OPEN AREA PUGLIANTAGONISTA

          HOME PAGE

lunedì 16 giugno 2008

Mattarello - Sgomberato violentemente il presidio contro l’inizio dei lavori di costruzione della base militare

Mercoledì scorso i cittadini di Mattarello avevano dato vita ad un presidio per bloccare l’inizio dei lavori di costruzione delle nuove caserme militari, fermando di fatto la ruspa che stava spianando la strada per far passare i primi camion.
La volontà era quella di mantenere il presidio e i lavori bloccati fino a giovedì, quando verrà presentata al sindaco la richiesta di sospensione e rivalutazione dei lavori, accompagnata da centinaia di firme.
Ma questa mattina il presidio è stato sgomberato dalle forze dell’ordine in modo violento.

 

Ore 9.30: anche questa mattina molti attivisti e residenti di Mattarello si sono dati appuntamento per continuare a bloccare l’inizio dei lavori di costruzione della nuova base militare di Mattarello.
Al loro arrivo hanno però trovato già le ruspe al lavoro e le forze dell’ordine a presidiare la zona.
In molti sono saliti in cima alle macchine escavatrici per fermarle con i propri corpi, ma non c’è stato nemmeno il tempo di spiegare che si tratta di una questione politica, che si vuole portare avanti il blocco fino a giovedì, giornata in cui si vuole portare al sindaco di Trento l’istanza con le centinaia di firme raccolte contro la costruzione delle caserme: la polizia infatti ha violentemente allontanato i manifestanti, tanto che un ragazzo, a causa delle spinte dei poliziotti, è caduto da una ruspa ed è stato portato all’ospedale.
Altri manifestanti hanno raggiunto il presidio e la volontà è quella di resistere e rimanere seduti per terra e sulle ruspe senza abbandonare il presidio.

 

Ore 10.00: tutti i compagni che si sono mobilitati si trovano seduti a terra e sulle ruspe, ed intorno le forze dell’ordine sono schierate in assetto antisommossa.
"In questo momento si sta chiedendo per l’ennesima volta che ci sia una responsabilità politica rispetto a quello che sta succedendo oggi, si sta cercando, attraverso questa presenza, di aprire il canale di dialogo con l’amministrazione comunale", spiega Federico Zappini.
Tuttavia l’amministrazione continua a negarsi, e la risposta che oggi ci si è trovata davanti dimostra in che modo tali questioni vogliono essere risolte: presenza massiccia di forze dell’ordine per difendere un cantiere e permettere l’inizio dei lavori di costruzione di una base di guerra.

 

Ore 11.00: i carabinieri e la polizia hanno violentemente sgomberato il presidio degli attivisti: più di 30 sono le persone adesso fermate che vengono trasportate in questura per procedere all’identificazione.
Federico Zappini, dall’interno di una macchina della polizia che lo sta conducendo in questura, spiega che tutti si trovavano seduti in resistenza passiva e la polizia, con calci e pugni, ha sgomberato i manifestanti.

 

Ore 11.30: dall’interno della questura Stefano Rubini spiega che sono stati raccolti i documenti e presto si procederà con l’identificazione di tutti coloro che si trovavano al presidio per bloccare i lavori. Sono 36 le persone che si trovano in stato di fermo.

Ore 12.00: all’interno della questura l’ufficio stranieri è stato liberato per far posto ai manifestanti fermati: tutti identificati e in attesa di sapere su quali reati a loro carico la questura procederà, probabilmente manifestazione non autorizzata, violenza privata, resistenza.
Il compagno che si trova all’ospedale sta bene.
"La procedura di identificazione non ci spaventa - spiega Donatello Baldo - perché l’intenzione di tutti è ritornare a riproporre l’iniziativa di blocco dei lavori, perché non è possibile andare avanti con i lavori quando c’è un’istanza, con più di 500 firme raccolte, che chiede al sindaco di bloccarli per rivalutare l’impatto ambientale, economico, sociale e culturale della costruzione della base militare , un’istanza fatta con tutti i crismi della democrazia: questa è la nostra forza, superiore all’atteggiamento repressivo della polizia che abbiamo visto, incredibile, questa mattina".

