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Osservatorio sui Balcani di Brindisi
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 Resistenza/66

 Il partigiano Mariano Calabretti, - San Vito dei Normanni(BR) - fucilato ad Imperia .

 

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Resistenza 

1945



 Il 1 febbraio 1945, il partigiano Mariano Calabretti, nato a San Vito dei Normanni(BR)  , è fucilato dai fascisti ad Imperia .

una ricerca integrativa  di  Antonio Camuso (a quanto già pubblicato da altri autori).

Una cartolina commemorativa rinvenuta durante la fase della catalogazione del fondo Valigia delle Indie –Galiano Lombardi, custodito dall’Archivio Storico Benedetto Petrone, curato dal sottoscritto, mi ha dato spunto a questo tentativo di integrare, contestualizzando , quanto da altri pubblicato sulle circostanze che portarono alla morte del partigiano “Beten”, nativo di San Vito dei Normanni (Brindisi).   

Trattasi di una cartolina stampata a cura del comune di San Vito dei Normanni, in occasione del 40esimo dalla Liberazione , il 25 Aprile 1985 , il cui testo riporto fedelmente:

San Vito dei Normanni, ricorda “Beten”, Mariano Calabretti, nato a San Vito dei Normanni, il 14 febbraio 1918, combattè per la LIBERTA’ col nome di Beten nelel formazioni partigiane, della I Zona Liguria, II Divisione “Felice Cascione” ,  V Brigata, 1 battaglione, dal 5 novembre 1944: i fascisti lo fucilarono alla schiena il 1 febbraio 1945 a Imperia . 25 Aprile 1985.  , 40esimo della Liberazione

La vicenda di Mario (Mariano ) Calabretti  , il partigiano “Beten” è emblematica del traumatico coinvolgimento di un’intera generazione di giovani italiani , cresciuti durante il ventennio fascista  e che si ritrovarono l’8 settembre’43 a dover decidere spontaneamente o coattivamente se aderire alla Repubblica di Salò o darsi alla macchia o, ancor più, entrare nelle formazioni partigiane.

In un’Italia divisa in due dal fronte che separava tedeschi e Alleati, per i soldati meridionali trovatisi bloccati al Nord, dopo l’8 settembre , senza amici o parenti che li accogliessero, decidere cosa fare non fu cosa facile. In tanti , grazie alla solidarietà popolare, riuscirono a trovare un rifugio, abbandonando le divise, vestendo abiti civili e,  in quel primo inverno, sostituendo nei campi e in montagna i figli di chi li ospitava , nei lavori  stagionali.

 Dalla primavera successiva, nel 1944,  con l’estendersi della lotta partigiana molti di quei giovani soldati entrarono nella Resistenza.  Fu così anche in Liguria e nella provincia di Imperia, la cosiddetta”  Prima Zona”.  Altri giovani soldati meridionali, nell’impossibilità di poter oltrepasare il fronte e  dinanzi alla minaccia delal deportazione in Germania, accettarono di vestire la divisa della Guardia Nazionale Repubblicana. Non conosciamo se tale iniziale scelta sia stata determinata da una volontaria adesione alla Repubblica Sociale di Salò,  o per semplice opportunismo.da parte del soldato Mariano Calabretti , nativo di San Vito dei Normanni (Brindisi) , milite presso un Battaglione presidiario,  quando accettò di entrar a far parte della Guardia Nazionale Repubblicana ad Imperia. Una cosa certa  è la successiva decisione di disertare per far parte di  una delle più agguerrite formazioni partigiane, la Va Brigata Nuvoloni della IIa  Divisione  garibaldina “Felice Cascione”.

La data  di questa scelta, a fronte delle discordanti fonti che a lui si riferiscono,  ha comunque un valore rilevante, per contestualizzarla al corrispondente periodo della lotta partigiana in Imperia. Che quella scelta sia avvenuta il 2 agosto 1944 ,come cita Pati Luceri, o all’opposto , più tardivamente,  il 5 novembre 1944 come attesterebbe la cartolina in questione, pubblicata nell’aprile 1985 a San Vito dei Normanni , in ogni caso fu una decisione coraggiosa perché presa in momenti particolarmente difficili per la Resistenza imperiese.

Nella prima ipotesi, 2 agosto 1944 , Mariano Calabretti  entra nelle file partigiane  in Imperia, quando esse sono sottoposte ad  un succedersi di  rastrellamenti da parte dei nazifascisti nelle zone interne di quel territorio, con alterni risultati. In quell’ìnizio di mese,  ci fu il  rastrellamento  contro la 1a brigata della Felice Cascione,  in Alta val di Tanaro sino alla Valle Arroscia che vide le formazioni partigiane guidate dal mitico comandante Silvio Bonfante “Cion, riuscire a sganciarsi  attestandosi nelle zone di Piaggia e Bosco di Rezzo.

