imbalsamare magari a uso e consumo di istituzioni classiste, ma un compagno di ieri, di oggi e soprattutto di domani. La sua radicalità, il suo internazionalismo sono pratiche più che mai necessarie. Onore al compagno Gino Doné.

compagni di Padova e Venezia 26 MARZO 2008

Saremo in alcuni compagni di Padova e Venezia al funerale del partigiano e dell'internazionalista Gino Doné al cimitero di Spinea giovedì prossimo 27 marzo 2008 alle ore 14.

27 marzo il funerale  di gino con le bandiere rosse

Centinaia di compagni di tre generazioni si sono assiepati a Spinea  a dare l'ultimo saluto a Gino Doné, il partigiano veneto che, costretto ad emigrare dalla canea antipartigiana, si era unito ai rivoluzionari cubani ed era sbarcato a Cuba dal Gramna all'inizio della rivoluzione con Fidel e col Che restando poi sempre un militante di quella rivoluzione. Vecchi partigiani delle brigate della zona Piave, del Veneziano, del Trevigiano, compagni del 68 e della nuova resistenza e compagni molto più giovani erano presenti, attenti e partecipi. Accanto alle bandiere, ai gonfaloni dell'Anpi e a bandiere storiche del movimento operaio e comunista, bandiere col Che, due grandi corone di rose rosse portate da una importante delegazione cubana con la scritta a Gino - Fidel Castro e l'altra a Gino - Raul Castro.

 

Grandissimo l'interesse e la partecipazione popolare, un’area, uno zoccolo duro di una resistenza che non muore in questi territori devastati più che mai da un sistema di morte ingordo solo di profitto e che comincia a usare sempre più pesantemente il bastone della repressione. Di stamattina le notizie delle perquisizioni ai danni di diversi componenti del "No Dal Molin". Sempre oggi a Milano si è aperto il processo contro le "nuove br" che ha affastellato con incriminazioni pesantissime decine di persone ruotanti attorno al "Gramigna", un processo soprattutto alle intenzioni. Nella sostanza reale dunque si vuole togliere di mezzo qualunque seria resistenza alle basi americane da cui sono partite aggressioni che hanno fatto e stanno facendo decine di migliaia di vittime, si vuole togliere di mezzo qualsiasi resistenza a questo sistema mortifero che ammazza nelle fabbriche e nel territorio.

 

Nella folla grandissima che oggi partecipava ai funerali di Gino c’è già ben chiara la necessità della resistenza e la sua dimensione larga, molto larga. Il grande grido finale di "hasta la victoria" che è risuonato forte alla fine non ha il valore di un malinconico addio, è stato un grido di lotta, una promessa.