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     Nel 5º anniversario dalla scomparsa
del compagno Sergio Rosola
e la situazione operaia

 

CONFERENZA PUBBLICA

Lunedì 9 giugno 2008
ore 21,15
presso il Circolo Saverio Saltarelli
via S. D'Acquisto 9 - 20148 Baggio (Milano)

sul tema:

 

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ONORE COMUNISTA AL COMPAGNO
Sergio Rosola
 

A lutto le bandiere di Rivoluzione Comunista
per la tragica fine del compagno
Sergio Rosola
Comunicato dell'Esecutivo Centrale del 10-6-03 (formato PDF)


La figura politica di Sergio Rosola

I tratti distintivi di avanguardia operaia

e di rivoluzionario (I)

 

Al compagno Sergio, dirigente della Sezione di Milano e membro del Comitato Centrale, perito il 10 giugno in un incidente stradale abbiamo dedicato su questo foglio un primo schizzo biografico nel numero precedente. Ora ne tratteggiamo la figura politica, sintetizzando i contenuti delle due conferenze pubbliche; tenuta una il 20 giugno presso la libreria Calusca, l'altra il 22 successivo a Busto Arsizio presso il Circolo di Iniziativa Proletaria. In questo numero condensiamo la prima conferenza; rimandando al prossimo il contenuto della seconda.

1º) La sfida proletaria al "sistema Italia"

Il comp. Sergio è una forza attiva, protagonista della lotta sociale e rivoluzionaria da metà del 1970 in avanti. Come nucleo operaio di Rivoluzione Comunista alla SIP (oggi Telecom Italia) egli combatte, da un settore avanzato, la riorganizzazione monopolistica dell'economia (1976-1980). E, con l'esperienza accumulata e il patrimonio del partito, egli lancia pratica ed elabora la sfida proletaria al sistema Italia, al nuovo modello di capitalismo parassitario basato sulla trasformazione dell'industria meccanica in meccatronica e sulla finanziarizzazione dell'economia. Dalla quotidiana azione in campo operaio egli filtra i dati concreti dei processi di cambiamento industriale (tecnici - organizzativi - professionali) e riporta costantemente in fabbrica le cognizioni aggiornate definite in sede di partito. Sergio ha chiarissimi, sin dall'inizio degli anni ottanta, i caratteri di questo modello e può condurre e conduce un'azione avanzata di indirizzo di organizzazione di mobilitazione e di lotta. Ci vorrà un decennio, e forse più, perché le avanguardie operaie e gli elementi politici più impegnati si rendano conto di trovarsi nello schiavismo tecnologico, sotto il predomino del capitale elettronico-informatico e della flessibilità totale (di lavoro ed esistenza). Ricordiamo, riportandoci però a tempi più vicini per l'utilità dell'esempio, l'analisi sulla privatizzazione della Telecom e il giudizio sulle avanguardie espressi alla 14ª Conferenza Operaia che si svolse a Gallarate l'1 giugno 1997. Sergio considera la privatizzazione del colosso delle telecomunicazioni come tipico processo di riassetto interno per l'espansione esterna del capitale parassitario e di flessibilizzazione-gratuitificazione della forza-lavoro. E giudica che negli stessi elementi d'avanguardia più attivi del settore permangono limiti economicistici, che intralciano lo sviluppo politico della lotta operaia. Analisi e giudizio che si riscontrano nell'andamento del settore. Perciò la sua azione nell'ambiente di lavoro e tra le avanguardie operaie costituisce sempre, nei momenti di sviluppo dell'antagonismo e nei momenti di calma, il punto di riferimento più avanzato e più sicuro.