Purtroppo, contemporaneamente,  un distaccamento della V Brigata sul Grammondo , alle spalle di Ventimiglia,  fu accerchiato e vide 12 garibaldini uccisi e  altri 15 catturati , poi fucilati il 12 agosto 44 a Sospel.

Avere la conferma  che in questa fase il nostro Mariano Calabretti abbandonò la divisa fascista per entrare  a far parte di quella Va Brigata  così fortemente falcidiata,  renderebbe merito e cancellerebbe ogni critica sulla sua precedente scelta.

 Se così fosse,  potremmo affermare che  per sette mesi il partigiano  “Beten”, fece parte di una tra le più agguerrite brigate Garibaldine .

Sarebbe un orgoglio per tutti noi, avere la conferma di quella data  del suo arruolamento nella V Brigata della 2a divisione” F.Cascione “,  poiché quest’ultima fu determinante alla cacciata dei fascisti dal comune di Pigna, e la successiva nascita delle repubbliche partigiane di Pigna e Triora, in quella meravigliosa estate del 1944, ricordata come “ l’estate delle Repubbliche partigiane”.

Una breve stagione di Libertà,  poiché la risposta nazifascista fu  implacabile e nell’ottobre del 1944, migliaia di tedeschi e fascisti invasero quei territori liberi  e l’ntera divisione “Cascione” dovette ritirarsi, combattendo e trasportando i feriti in mezzo la neve, sino a rifugiarsi in Piemonte. 

 Non sappiamo se Mariano Calabretti prese parte a quella marcia eroica o se invece , come cita  quella cartolina commemorativa,  egli entrò a far parte della “Felice Cascione” solo il 5 novembre 1944.

Se così fosse,  egli entrò nella Resistenza imperiese nel momento più difficile per essa, con gli uomini dispersi, tante armi perse o abbandonate e con la netta diminuzione dei lanci di rifornimenti da parte degli Alleati, a fronte del famoso comunicato Alexander di “andare  a svernare presso le proprie case”. A causa di ciò , i capi partigiani, inviarono tanti combattenti in “licenza invernale “ nei loro paesi o rifugiandoli in casolari e frazioni isolate , con il rischio  però di cadere in accerchiamenti o imboscate.

Sia che sia confermata la data di arruolamento nella Resistenza il 2 agosto,  che il 5 novembre 1944, tutte le fonti  sono concordi sulla data e le circostanze della sua cattura.

Essa avviene il 6 gennaio 1945, quando i nazisti e i fascisti  sapendo che in primavera le forze alleate avrebbero sfondato il fronte, decisero di rendere il più sicure possibili le vie di ritirata, verso il Brennero e verso la vicina Svizzera.

 In provincia di Imperia, in quei mesi invernali del 1945, numerosi furono rastrellamenti, prese di ostaggi civili, fucilazioni e rappresaglie , da parte dei nazifascisti , consci delle difficoltà partigiane.  In uno di questi rastrellamenti, fu catturato  il partigiano “Beten”  nella frazione di Ciabaudo , un piccolo gruppo di case su un crinale montuoso , in territorio di Badalucco, dove operava da sempre il 1 battaglione della V Brigata Nuvoloni.

 Dopo la cattura egli fu riconosciuto come un ex repubblichino passato ai partigiani, condotto al comando della Guardia Nazionale Repubblicana ad Imperia e condannato  dal Tribunale Speciale Militare, quale disertore passato ai partigiani , ad essere fucilato alal schiena, quale  morte infamante per un militare.

Brindisi , 1 febbraio 2024,   a 79 anni , onoriamo il suo sacrificio.

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

 archiviobpetrone at libero.it

è concessa la riproduzione a fini non di lucro di tale articolo , CON L'OBBLIGO DI RIPORTARE LA FONTE E L'AUTORE

Le altre fonti bibl.

1)       Pati Luceri antifascisti:” Deportati e PARTIGIANI di Brindisi e provincia” 2016, Giorgiani. Le

Calabretti Mario, di Angelo . Partigiano fucilato . Nato a San Vito dei Normanni  il 14 febbraio 1918 Già appartenente alla Repubblica Sociale Italiana diserta il 2 agosto 1944 e passando , già dal giorno successivo  nelle file partigiane della Div, Cascione  Brigata Nuvoloni. Prelevato  dalla GNR e deceduto per condanna capitale inflittagli  dal Tribunale militare della exRSI , il 1 febbraio 1945. (cfr AS le DN TA FF , MM, cl 1918, vol 520 nm 3882

