OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

LE NOTIZIE

 

ULTIM’ORA DAL LIBANO

RAGGIUNTO UN ACCORDO; L’ESERCITO NON SMANTELLA LA RETE TLC DEGLI SCITI E LE LORO MILIZIE RICONSEGNANO ALL’ESERCITO LA CITTA’ DI BEIRUT

 

UN ANNO FA  IN LIBANO LA BATTAGLIA DI NAHR  AL -BARED:

come il riscatto di un esercito passò sulla testa di  30.000 palestinesi  rimasti senza casa .

 

In questo momento, se le notizie verranno confermate dai fatti, forse si sarà allontanato, momentaneamente, il rischio di vedere di nuovo il Libano ricadere in quella spaventosa guerra civile che, innescatasi nel lontano marzo/aprile 1975 , giunse a fare di quel paese che era stato sino ad allora la Svizzera del MedioOriente in un paese in macerie ed un popolo di profughi.

Dai materiali appartenenti all’Osservatorio sui Balcani di Brindisi  e che abbiamo messo a disposizione all’Archivio Storico Benedetto Petrone riteniamo opportuno proporre quanto abbiamo trovato scritto su un interessante libro redatto da un  curioso esperto d’eccezione

Parliamo del libro LIBANO- Dalla crisi alla PAX Siriana- autore  Giovanni Rulli- casa editrice SEI – Torino, finito di stampare nel marzo 1996

Giovanni Rulli è un padre Gesuita che dal 1953 ha collaborato per  “Civiltà cattolica” e che dal 1958 ne ha curato il settore Esteri.

Un libro che con accuratezza espone  i quindici anni di guerra civile che portarono poi alla pace sotto tutela siriana e che oggi,  in una nuova dimensione internazionale che vorrebbe  il Libano divenire la seconda sponda dopo  Israele della lotta al terrorismo islamico,  contiene ancora tutta la sua attualità e freschezza, pur con i limiti “ ideologici” dell’autore.

 

-…da quel lontano12 aprile 1975 quello che appariva un regolamento di conti più politici che religiosi si trasformò in un groviglio di guerre  senza esclusioni di colpi e con l’intervento di eserciti stranieri che ridussero  la “ Svizzera del Medio oriente in un cumulo di macerie, un vasto cimitero , in un paese di ostaggi internazionali, in uno spostamento di popolazioni senza eguali in rapporto ai suoi abitanti.

In 15 anni di guerra dal 1975 al 1989 il Libano ha avuto 150.000 morti, 300.000 feriti, 50.000 invalidi, 30.000 orfani,  e più di un milione di uomini, donne , vecchi e bambini allontanati dalle loro case  per spostarsi in altre zone del paese o andare all’estero. Tutto questo su una popolazione di appena 3 milioni di abitanti. A Beirut non  c’era casa , albergo, industria, né risparmiati ospedali, scuole,  ambasciate…-

 

Sono dati impressionanti ancor oggi e che sembravano fino a qualche giorno fa un ricordo del passato ma che l’azione “ avventata “ del premier Sinora ed il suo ordine di eliminare la rete di telecomunicazioni del Partito di Dio (e che  ha reiterato le sue richieste poche ore fa  all’esercito Libanese) fa correre il rischio al Libano di rivedere un film già visto.

Possibile che  quello che  è definito il partito filooccidentale libanese, un connubio di cristiani , sanniti e drusi , voglia giungere ad uno scontro militare con la componente sciita del paese?

Da dove nasce questa sicurezza ?

Quello che possiamo ricordarvi è che appena un anno fa una piccola guerra  alla “libanese  vecchia maniera” è già stata ferocemente combattuta e dove equilibri politici e imponenti aiuti militari arabo-americani hanno permesso all’esercito libanese di  rinascere come tale grazie ad un bel massacro di miliziani arabi e le loro famiglie e la demolizione sistematica di un campo profughi di 30.000 palestinesi.  

 

                                         

Parliamo della battaglia di NAHR AL_BARED  che dal 20 maggio 2007 ( esattamente un anno fa!) si è protratta fino al 3 settembre 2007 e che ha visto LAF ( l’esercito libanese)  fare piazza pulita del gruppo fondamentalista Fatah al-Islam insediatosi nel campo profughi  a 16 chilometri a nord di Tripoli del Libano .

