Archivio storicol'archivio dei movimenti pugliesi"Benedetto Petrone"

Openarea
pugliantagonista

ritorna a HOME PAGE

Osservatorio sui Balcani di Brindisi
categorie/
ANNUARIO

 Resistenza/60

Brindisi:il partigiano comunista Vincenzo Gigante

link 

1944 

Resistenza 

2022



Il caso Vincenzo Gigante e il fango

 gettato sui partigiani yugoslavi.

Il mio 25 aprile in difesa della verità

 storica.

di Antonio Camuso

La smentita da un pool di ricercatori

 universitari italiani e sloveni

Son passati meno di 10 anni da quando  a Brindisi, assistemmo, ad una conferenza, in cui si presentava una pubblicazione sul partigiano brindisino Vincenzo Gigante.

In quell’occasione uno dei conferenzieri, conosciuto come uno dei maggiori cultori della figura di Vincenzo Gigante , dichiarò che ormai vi erano delle più che plausibili certezze, grazie a documenti  da lui  o per lui visionati,  che il partigiano brindisino  Vincenzo Gigante fosse stato arrestato nel tardo autunno 1944, a causa di una delazione organizzata dalla Resistenza slovena, intenzionata a far fuori un comunista difensore dei patri confini e quindi oppositore ad una riscrizione delle frontiere dello Stato italiano a favore della Yugoslavia.

Il conferenziere dandoci questa notizia,che lasciò nel sottoscritto molte perplessità, di fatto aderiva  anche lui,  a quella riscrittura della Storia iniziata con la saga della giornata del Ricordo e delle Foibe, preferendo lo stile dello scoop giornalistico piuttosto che il rigore del ricercatore storico.

Insomma  dando un’immagine da Guerra Fredda dei rapporti tra italiani e yugoslavi, riteneva quest’ultimi capaci di aver orchestrato in vero e proprio tradimento nei confronti dei compagni di fede comunista del PCI di Trieste, per avere mano libera  al successivo ingresso dei partigiani di Tito al momento della ritirata nazifascista. L’eliminazione dalla città di Trieste di un capo autorevole come Vincenzo Gigante “Ugo” in questa ottica sarebbe stata l’asso vincente per raggiungere la supremazia politica negli ambienti antifascisti triestini togliendo di mezzo uno scomodo difensore della italianità di quei luoghi.

Tutto ciò a fronte di una rilettura della complessa vicenda del confine orientale,che  accettava la tesi degli " slavi titini capaci dei peggiori crimini ed  efferatezze come le foibe dove  gli elementi comunisti  di lingua italiana, non eliminati dai nazisti furono in seguito fatti fuori dai titini”.  

Ricordando quanto quelle parole colpirono molti degli antifascisti  presenti  a quella conferenza,  oggi, durante le cerimonie del 25 aprile 2022 ho condotto un piccolo sondaggio tra  i compagni ed amici antifascisti : “_ ciao Mario, ciao Mimmo, ti ricordi …?

“- Certo, ricordo che si disse del tradimento degli yugoslavi, perché mi fai quella domanda?”

“- Perché  era tutto falso, ho scoperto proprio questa notte una recentissima ricerca pubblicata per gli istituti della Resistenza del confine orientale condotta da un  pool di giovanissimi ricercatori bilingue sui documenti dell’epoca che da alcuni anni sono stati fatti  ri-circolare per infangare i partigiani yugoslavi.-“

 

Il ruolo del  PCI giuliano, fedele all’URSS.

Come furono costruite le prove contro Tito e i

 partigiani yugoslavi, per confermare la tesi che erano

dei traditori delle vera fede comunista, anche durante

la lotta al nazismo.

 

Grazie a questa ricerca di poco più di due anni fa  (2019)si scopre che  alcuni elementi del PCI giuliano utilizzando dei documenti appartenenti a collaborazionisti delle polizie nazifasciste, che operarono a Trieste durante l’occupazione, fu costruito un vero e proprio falso storico con tecniche da esperti di fake-news.

Si costruiva il ritrovamento attribuendolo a dei bambini ( anime innocenti e quindi totalmente ignari di quello che stavano scoprendo) di una serie di documenti segreti scritti in lingua slovena  e che tradotti svelavano come   la catena di arresti dei membri del PCI clandestino di Trieste e la distruzione della rete di supporto alla resistenza comunista italiana fosse opera di un piano orchestrato dalla Resistenza slovena.

 Documenti tradotti ad arte che poi son serviti agli

pseudo- storici di accettare in pieno questa tesi

seguendo il filone ideologico del complottismo.

Solo nel 2019 grazie a ben quattro ricercatori universitari,tra cui un traduttore di fama internazionale, si è scoperto quanto  fosse stata accurata la falsificazione di quelle carte e come, ad arte, si fosse fatta un ampia opera di taglia, copia e incolla  e modifica delle traduzioni per costruire un  falso storico nei lontani anni ’50. 

Lo stesso falso documento  fatto risuscitare nell’ambito dell’operazione di revisionismo storico che ha portato alla giornata del ricordo e delle vicende del confine orientale e a cui prendendolo per buono il nostro conferenziere brindisino dava valore di autenticità.

Come già annunciato agli amici antifascisti incontrati oggi in piazza, sono a disposizione per un approfondimento sul tema e pronto a contattare i ricercatori che hanno finalmente ridato luce e verità sul sacrificio di Vincenzo Gigante alla lotta di Resistenza di tutti i popoli europei  al nazifascismo.

 Pagina a cura di

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi 25 aprile 2022

archiviobpetrone at libero.it