2º) La battaglia contro la militarizzazione del lavoro e per l'organizzazione autonoma operaia

Sergio ha dedicato buona parte della sua azione quotidiana in un impegno incessante contro la militarizzazione del lavoro e per l'organizzazione autonoma operaia. Come è noto la militarizzazione del lavoro non deriva soltanto dalla coercizione statale ma affonda le sue radici nella crisi funzionale e di rappresentanza delle Confederazioni Sindacali, che esplode alla fine degli anni settanta. Egli si batte su due fronti: a) contro le misure anti-sciopero, che si inaspriscono di fase in fase; b) per lo sviluppo dell'iniziativa operaia. A quest'ultimo effetto egli promuove la formazione degli organismi di lotta proletaria a livello aziendale e di un sindacato di classe dei lavoratori. E svolge un lavorio capillare, che non finisce mai, per dotare i propri compagni di lavoro degli strumenti indispensabili di lotta. Questo lavorio permea le lotte più importanti degli anni ottanta e novanta. E costituisce una linea di demarcazione netta, non solo dal sindacalismo istituzionale, ma anche dal basismo operaio che propugna la difesa operaia senza attaccare i rapporti di produzione capitalistici e lo Stato. Sergio ha praticato e difeso con estrema coerenza l'iniziativa operaia fino a fare lo sciopero da solo senza farsi bloccare dal rifiuto degli altri operai intimoriti dalle imposizioni anti-sciopero. Il suo convincimento era che senza lotta non c'è dignità per nessun operaio; che con la lotta si viene a capo di tutto; e che senza dare alla lotta il suo supporto organizzativo non si va molto lontano nella battaglia contro il padronato e gli apparati di potere.

 3º) L'impegno nella costruzione del partito e nella saldatura con le forze attive giovanili

 Com'è naturale per un comunista effettivo, Sergio ha dato le migliori energie, fisiche e intellettive, all'attività politica rivoluzionaria in tutte le forme in cui questa è concretamente realizzabile. Per cui egli è partecipe o dirigente dei principali episodi di lotta anti-statale dell'ultimo quarto di secolo, avvenuti nell'area milanese e oltre.

Un aspetto importante di questa attività, per chi milita in un raggruppamento di modeste proporzioni, è il lavorio permanente per lo sviluppo, politico e organizzativo, del partito. Sergio aveva assimilato, sin dai primi anni di militanza, il principio che, senza disporre di un forte partito rivoluzionario, i lavoratori non possono, né conquistare, né tantomeno mantenere il potere - necessario a sradicare lo sfruttamento e a edificare il comunismo -, restando schiavi del capitalismo. Per cui egli si è impegnato in questo compito con ogni sua energia.

Sergio era un compagno alla mano, alieno da ogni formalismo, ma saldamente ancorato nella costruzione del partito al requisito militante dell'impegno pratico e della lotta effettiva. Per cui il partito non può ingrandirsi, né rafforzarsi, senza passare per il banco selezionatore della lotta. Egli ha il polso delle avanguardie operaie, con le quali è a contatto quotidiano; e ne conosce i limiti politici (la bassa volontà di lotta anti-statale). Perciò è ben consapevole dei tempi lunghi e della prosaicità del lavorio per la costruzione del partito.

Nel quadro di questa consapevolezza e del giudizio specifico sulla sua generazione, in cui egli accomuna gli operai ultracinquantenni e i trentenni-quarantenni, Sergio motiva una fiducia immensa nelle potenzialità e nella volontà di lotta delle nuove generazioni. Ed ha svolto un'assidua attività pratica ed elaborativa diretta ad indirizzare e organizzare le nuove leve giovanili nella lotta sociale e rivoluzionaria; e a collegarle al partito. Centrale è stato il suo sforzo nel promuovere l'organizzazione di lotta della nuova giovane classe operaia (precaria, interinale, atipica, ecc.) contro la fabbrica flessibile. Come componente della Commissione Giovanile Centrale egli ha poi dato negli ultimi anni un contributo diretto all'aggiornamento della linea giovanile. Appartiene anche al suo apporto elaborativo la stesura in fase preparatori del Programma rivoluzionario per la gioventù, approvato dalla 2ª Conferenza Giovanile (30 giugno 2002).