Come succede in Libano tutto iniziò a Tripoli  con una insignificante operazione di polizia volta ad arrestare gli autori di una rapina e che  si concluse con uno scontro a fuoco ed un prolungato assedio di un quartiere della città durato tre giorni. Poi si passò come risposta allo sgozzamento di 27 soldati libanesi  che facevano la guardia all’ingresso del campo profughi palestinese  di Nahr al-bared ed infine all’assedio del campo da parte dell’esercito libanese  di 15 settimane e  che si concluse con  la demolizione sistematica di tutto il campo profughi , l’allontanamento di 30.000 suoi abitanti e  l’uccisione di 300 miliziani  e di loro familiari, 200 catturati e varie centinaia di palestinesi morti e feriti che non hanno avuto in quei giorni l’onore della cronaca dei nostri giornali e tv , tanto ansiosi invece di far vedere il ruolo di “pace” dei nostri soldati inviati in Libano.

Come è possibile che tutto ciò sia avvenuto senza che avesse ripercussioni sui delicati equilibri di quel paese? Come è possibile che l’esercito libanese da quell’esercito di Pulcinella che  era fino a due anni fa sia stato capace di portare avanti un operazione così delicata e complessa come quella  di NAHR al _Bared ?

Possibile che  il cosiddetto partito filoccidentale del premier Sinora si possa illudere di  vincere  estendendo quell’esperienza a  oltre un terzo del suo territorio?

La risposta alla prima domanda è che un anno fa strani equilibri tra i palestinesi di AL FATAH , sciiti e cristiani  avevano permesso l’eliminazione di un pericoloso gruppo “concorrente”di islamici  internazionalisti  Sulla pelle di questi ultimi, per l’ennesima volta come spesso è successo in Libano, si ridisegnarono nuovi accordi, spartizioni, tangenti su commesse per aiuti internazionali e per la ricostruzione, insomma un vero equilibrio mafioso.

Alla seconda domanda, quella della “rinascita “ dell’esercito libanese, ebbene possiamo “ con orgoglio” dire che anche noi italiani abbiamo fatto la nostra parte

Infatti tra le dotazioni dell’esercito libanese vi sono donazioni  e dismissioni provenienti oltre che da Stati Uniti, Russia  e Francia  anche armi e mezzi italiani, ma non solo… in piena battaglia del 2007 , l’aeroporto di Beirut divenne un enorme base logistica per l’afflusso di armamenti moderni, munizioni, dispositivi per la visione notturna, parti di ricambio per gli elicotteri che quotidianamente bombardavano il campo.

Materiali provenienti dalla Giordania, dagli Emirati Arabi Uniti, e soprattutto dagli Stati Uniti attraverso un ponte aereo che in parte interessò anche i cieli e le basi americane sul territorio italiano.

E da rilevare che in quel caso il congresso USA a pochi giorni dall’inizio della crisi aveva già stanziato ben 770 milioni di dollari di aiuti per il Libano di cui ben 280 milioni in armamenti.

Sotto questa pioggia di dollari e di armi non è difficile spiegarsi  le manifestazioni di giubilo dei libanesi per bene che osannavano il loro esercito mentre demoliva il campo profughi palestinese a colpi di artiglierie , di bombe d’aereo e  dinamite

Ma quella tempestività del Congresso americano è anche spiegabile come tutta l’operazione fosse stata pianificata da tempo  per far comprendere alla Siria di essere isolata e a rischio se avesse voluto continuare a sobillare fazioni arabo-palestinesi  nell’intricata situazione libanese.

Oggi,  mentre la crisi atomica iraniana non è ancora chiusa, mentre l’esercito USA combatte aspramente gli sciiti di Sadr City a Bagdad, il regime siriano si barcamena tra tentativi di ricerca di legittimità, la voglia di chiudere i conti con gli Hezbollah da parte di Israele e Stati Uniti è fortissima , a costo di far ricadere il paese nel baratro della guerra civile….

 

ANTONIO CAMUSO

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

 

BRINDISI 10 MAGGIO 2008

                                                Per ulteriori approfondimenti sulla battaglia di nahr al bared archive.php-y=200...

http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?y=2007&m=09

http://www.esercito.difesa.it/root/chisiamo/docs_rivmil/Rivmil08_01_sommario.pdf