 
ore 16.30: i manifestanti sono stati tutti rilasciati con le ipotesi di reato di: manifestazione non autorizzata, violenza privata, invasione di terreno e blocco di lavori di pubblica necessità. In una nota ai giornalisti la questura di Trento fa sapere che il ragazzo caduto dalla ruspa si è gettato da solo, quando in realtà è caduto per le spinte dei poliziotti.
Il ragazzo nel pomeriggio è stato rilasciato dal pronto soccorso con la diagnosi di una contusione alla schiena che verrà rivalutata nei prossimi giorni.

FONTE : http://officinambiente.blogspot.com/search/label/cittadella%20militare%20a%20Mattarello


mercoledì 11 giugno 2008

Il comitato ha allestito un presidio nell’area del cantiere per impedire i lavori

Ha scavato ben poco la ruspa che a Mattarello dava il via - questa mattina - all’inizio dei lavori della nuova caserma militare: alle otto in punto l’escavatore è stato circondato da una trentina di persone del comitato contro la base. Qualcuno si è seduto dentro la benna, altri si sono arrampicati sul mezzo raggiungendo la cima del braccio issando una bandiera con scritto "No alla base di Mattarello".
All’operaio non è rimasto che uscire dall’abitacolo e accettare l’interruzione - di fatto - dei lavori.
"Ieri sera - ci racconta Stefano Bleggi - passando di qui per recarci all’assemblea del comitato abbiamo visto la ruspa dentro il terreno. Perciò abbiamo deciso di darci appuntamento stamattina per verificare e, nel caso fossero iniziati i lavori, bloccarli. Così è stato".
Il blocco dei lavori era stato chiesto tramite un’istanza al sindaco di Trento, raccogliendo molte firme che tuttora si aggiungono numerose. "Abbiamo chiesto la sospensione dell’iter di costruzione fino a che non fosse rivalutato l’impatto non solo ambientale, ma anche economico, sociale e culturale di una base di guerra sul territorio trentino", ci spiega Milo Tamanini di Mattarello.
A metà mattina tutti gli operai se ne vanno, lasciando l’escavatore immobile e agghindato di bandiere No Base. "Rimaniamo qui tutto il giorno - dicono quelli del comitato - e sicuramente tutti i giorni fino a giovedì".
Giovedì 19, infatti, per le ore 17 è stato lanciato un happening in via Belenzani - sotto le finestre del palazzo del Comune - per chiedere al sindaco di bloccare definitivamente i lavori della base di Mattarello.

  • Ascolta la prima corrispondenza con Stefano Bleggi, Comitato contro la costruzione della base militare a Mattarello.
  • Ascolta l'intervento di Pierino Piffer, residente a Besenello, che spiega come 30 ettari di terreni pregiati siano stati svenduti: meli e viti verranno distrutti per fare posto alle nuove caserme.
  • Ascolta l'opinione di Antonio Marchi, da molti anni in prima fila nelle lotte no-war, che spiega che adesso, con l’inizio effettivo dei lavori di costruzione della base, è fondamentale anteporre i propri corpi alle ruspe per fermare il cantiere. La volontà degli attivisti e dei cittadini di Mattarello che stanno bloccando i lavori è quella di difendere la terra e di dire no alle basi militari: non essere contro le basi significa legittimare la guerra.

Abbiamo deciso di allestire un presidio permanente per controllare che i lavori non ricomincino, dandoci una turnazione anche per la giornata di domani e le prossime.
E' possibile raggiungere il presidio (dalla rotatoria del Mc Donald's prendere la vecchia strada per Mattarello e fermarsi 200 metri dopo la concessionaria Dorigoni) e lì concordare con i compagni le proprie disponibilità a far dei turni.

Per qualsiasi cosa potete contattarci al 328-9173733.
Vi chiediamo di far girare questo appello.

Assemblea permanente contro la base militare di Mattarello