La figura politica di Sergio Rosolax

Il dirigente e il cooperatore (II)

[Nella prima puntata abbiamo tratteggiato i caratteri distintivi di avanguardia operaia e di rivoluzionario del comp. Sergio; morto in un incidente stradale il 10 giugno scorso. Qui completiamo la caratterizzazione di sintesi della sua figura politica]

 4º) La funzione dirigente qualità della pratica militante

 Nel corso della sua militanza il comp. Sergio ha svolto ruoli dirigenti di alta responsabilità. Ha svolto il compito di responsabile organizzativo dell'esecutivo di Milano e il compito di membro del Comitato Centrale. Egli ha acquisito questi ruoli dirigenti per meriti pratici: per l'impegno in ogni campo dell'attività del partito; per le battaglie operaie e politiche; per la continua preparazione delle azioni e delle mobilitazioni dell'organizzazione. E, cioè, a pieno titolo. La funzione dirigente non può vivere sulla testa, deve basarsi sulla pratica militante ed esprimerne le qualità superiori. Certo non si è mai abbastanza capaci di dirigere perché la capacità di dirigere, in un partito rivoluzionario, non è una qualità personale ma una acquisizione continua, che si sviluppa con l'impegno militante lo svolgimento di ruoli responsabili la crescita del partito e non ultimo il cambiamento della situazione storica. Ma il dirigente non può essere forgiato in altro modo. Ciò detto a premessa, della lunga attività dirigente del comp. Sergio consideriamo tre momenti, in cui più rilevante è stato il suo contributo dirigente nell'applicazione e nello sviluppo della linea di partito.

A) Il raggruppamento delle forze attive proletarie (1994)

Il 24º Congresso (18-19 giugno 1994), nel quadro analitico della spiralizzazione di tutti i processi di crisi (economica, politica, sociale) e in quello tattico di sviluppo della lotta offensiva, pone come compito di fase quello di promuovere l'unione delle forze attive del proletariato sugli obbiettivi della rivoluzione e del potere rosso. Sergio si muove già su questa linea ed ha presenti i problemi della sua applicazione. Egli sa che le avanguardie operaie, sia del suo settore che degli altri complessi industriali, sono lontane da questi obbiettivi e che nella stessa situazione si trovano temporaneamente le avanguardie studentesche. D'altra parte è consapevole che l'approfondimento della frattura sociale trasforma ogni condizione di esistenza delle masse in un terreno di scontro. Perciò egli incanala l'attività di Sezione tra la gioventù precaria, tra i disoccupati e gli immigrati; promuovendo la lotta alla fabbrica flessibile, che diventerà sempre più sistematica negli anni successivi. Al contempo opera per la ricomposizione delle forze attive proletarie, spingendo verso il fronte proletario i vari movimenti di lotta sociale.

B) L'armamento proletario contro il militarismo sanguinario (1997) diventato nel 2001 militarismo bellico

 Un secondo momento del contributo dirigente del comp. Sergio nell'aggiornamento della linea si ha con l'indicazione dell'armamento proletario. Il 29 giugno 1997 il Comitato Centrale lancia un appello alle forze attive proletarie e giovanili a unirsi a organizzarsi a mobilitarsi contro il militarismo sanguinario assurto a metodologia di potere e a procedere all'armamento proletario. Sergio pone la necessità dell'armamento, che è ancora l'adozione dell'attrezzatura strumentale e organizzativa necessaria all'azione, come questione vitale per le forze in lotta. E preme per l'accelerazione dell'organizzazione di combattimento ai vari livelli possibili. Egli spinge le forze attive giovanili a spostarsi sul terreno della lotta di classe; criticando le cicale no global che fanno stridore contro il mondialismo neoliberista senza alcuna prospettiva anticapitalistica. E stimola la mobilitazione della Sezione contro la razzia padronale del lavoro, la ferocia sicuritaria del potere, l'aggressivismo della macchina bellica.

