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          VIVA
          LA LUNGA E GLORIOSA BATTAGLIA PER IL POSTO DI LAVORO E LA PROPRIA 
          DIGNITA' DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELL'ADELCHI DI TRICASE. 
           
          Come Centro Culturale "Alfonsina Bertelli" (già lu furese)
          sosteniamo la 
          lotta che le lavoratrici e i lavoratori del calzaturificio Adelchi di 
          Tricase stanno conducendo con tanta rabbia e tanto impegno per il
          posto di 
          lavoro e la propria dignità di donne e uomini. 
           Abbiamo sentito parlare di questa classe operaia da un po' di
          anni, ma per 
          svariati motivi e forse possiamo dire da poca solidarietà e di lotta
          di 
          classe, ci siamo potuto avvicinare solo nell'ultima lotta operaia
          contro lo 
          smantellamento di due manovie del marzo 2009. Percio' ci sentiamo
          parte 
          integrante della classe operaia condividendo nelle nostre possibilità
          la 
          vita che queste lavoratrici e lavoratori vivono da anni. 
           Oramai è chiaro a tutti che la lotta per il posto di lavoro e
          la dignità di 
          donne e uomini, è la loro vita stessa, perché finalmente hanno preso 
          coscienza del crimine che il padrone porta avanti ogni giorno sulla
          propria 
          pelle. "Senza lavoro senza dignità senza vita". Nel senso
          che da parte 
          padronale è stata un continua ruberia di finanziamenti pubblici e
          perciò 
          "sudore popolare" e un continuo sfruttamento operaio con
          regole dettate 
          dall'Adelchi e cioè "lavoro nero ecc. ecc." 
           Possiamo affermare che le lavoratrici e i lavoratori Adelchi
          hanno preso 
          nelle loro mani il loro destino di scontro di classe dopo sette otto
          anni di 
          sfruttamento schiavizzato che Adelchi Sergio si era messo in proprio,
          dopo 
          il mestiere di sanguisughe che aveva imparato da Filograna-Filanto di 
          Casarano. 
           Nel 2000 la classe operaia inizia i grandi scioperi,
          manifestazioni, 
          blocchi stradali, incatenamenti, scioperi della fame, tentativi di
          darsi 
          fuoco e la lotta che dal 23 settembre 2009 portano avanti sul tetto
          del 
          comune di Tricase a 35 m. di altezza sei operai, mentre altre
          lavoratrici e 
          lavoratori presidiano P. Pisanelli insieme ad altre iniziative di
          lotta. 
          Oggi sei ottobre sono scesi dal tetto e si sono uniti al resto dei
          loro 
          compagni che la sera prima avevano occupato la fabbrica Sergio's dove 
          producono campioni per la produzione di scarpe. Perciò sono passati
          ad 
          attaccare la produzione Adelchi, per lottare contro il ricatto
          terroristico 
          padronale. Articoli di stampa, istituzioni comunali, provinciali,
          regionali 
          e governative per parlare e farsi carico di queste lotte e le
          condizioni 
          operaie, ma mai che cambia la politica padronale per quanto riguarda
          sia 
          l'utilizzo dei finanziamenti pubblici per i propri interessi, sia per
          lo 
          sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, anzi è servito solo,
          per 
          entrare a pieno titolo nello sfruttamento schiavizzato a livello 
          internazionale soprattutto nei paesi come l'Albania, Bulgaria,
          Romania, 
          Bangladesh, Etiopia, tutto con la complicità delle varie istituzioni 
          pubbliche e servitu' varie. Le lavoratrici e i lavoratori dell'Adelchi 
          spesso si sono trovati da soli e il loro scontro di classe l'hanno
          portato e 
          lo portano avanti con la testa alta, perché come disse Ernesto
          "che" 
          Guevara: ".l'uomo deve camminare col viso rivolto al sole, in
          modo che 
          questo, bruciandolo, lo segni della sua dignità". 
           E' una lezione di storia umana e di classe, da ammirare e
          prendere come 
          insegnamento che le lavoratrici e i lavoratori dell'Adelchi Sergio di 
          Tricase hanno condotto e conducono ogni giorno in un paese del sud 
          dell'Italia, dove i rapporti di forza sono sempre stati sfavorevoli e
          in 
          particolar modo in questi anni di attacco padronale sempre più
          criminale e 
          di smemorizzazione che la borghesia imperialista sanguisuga e
          guerrafondaia 
          e i suoi servitori portano avanti, con tutti i loro tentacoli, per
          stroncare 
          qualsiasi tentativo di ribellione e di appropriazione dei propri
          bisogni 
          umani. 
           Questo insegnamento proletario ancora una volta ci conferma che
          solo la 
          lotta ci fa resistere e sfuggire alle varie trappole segregative e 
          segreganti che i padroni sanguisughe e guerrafondai con i loro
          servitori ci 
          preparano ogni momento della nostra vita quotidiana, e solo con l'unità 
          proletaria e prospettiva di liberazione sociale da qualsiasi
          sfruttamento e 
          ghettizzazione possiamo veramente vivere una vita degna di essere
          vissuta 
           
                                                                                       
               Hasta la victoria siempre! 
                                                                                  
          Centro 
          Culturale "Alfonsina Bertelli" 
                                                                                       
              Alessano 6 Ottobre 2009 
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