ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE

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RICORDI

 SALVATORE GIGANTE  " MUSTAKI"

TARANTO , LOTTA CONTINUA ED I SUOI BAFFI

 

SEZIONE 5:Taranto
1)Moustaki


 

      
NOTA DELLA REDAZIONE

APRIAMO LA PAGINA RICORDI DI TARANTO CON UN OMAGGIO A MUSTAKI E CON LE PAROLE A LUI DEDICATE DA  NICOLA LATORRE E ANTONIO SCALZI

neela pagina successiva un inedito di Marcello Pantani exdirigente nazionale di LC dedicato a Moustaki

CIAO MOUSTAKÍ....

Salvatore Gigante,"Moustakí",é morto.Leggere la breve comunicazione inviata
ti lascia intontito,incapace di credere a quelle righe che parlano di morte,
di un mondo fatto ad umanitá che ti é appartenuto,cosí come a tutta una
generazione.Con la rabbia negli occhi a pensare che cazzo di ingiustizia é
questa, a pensare-ancora-a un milione di frammenti della memoria dove
scorrono le istantanee di Moustakí,della sua ineludita tenerezza o della
erculea forza...di Taranto, della nostra Puglia,di quel miracolo di
intelligenza e passione che chiamammo Lotta Continua-poi negli anni di
abbandoni ed eserciti sconfitti si inspessí con l'eretico"per il Comunismo-
che ci faceva,che ci fa ancora, declinare al plurare:un "noi"collettivo dove
il riconoscimento é nella lotta. Sembra una maledizione:dopo Dino,ora
Salvatore...
Non voglio qui,non ora, narrare superficialmente quello che Moustakí é
stato,ha fatto etc.Peró va fatto, é importantissimo farlo,ed invito i
compagni di Taranto e pugliesi in particolareche l'hanno conosciuto a far sí
che il suo ricordo sia uno strumento per recuperare pezzi di una memoria che
molti in questi anni hanno contribuito selvaggiamente a cancellare,una
memoria che peró ritrovo ogni volta che torno in quella mia terra, nel agire
politica, nel fare societá,nella rabbia organizzata che continua(con tutti i
distinguo di storia e generazioni)a far sí che molti  i/le compagn@
tarantini conservino(nel bene e nel male)nel proprio dna i caratteri di un
modo di vivere e praticare la militanza rivoluzionaria,di navigare nelle
contraddizioni di una cittá complessa come continua ad essere quella jonica,
che era propria di Moustakí e di LC nel Sud...
Adesso,per quel che mi riguarda,semplicemente valga come ultima carezza
l'abbraccio che ci demmo pochi anni fa nella Bologna dell'OCSE,entrambi giá
nomadi dalla nostra terra,mischiando dialetti,sfottó&birra...
Ciao Moustakí.Ti ho voluto molto bene.Continueró a farlo.La lotta
continua...
                               Nicola                            BARI 2/9/04  
 

Oggi non è tempo di interrogazioni, proclami e manifestazioni.

Oggi si onora un grande compagno.
Antonio Scalzi  3/9/04
 
 

Fonte: http://italy.indymedia.org/news/2004/09/612792.php

Mustaki non c'è più
by girolamo Wednesday September 01, 2004 at 10:41 AM mail:

E' morto un vecchio compagno di Lotta Continua, Salvatore Gigante, a tutti
noto come Mustaki.

Salvatore Gigante, noto a tutti come Mustaki per la somiglianza con un
vecchio cantante d'altri tempi, non c'è più. Un altro pezzo importante
della vecchia Taranto è scomparso. Era figlio di un pescatore comunista, un
prodotto puro della Città Vecchia. La militanza politica lo aveva strappato
a un destino già predeterminato dalla miseria e dall'ignoranza, e come lui
molti figli della Taranto più autentica. La sua straordinaria forza fisica,
e la sua innata generosità, avevamo costruito una leggenda attorno a
quest'uomo semplice e un po' ingenuo. Capace di sollevare a due mani una
moto Guzzi per scommessa (posta in gioco: una cassa di birra Raffo), era
stato membro del servizio d'ordine di Lotta Continua, istruito alle arti
orientali da un piccolo maestro vietnamita. A Reggio Calabria, nel 1970,
durante la grande manifestazione per il Sud, incapace di reggere alle
provocazioni dei fascisti che dai vicoli tiravano qualsiasi cosa sul corteo
sfondò il cordone di protezione del sindacato, si tuffò da solo in un
vicolo e ne uscì come dal saloon di un western, pulendosi le mani dalla
sporcizia. Lo ricordo una sera in cui un ragazzo molto sciocco si era messo
a scherzare con un sacchetto di origano, e un giovane poliziotto aveva
improvvidamente frainteso il sacchetto e tirato fuori la pistola: gli amici
dello sciocco accorrevano, la situazione stava per degenerare , Mustaki la
risolse a modo suo, sollevando di peso il poliziotto e portandoselo in
questura. Sempre in prima linea, anche troppo. Un pomeriggio un noto
picchiatore fascista (in seguito asceso ai vertici della politica locale)
si presentò davanti alla sezione di LC armato di pistola: Salvatore si
scaraventò fuori con un piccone, inseguì a piedi il tomo che era fuggito in
macchina, e raggiuntolo gli piantò il piccone sul cofano. Anche per questo
cercarono di farlo fuori: un accoltellatore di mestiere, chiamato a Taranto
dai fascisti locali, durante una manifestazione contrapposta gli rifilò
alle spalle una coltellata a occhiello tra le costole: una costola più su,
e per Salvatore era la fine. La fine della grande politica lo lasciò
spiazzato, senza punti di riferimento, ma col solito carattere di sempre.
Una sera, in un locale appena aperto, fecero l'errore di servirgli delle
penne condite con un'improbabile salsina pana-pomodoro guarnita col
prezzemolo: entrò in cucina, scaraventò fuori il cuoco e si mise a cucinare
lui, per tutti. Era un gran cuoco, e cercò il mestiere. All'Isola perduta i
suoi piatti di pesce fecero la fortuna della locanda talsanese; ma i suoi
colleghi parlavano di gestione, di bisnìss, Salvatore non era tipo da
sottostare a regole, men che meno sul non bere durante il servizio: non si
divertiva più, andò via, l'Isola Perduta decadde e morì. Per tre anni non
lo si vide in giro, poi tornò: era stato a Lima, in Perù, dove aveva fatto
il cuciniero. Il ristorante? Isla perdita! Amava viaggiare, senza sapere le
lingue, ma col suo universale dialetto tarantino si faceva cpire ovunque,
dal Sud America alla Grecia. Portava sempre con se una boccetta di liquido
scuro, un olio prodotto dai vecchi pescatori di cui ormai pochi conoscono
la ricetta: un medicinale prodigioso, cicatrizzante e al tempo stesso
disintossicante. Lo usò per curare un bambino in Grecia, e un medico locale
se lo fece regalare. Dicono che avesse pianto solo due volte: quando si
sciolse Lotta Continua, e quando un militante del PCI gli diede del
fascista. Io lo ricordo in lacrime un'altra volta, per amore di una donna
che non lo meritava. Aveva un cuore grande come il suo corpo. Se un cielo
esiste, lo accoglieranno a braccia aperte, e gli daranno una griglia da
pesce e birra senza fine. Che la terra sia leggera sul figlio della Tarde
Vecchje.

