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COMUNICATO DI ALTERNATIVA COMUNISTA SU MORTE OPERAIO FIAT DI MELFI
Fiat di Melfi: nuova uccisione sul 
lavoro e Marchionne brinda a Lecce.
L'ennensimo assassinio sul lavoro. Questa volta a Melfi, alla Fiat Sata, azienda 
dove migliaia di operai lavorano in condizioni a dir poco pietose, con ritmi di 
lavoro e contratti peggiori degli altri stabilimenti italiani Fiat. Il 
cosiddetto "Prato verde", simbolo negli anni ottanta di un'industrializzazione 
lucana segnata, sin dall'inizio, da gabbie salariali, licenziamenti politici, 
accordi sindacali a ribasso ed una pioggia di finananziamenti publici, vede nel 
2004 un primo slancio di riscossa operaia per migliorare le condizioni di lavoro 
nella più grande azienda della famiglia Agnelli nel sud Italia. 
Ieri la morte di un operaio di Cerignola, mentre l'ad del gruppo Fiat, Sergio 
Marchionne, era a Lecce ad un convegno sulle strategie internazionali del gruppo 
automobilistico e banchettava in uno dei migliori ristoranti del Salento. 
D'altronde, per lui, come per i vertici del capitalismo italiano, si tratta 
esclusivamente di un ennesimo incidente di percorso. Adesso chiederà altri soldi 
pubblici per la sicurezza, come già fatto da Riva per l'Ilva di Taranto e da 
Natuzzi per la sua industria del salotto.
Il Partito di Alternativa comunista pugliese e lucano, chiede invece agli operai 
di Melfi, di bloccare la produzione e di proclamare lo sciopero generale 
prolungato, ripercorrendo i termini della fantastica mobilitazione del 2004, i 
cui 21 giorni hanno portato alla sconfitta della Fiat e della tracontanza 
padronale.
L'ottica di Marchionne è la privatizzazione dei profitti e la socializzazione 
delle perdite. Noi diciamo, sciopero generale e nazionalizzazione senza 
indennizzo della Fiat sotto controllo operaio.
Michele Rizzi - Coordinatore regionale Puglia del Partito di Alternativa 
comunista
Michele Scarlino - Coordinatore regionale Basilicata del Partito di Alternativa 
COMUNISTA