C) La battaglia contro lo schiacciamento sociale e generazionale e il lavorio per l'avvicinamento dei giovani al partito (2000)

 Il terzo momento è legato alle risoluzioni tattiche più recenti dell'organizzazione. Il 30º Congresso (25-26/11/2000), partendo da una valutazione aggiornata dello sconvolgimento della vita sociale - del suo avvitarsi come schiacciamento generazionale - e dalla crescente politicizzazione delle masse giovanili, sposta il baricentro sociale della linea sulle forze giovanili. Sergio convoglia le energie della Sezione nella battaglia contro la fabbrica flessibile. Stabilisce collegamenti con le forze giovanili in movimento. Promuove contatti politici con quanti intendono battersi sul terreno pratico. Egli esorta gli elementi più decisi ad avvicinarsi al partito, a prepararsi al combattimento, a scatenare il combattimento. Le sue ultime raccomandazioni dirigenziali rivolte ai giovani sul piano operativo sono di generalizzare l'armamento proletario.

5º) Organizzare la vita come costruzione militante

 L'ultimo tratto della figura politica del comp. Sergio è la pratica di partitizzazione. Dobbiamo chiarire per i più giovani che la pratica di partitizzazione è l'attività svolta dai militanti nei rapporti interni: tra compagni, nella coppia, nei confronti della prole, nella formazione collettiva, ecc. Si tratta di un'attività comune che si inquadra nella costruzione di un partito solidamente rivoluzionario. Partitizzando ogni aspetto della vita individuale il nostro raggruppamento non ha pensato di anticipare il comunismo; ha mirato e mira a stabilizzare una pratica collettiva adatta al più completo sviluppo comunista in ogni campo della vita. Ciò chiarito, va sottolineato che il comp. Sergio è stato un perno delle pratiche di partitizzazione; un cooperatore infaticabile. Egli ha dato un contributo continuo, pratico organizzativo ideativo, a ogni iniziativa di partitizzazione dalle più semplici alle più complesse: alla spesa comune, al consorzio dei figli, all'aiuto reciproco tra militanti, alle attività di svago o formative della prole, alla casa aperta come supporto di partito, alla cooperazione di coppia, al processo formativo tra compagni.

Dal suo avvio (1977) la partitizzazione ha conosciuto periodi distinti; benché tutti condizionati dalla evoluzione organizzativa e, per certi aspetti, dalla crescita della prole. In un primo periodo (1977-1980) c'è ricchezza di pratiche partitizzanti anche se di natura semplice. In un secondo periodo (1981-1987) c'è sviluppo e maturazione delle iniziative partitizzanti. In un terzo periodo, che è tuttora in corso (1988-2003), le iniziative di partitizzazione hanno perso lo slancio precedente e richiesto il costante impulso centrale. Sergio è stato fondamentale in quest'ultimo periodo. Egli ha organizzato o concorso a organizzare le iniziative di partitizzazione più importanti. Ed ha curato per diversi anni, in particolare per il quadro più maturo dell'organizzazione, l'esercizio ginnico. Sabato mattina, tre giorni prima del tragico incidente, nel quadro della spesa comune egli era andato a Sesto S. Giovanni a prelevare dai produttori la frutta e verdura da distribuire nella Sezione. Egli è stato un grande cooperatore. Questo tratto è quello che lo ha reso più vicino e più simpatico alla prole delle coppie militanti, ai giovanissimi e giovani. Il 13 giugno alla prima conferenza pubblica commemorativa, svolta presso il circolo Saverio Saltarelli di Baggio (Milano), sono intervenuti tanti giovanissimi e giovani ad attestare il proprio cordoglio e la propria stima, che non stavano dentro i locali.

In conclusione quelli che abbiamo delineato sono i tratti fondamentali della figura del comp. Sergio; i più marcanti ed istruttivi. Naturalmente sulla sua battaglia politica, che copre un trentennio, c'è da dire moltissimo.


SUPPLEMENTO murale di riv. com. del 16/7/2003 E del 1/8/2003

SERGIO ROSOLA
1952 - 2003
(opuscolo biografico in formato PDF)
 

 I funerali del compagno Sergio 

Edizione a cura di: RIVOLUZIONE COMUNISTA
SEDE CENTRALE: P.za Morselli, 3 - 20154 Milano-

e-mail: rivoluzionec@libero.it
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