 

Un altro contributo alla memoria di Salvatore, di quegli anni.
Vorrei ribadire solo quanto la militanza politica abbia emancipato Salvatore. Forse, è il più bel regalo che la vita abbia dato a Salvatore, a me e a tanti altri. E' una cosa che vedo in misura notevolmente minore, oggi, e mi auguro che possa ritornare.
Antonio Scalzi
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Tratto dalle lettere a Il Manifesto del 01/09/2004
"Chi non ricorda Salvatore Mustachi' di Lotta continua?
Non Gasparazzo che stava nelle vignette del quotidiano, ma quello vero: Salvatore Mustachi' di Taranto. Gigante solo di nome o all'apparenza, uomo vero sempre, gentile e generoso nei piu' piccoli fatti quotidiani; immancabile nelle grandi occasioni, quelle della lotta, quando c'era da fare davvero qualcosa contro l'ingiustizia. Chi non ricorda e' riuscito a scavare il vuoto dentro e nel suo deserto vive senza memoria. Chi l'ha conosciuto non puo' che esserne fiero e puo' dire di aver conosciuto il comunismo di persona. Ora Salvatore e' morto. Ora noi restiamo invalidi, come mutilati. Per imbrogliare la morte vorrei scolpire parole come fa Erri De Luca, che forse pensava a lui quando raccontava dei volantinaggi davanti all'Italsider ai tempi di «la lotta continua: tre pacchetti mille lire». Forse altri lo faranno, fra i mille e mille compagni che l'hanno conosciuto: Erri, Adriano, Gianni, Dolores, Giorgio. Sicuramente a noi, suoi compagni di strada e di lavoro o chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, a noi che abbiamo condiviso le grandi speranze del cambiamento, le piccole gioie e la rabbia, a noi resta solo lo sconcerto che non ha parole. Ora nessuno puo' fare l'elenco di quel noi. Noi eravamo piu' di due. E lo sapevamo che c'era qualcosa di unico e speciale nel nostro incontro. Quell'incontro ci ha salvati e piu' di una volta abbiamo fantasticato di raccontare la nostra storia, io l'avrei solo trascritta. Ora ci mancano le parole e quella storia non la racconteremo piu' o non sara' piu' la stessa. A te vorrei dire solo: a presto Salvatore.

Oggi (ieri, nota mia) i funerali alle ore17.00, presso la cattedrale San Cataldo di Taranto.

Mario Saporetti, Betti Zacchino, Rita Baldacconi, Lilli Roda', Nicola Amandonico, Angelo Galeone, Antonio Galasso, Francesco Lomagistro, Iaia Vantaggiato"
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Nota mia: i funerali hanno visto la presenza incredibile dei "compagni di piazza" e di ex di Lotta Continua e della ex cosidetta "sinistra extra-parlamentare" - dispersi nei mille rivoli degli affanni quotidiani ma riuniti dall'affetto e dalla stima per Mustachi' - e l'assenza, quasi totale, di personaggi della sinistra "ingessata" che pur avevano conosciuto Salvatore.
Un grazie a Rino ed agli altri compagni di Bologna e di Taranto che hanno aiutato Salvatore in questi ultimi mesi, non ultimo per averlo accompagnato nel suo ultimo viaggio da Bologna a Taranto.
Un grazie a Giovanni Guarino per la memoria storica che ha portato in piazza con manifesti, foto e canzoni che a Salvatore avrebbero fatto piacere.
Un'ultima cosa: alcuni compagni si stanno organizzando per raccogliere fondi in memoria di Salvatore da devolvere per l'adozione a distanza di un bambino.
Chi sia interessato me lo faccia sapere: vi farò sapere chi sono le presone che se ne occupano.
 
Antonio Scalzi
 

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