2)    Il Fante Mario (o Mariano) Calabretti il giorno della dichiarazione dell’Armistizio con gli Anglo-Americani si trovava in servizio nel Nord Italia.
Per nulla intenzionato ad aderire alla Repubblica di Salò e combattere ancora al fianco dei tedeschi, si dette alla macchia e divenne partigiano, poiché anche per lui era molto difficile raggiungere le zone libere dell’Italia già sotto controllo alleato.
Messosi in contatto con quanti già operavano clandestinamente sulle montagne, si arruolò nelle formazioni costituite nel Comando 2a Div. d’Assalto “Garibaldi” della la Zona della Liguria “F. Cascione”.
Assunto il nominativo in codice di “Beten” combatte con il grado partigiano di “Garibaldino” tra le fila del 1° Battaglione della 5a Brigata.
Il 6 gennaio 1945 venne catturato da forze repubblichine durante un rastrellamento nella zona di Ciabaudo del Comune di Badalucco (Imperia) e portato a Villa Ober in San Remo (Imperia) dove fu tenuto prigioniero.
Immediatamente sottoposto a processo dal Tribunale Straordinario di Guerra della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) con l’imputazione di "diserzione con passaggio a bande di ribelli e di favoreggiamento agli stessi", fu condannato a morte mediante fucilazione alla schiena.
La sentenza fu immediatamente eseguita nella città di Imperia.
Nella stessa seduta il Tribunale condannava un altro militare, tale Vice Brigadiere Zara Zeffiro, accusato di tradimento perché, pur prestando servizio nella G.N.R., aiutava i partigiani dando loro munizioni e viveri.
Anche quest’ultimo fu condannato a morte e la sentenza fu eseguita a Oneglia il 27 gennaio.
E, perché tale condanna avesse la funzione di deterrente nei confronti di altri militari alla macchia, la notizia della fucilazione di entrambi fu riportata persino su un giornale locale, “Il Quotidiano - L’Eco della Riviera”.
La triste vicenda del Calabretti fu ufficialmente confermata dal Ministero della Difesa il quale dichiarò che: "[..] il Fante Calabretti Mariano è deceduto il 6 febbraio 1945 a Imperia fucilato in base ad una sentenza emessa dal Tribunale Straordinario di Guerra [..]".

(da Nuccio Carriero, San Vito in guerra. La partecipazione ed i contributo dei Sanvitesi al secondo conflitto mondiale, Ed. Arcobaleno San Vito dei Normanni, 2012)
Redazione, 
Calabretti Mariano partigiano fucilatoANPI Brindisi  

3)     A fine gennaio si riunisce a San Remo, in Villa Clara, il Tribunale Straordinario di Guerra della Guardia Nazionale Repubblicana per giudicare Mario Calabretti e Zeffiro Zara, già ex militi, colpevoli di favoreggiamento di bande partigiane. Sono condannati a morte e fucilati alla scghena. Lo Zara cade il 27 gennaio 1945, il Calabretti a Imperia il 1 febbraio 1945
[...] Cosa di cui abbiamo già fatto cenno, il Tribunale Straordinario di Guerra della Guardia Nazionale Repubblicana si è radunato ad Imperia per giudicare il milite Mario Calabretti, imputato di diserzione con "passaggio a bande armate" di ribelli e di favoreggiamento di essi. E' condannato a morte mediante fucilazione alla schiena. La sentenza ha avuto esecuzione il primo febbraio 1945.
Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, 2005Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005

4)    6 gennaio 1945 - Dal comando della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni", prot. n° 253, al comando della II^ Divisione "Felice Cascione" - Comunicava un rastrellamento avvenuto nella zona di Badalucco da parte di 3 colonne nemiche, provenienti da Molini di Triora (IM), Diano Marina (IM) ed Imperia. "Una colonna che lasciava Badalucco è stata attaccata da questa V^ Brigata, che ha recuperato un mortaio da 81 mm. La forza attaccante era composta in massima parte da fascisti e repubblichini, quasi tutti liguri: pochi i tedeschi".
6 gennaio 1945 - Dal comando del II° Battaglione "Marco Dino Rossi" [comandato da Basilio Mosconi, (Moscone)] al comando della V^ Brigata - Comunicava che i Distaccamenti "Mia" e "Serpe" avevano effettuato uno scontro a fuoco contro i nemici vicino a Glori - località di Molini di Triora (IM), in Valle Argentina - e recuperato un mortaio da 81 mm abbandonato dal nemico in fuga.
Rocco FavaOp. cit. Tomo II 

5)    sito prima zona operativa:

 

https://primazonaoperativaliguria.blogspot.com/2019/12/parole-dordine-per-i-partigiani-atene-e.html

 

 Pagina a cura di

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi 1 Febbraio 2024

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